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RICORDATO IL PARTIGIANO “CARMEN”

Testo di Giuseppe Azzoni, immagini di Paolo Balzari

  27/09/2021

Di Redazione

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Venerdi 24 settembre scorso ricorreva il 77° anniversario della fucilazione, avvenuta in Pozzaglio in quella data del 1944, del partigiano Luigi Ruggeri, nome di battaglia "Carmen".

Ruggeri, nato a S. Martino in Beliseto il 24.12.1920, aveva solo 23 anni. Nei giorni stessi della occupazione tedesca dopo l'otto settembre del 1943 egli - allora sottufficiale della Guardia di Finanza a Cremona - si sottrasse ai bandi tedeschi e fascisti e fu tra i promotori della Resistenza nelle zone del piacentino e del parmense. Posto al comando di un Distaccamento della 31° Brigata Garibaldi, Battaglione Forni, compì audaci azioni, in Val d'Arda, Val Ceno e in pianura. A Fidenza riuscì a prendere 4 pezzi di artiglieria leggera ai tedeschi! Nella primavera- estate del 1944 gli venne assegnato il compito di organizzare il passaggio alla lotta armata delle SAP garibaldine (poi 4a brigata del Raggruppamento "Ferruccio Ghinaglia") nell'area sudest della provincia. Venne catturato il 20 settembre in una cascina di Pozzaglio, durante una riunione clandestina con alcuni compagni che riuscirono a fuggire. Lui fu imprigionato a Villa Merli dove per tre giorni subì torture tali che lo dovettero portare su una carriola alla piazzetta della fucilazione. Non parlò. Venne fucilato dai fascisti che vollero il suo corpo esposto a terra per tutto il giorno a sgomento della popolazione.  

Presenti cittadini, alcuni sindaci, studenti, una rappresentanza della Guardia di Finanza e delle associazioni partigiane e d'arma, il partigiano "Carmen" è stato ricordato in Comune dal Sindaco di Pozzaglio, Biondo Caruccio, e dal Presidente dell'ANPI provinciale Giancarlo Corada. Ricordando il percorso di Luigi Ruggeri combattente per la libertà, essi hanno sottolineato l'importanza che ebbero nella Resistenza, singoli uomini e reparti delle Forze Armate, Guardia di Finanza, Carabinieri che non riconobbero la RSI e combatterono i nazifascisti contribuendo così a riscattare la dignità nazionale. La posa di fiori alla lapide sul luogo della fucilazione e la lettura della "preghiera del partigiano" da parte della Comandante della Guardia di Finanza hanno concluso la commemorazione. 

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Il 2016, appena iniziato, non lo sarà certamente. Per due ragioni. La prima è che non ci siamo mai affidati ai vaticini scaramantici. La seconda è che le fortune del complesso di iniziative che ricadono nelle testimonianze, inaugurate vent’anni fa per tramandare la memoria storica e la cultura politica di riferimento, sono assolutamente protette dalla nostra caparbietà (oltre che dalla benevolenza dei nostri penati laici).

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