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Puntuale…tafazzismo…?

Sulla rimodulazione della filiera della raccolta differenziata

  22/05/2021

Di Redazione

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Ci dispiace molto riprendere lo spunto critico e beffardo del consigliere comunale di FdI (che interpreta con una certa coerenza e determinazione il ruolo assegnato dal corpo elettorale di controllore e critico del governo comunale). Ma una dichiarata incompatibilità politica non ci esime dal riprendere (come rientra nella deontologia di un'informazione libera e veritiera) il rilievo sotteso ai fatti. 

Gli è che l'assessore preposto alle politiche tariffarie e al bilancio ha mostrato, in materia di rimodulazione della filiera della raccolta differenziata, dimostra un pertinace ancoraggio (che farebbe sospettare la fattispecie di agente infiltrato) ad un combinato tra progetti inconcludenti e predisposizione a gesti autolesionisti. Sia pure di passaggio segnaleremo che il medesimo assessore aveva, a ridosso del rinnovo del mandato, lasciato impronte nella vicenda della registrazione e domiciliazione della tariffa. Che comportò file bibliche allo sportello di Via Geromini, solo per reiterare su un modulo ciò che restava immutato.  

Soprattutto, come pare stiano osservando alcuni esponenti della maggioranza dem, alle viste della dirittura del traguardo di consiliatura. Che normalmente (forse ad eccezione del surrealismo) non induce nessuno a preannunciare cambio di modulo, che comporti variazioni di abitudini e (se va di lusso) saldo zero di convenienze per le parti in campo. 

Che sono l'istituzione comunale affidataria del servizio (che dichiara, appunto, un risultato neutro) e l'utente che, oltre che a crederci poco, si sobbarcherà un supplemento di corvées (forse in termini strettamente numerari ininfluente, ma non dal punto di visto dell'aggravio indotto). 

Con il che vogliamo riferirci agli esiti della totale sottovalutazione dell'incidenza della riorganizzazione della filiera di raccolta e di deposito dei sacchi nella fattispecie delle locations condominiali. I cui locali comuni, specie per le realizzazioni edilizie d'antan, non sono stati concepiti ed attrezzati per depositare decine di contenitori.

Con un certo sprezzo delle normali facoltà percettive ed intellettive dell'opinione pubblica e degli utenti, l'Assessore dichiara che “la tariffa puntuale è già stata sperimentata con successo in numerosi comuni di varie dimensioni ed anche in alcuni capoluoghi di provincia…” 

Senza neanche l'obbligo della precisazione circa la fruizione “del successo”. 

Indubbiamente si tratta di una tappa del percorso di armonizzazione e di convergenza che è imposto dall'incorporazione dell'ex azienda municipale nella multi servizi. 

La tariffa puntuale non è un'idea nuova. Lo è, per quanto evocata con un “partiam partiam” rivelatore di ottimistici presagi lasciati sospesi, per Cremona. Location per il vero in cui prima di tutto andrebbero risolte alcune variabili, di valenza strategica. Tipo i destini della termovalorizzazione. Che, agli esordi, costituì la griffe del progetto di governo comunale all'insegna del radicalismo ambientalista, come tornante del percorso dell'ultimo quarto di secolo in cui perno costante degli equilibri è stato il campo tutt'ora investito di mandato gestionale. 

La puntualità della tariffa integra in sé un progetto giusto (paghi in rapporto al tuo conferimento) ed un altrettanto obiettivo fecondo (il combinato tra massima preselezione e tendenziale riduzione della massa indifferenziata conferita).  

In merito al primo fattore (su cui concordiamo) appare quanto meno inappropriato la sostanziale marginalizzazione dell'incidenza del rapporto conferimento/tariffa. In quanto questa terza variabile viene mediata e soffocata da altri due parametri (la superficie abitativa e i componenti il nucleo abitativo). Il che rende assolutamente ininfluente il marchio “puntuale” di una rimodulazione che potrebbe essere virtuosa, dal punto di vista della moderazione della massa dei rifiuti indifferenziati (la vera zavorra del riciclo). 

Ma, oltre un certo traguardo, queste due (importanti componenti) non possono portare. Noi, da impenitenti gradualisti pragmatici, ci dichiareremmo, pur non chiudendo nessuna porta, abbastanza appagati, della performance ottenuta con il modello collaudato per tanti anni. Ma sui destini anche delle cose, in teoria, di rango molto realistico, preme la new wave green radicale. 

Agli ispiratori (25 anni fa) dell'aggregato teleriscaldamento/termo trattamento quel progetto non basta più. Non perché ce ne sia alla portata uno più avanzato e sostenibile; ma perché per molti l'impulso all'usa e getta dei progetti strategici (soprattutto, in materia di economia verde) è incontenibile. Pazienza se in materia resta tutt'altro che verificata la sostenibilità della rottamazione di questo modello (che qualche controindicazione, degna di essere segnata sulla lavagna a futura memoria, pure presenta). Pazienza se non si è presenza di un attendibile e concretamente perseguibile financial project. Importante, su tutto, è uno speech evocativo. Ad uso delle irrisolte questioni interne alla coalizione e delle partiti elettorali alle viste. Indubbiamente si sarebbe potuto definire un progetto globale di ottimizzazione/innovazione almeno dei servizi e delle strategie ricadenti nella giurisdizione territoriale al momento della chiusura dei patti “parasociali” (sic!) con cui il Comune di Cremona ha svenduto i servizi muncipalizzati e rinunciato ad avere voce in capitolo sulle strategie. 

Ma così non è stato. E tutto lascia prevedere che la coda di questa irrisolutezza (di cui la tariffa “puntuale” è segnale demagogico) si proietterà a lungo. Più che di un beneficio comunale, la riparametrazione risponde all'esigenza di armonizzazione e convergenza da parte della Multiutility che, passin passino, in pochi anni ha ingoiato assetti gestionali municipali, rivelatisi incapaci di percepire i cambiamenti in corso, di farne tesoro, di superarli all'insegna della dismissione di modelli gestionali da ottiche di prossimità.

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