Sul tema lanciato da Renato Bandera riguardo la Riforma Spadafora (link all'articolo "La Riforma Dimezzata") riceviamo e pubblichiamo molto volentieri le riflessioni di Carlo Stassano, presidente dell'ASD Atletica Interflumina èpiù Pomì di Casalmaggiore.
Per cercare di contestualizzare la riforma Spadafora bisogna partire da un dato e cioè che il ministro Vincenzo Spadafora proviene dal mondo del volontariato, appartiene ad un movimento politico nato dal basso e che pertanto si presenta con le "mani libere" da logiche di potere che fanno, del mondo coni, il baricentro sin dal lontano 1914 quando fu costituito quale membro del CIO.
E qual è, a mio avviso, la logica da cui parte il Ministro? quella finalmente di dare attuazione ad una "desiderata" da sempre presente nel mondo sportivo, ossia quella differenziare lo Sport di Base da quello Agonistico, lo Sport sociale da quello professionistico, lo sport di tutti e per tutti da quello di élite.
Contenuti diversi, approcci diversi, visioni diverse, ma che possono convivere nello stesso mondo in quanto gli “obiettivi finali”, certamente diversi, si avvalgono di un unico mezzo per raggiungere i propri fini, ossia il movimento, l'attività motoria, il piacere di vivere il proprio corpo assaporando sensazioni, pulsioni, emozioni che solo chi le prova può vivere.
Ecco allora che la nascita del nuovo Organismo "Sport&Salute" separato dal CONI riveste un significato profondo che, inevitabilmente, si ripercuote su una diversa distribuzione delle risorse finanziarie e che, nella logica del Ministro, vede privilegiare il primo Organismo in quanto risorsa sociale di primaria importanza nell'ottica di un sistema Paese che vede nella Salute pubblica il bene più prezioso da tutelare per i propri cittadini.
Avrebbe avuto il CONI, nei tanti anni trascorsi, svariate opportunità per attuare al suo interno questo tipo di riforma e, per la verità, ha cercato di farlo attraverso la costituzione degli Enti di Promozione sportiva, attraverso la strutturazione di una attività sportiva scolastica sfociata nella costruzione dei Campi Scuola in ogni provincia d'Italia, dei “Giochi della Gioventù” modificatisi in “Giochi Sportivi Studenteschi”. Ma tutto ciò non è bastato perché troppo rilevanti sono comunque apparse le inadeguate redistribuzioni delle risorse finanziarie assegnate.
La logica del CONI è la stessa che compenetra le Federazioni che riversano il massimo delle loro risorse nel settore agonistico riservando "poche briciole" agli aspetti promozionali e sociali delle loro stesse organizzazioni.
E' certamente da qui che ha preso avvio anche la volontà, da parte del Ministro, di ridimensionare fortemente per Legge, il vincolo di mandato, inserendo negli Statuti federali, sociali e dello stesso CONI, il limite massimo di tre quadrienni elettivi.
Una necessità assolutamente condivisibile proprio per consentire quel democratico "ricambio" ed inserimento di nuove forze vive e giovani che desiderano impegnarsi per il bene dello Sport, delle sue finalità, dei suoi valori.
Carlo Stassano