In preparazione del confronto pubblico che l'Eco del Popolo programmerà sui temi dell'ordinamento degli Enti Locali e più specificatamente su quello riguardante le aggregazioni dei Comuni, socialisti ed esponenti del PD si sono scambiati le loro prime valutazioni, a Pizzighettone, a seguito delle ipotesi localmente in discussione sulle gestioni associate delle funzioni comunali.
La discussione si è snodata su diverse questioni, essenzialmente riassumibile come di seguito riportato.
Gli obiettivi delle normative che si stanno susseguendo sono noti e cioè, sinteticamente: tendere al superamento della frammentazione dei piccoli Comuni, alla razionalizzazione della spesa, ad una maggiore efficienza dei servizi, attraverso la stipula di Convenzioni, di Unione e di Fusioni, tra i Comuni inferiori a 5000 abitanti.
L'adozione di un modello rispetto ad un altro, esige delle valutazioni politiche amministrative più ampie rispetto al perimetro delle singole aggregazioni, soprattutto quando motivate semplicemente dagli incentivi economici, peraltro limitati nel tempo.
Dopo anni di rinvii e risultati contradditori, a sostegno del raggiungimento dei risultati sopra riassunti, necessitano corollari indilazionabili quali: un rinnovato impegno della Provincia in materia, le disponibilità dei Comuni più grandi ad assecondare i processi, pur non obbligati a farlo, l'evoluzione delle Aree omogenee del cremasco, del cremonese e del casalasco, in ambiti istituzionali ottimali all'esercizio dei servizi comunali in forme unitarie e di pari livello a tutti i cittadini.
Senza un rinnovato disegno generale coinvolgente i 113 Comuni della nostra provinciale, ove solo 12 superano i 5000 abitanti e le quindici Unioni costituitesi evidenziano oggettive difficoltà gestionali, il futuro non ci riserverà altro che accorpamenti forzosi e la soppressione dei presidi amministrativi più piccoli.
I sindaci delle comunità obbligate all'esercizio associato delle funzioni, rappresentanti un “peso demografico” pari a circa la metà dell'intera popolazione provinciale, insieme alla Politica, dovrebbero coordinarsi ed imprimere una accelerazione alla discussione sui temi sopra evidenziati, a tutti i livelli.
Chiamata in causa dall'estensore della cronaca dell'incontro, la direzione di questa testata conferma sia la disponibilità a fornire un contributo di approfondimento e di pubblico confronto sul tema sia il valore dell'incontro di cui trattasi.
Svoltosi a Pizzighettone, in ragione del gesto di apripista, con cui il gruppo consiliare di opposizione ha avanzato, nelle settimane scorse, l'ipotesi di studio di un progetto di convergenza e aggregazione dei Comuni gravitanti attorno al capoluogo dell'Adda sud. Che, detto tra noi, non è più tanto capoluogo, per effetto del ridimensionamento delle sue potenzialità manifatturiere di un tempo e del conseguente processo di gravitazione e ridimensionamento della popolazione. Il Sindaco di S. Bassano recentemente aveva avanzato, in materia, un'idea non peregrina; imperniata, appunto, sull'opportunità, anzi sull'obbligatorietà tendenziale di aggregare in un'unica entità territoriale segmenti comunale, che fanno sempre più fatica a conciliare “il pranzo con la cena” di decenti e sostenibili servizi alla cittadinanza. Niente di preconfezionato e ispirato alla determinazione di imporre niente. Bensì il dovere, ispirato da responsabilità civile, di avviare quanto meno uno studio.
Sappiamo perfettamente che sull'argomento ci sono preconcetti e che ci sono difficoltà obiettive.
Ma sappiamo anche che non si può tergiversare con tatticismi ispirati dalla cattiva coscienza di lisciare il pelo ad un'opinione pubblica, di sé iper-reattiva.
Cionondimeno le due espressioni della sinistra hanno voluto punzonare questo tentativo resipiscente.
Il PD era rappresentato dal Segretario Provinciale Vittore Soldo e dalla segretaria del locale circolo (nonché consigliere comunale) Elisa Mancinelli; la Comunità Socialista dal coordinatore territoriale Virginio Venturelli, da Silvano Bonali di Soncino e da Luciano Capretto, Gigi Pesenti e Angelo Contardi.
La scaletta del prosieguo prevede la proposta di incontri propedeutici a livello di lista civica e di interlocuzioni con i Comuni limitrofi (come S. Bassano) che in materia si sono espressi.
Il lavoro preparatorio confluirà, come dice la cronaca dell'incontro di Pizzighettone, in incontro di studio con tutte le espressioni politiche, i rappresentanti delle istituzioni territoriale, l'associazionismo socioeconomico.