Si partecipa (non decoubertianamente) alla “competizione” per vincere, ma non per governare; si estremizzano le differenze con gli antagonisti; si individua un problema su cui contraddistinguersi con toni alti ed irriducibili. E tanto più si fa aspra la tenzone e tanto più l'argomento è destinato ad uscire subitaneamente dal radar dell'agenda.
Una “dialettica” questa che non produce niente, che non sedimenta nulla a livello di condivisione comunitaria, che non lascia il segno né nella percezione collettiva né nelle acquisizioni capaci di orientare il senso di marcia dell'aggregato civile.
Insomma, la vita pubblica assomiglia sempre di più alla continuazione in altre forme delle poco commendevoli produzioni mediatico-televisive, che sono, da tempo, la proiezione di stili di vita un po' così.
Descrivere con moderazione, su basi fattuali, con intenti edificanti quanto avviene nella vita comunitaria è diventato sempre più difficile, per non dire, qualche volta se ne ha l'impressione, inutile o controproducente.
Compito della stampa, se non proprio indipendente, almeno non “militante”, sarebbe precipuamente quello di esporre i fatti; e, poi, eventualmente, dopo averlo chiaramente premesso onde evitare la commistione della notizia e del commento, di approfondirli.
Sarebbe la mission dell'informazione, che, si ripete, non avesse retroterra editoriali né poteri invisibili ma percepibili, alle spalle.
Insomma, diventa sempre più impossibile farsi capire.
Anche perché l'informazione, dovendo raccontare la quotidianità, inevitabilmente segue le dinamiche non sempre coerenti e conseguenti dell'agenda politico-istituzionale.
Proviamo, ci si è detto, ad azzardare un format di approfondimento che si discosti dal timing con cui si succedono i fatti. E con un'esposizione “informale” dei semplici fatti.
Resettiamo, anche ricorrendo ad un linguaggio se non goliardico, almeno lieve, la griglia delle notizie che sono balzate alla cronaca. Con l'intento di riproporle all'attenzione dei lettori.
Saremo il dito che le indica di nuovo. Non è escluso che qualcuno guarderà la luna, anziché il dito. Altri il dito. Gli strabici, luna e dito.
e.v.
1 - IL BASTONE E LA CAROTA: Negli odierni scenari locali non è difficile rinvenire la tendenza ad incrociarsi di fatti apparentemente disgiunti. L'argomento principe del dibattito politico-istituzionale e del rimbalzo nell'evidenza mediatica è l'ormai vexata quaestio della cessione delle quote di controllo della holding multi utility sud-lomarda alla ammiraglia A2A, da tempo impegnata in una strategia di acquisizioni rivolto, si dice, a realizzare una multi utility regionale. Ma di questo ci occuperemo tra qualche giorno con un dossier ad hoc.Dal tormentone stralciamo qui i segni di un certo disagio verso la prospettiva sommariamente enucleata da parte della sinistra radicale. ( segue in allegato)
2 - ACHTUNG: BANDITEN IN (DELLA?) BANCA: Gli “anni grassi” della corsa all'oro rappresentato dallo sbarco nel campo dei miracoli finanziari sono tramontati da tempo; convenzionalmente del crac cosiddetto dei subprime di Wal Street del 2007. Fino ad allora, per quanto gli ammonimenti fossero stati ricorrenti ed inequivoci, il consegnarsi ai paradisi dell'arricchimento speculativo, facile e repentino, era diventato la cifra distintiva della società finanziarizzata ed opulenta. Capace di perforare anche le consapevolezze degli strati popolari. Andavi in banca e trovavi la fila di casalinghe e pensionati; tutti reduci dal ripudio dell'idea che solo il lavoro lastrica la strada dell'arricchimento e tutti testimoni del dogma secondo cui solo i soldi fanno i soldi. (segue in allegato)