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Lettere all'ECO /48

Riceviamo e molto di buon grado pubblichiamo

  16/01/2025

Di Redazione

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Riprendiamo, con un volume editing enormemente incongruo rispetto agli spunti che ci arrivano (e che, per il divario tra domanda e possibilità reali, e che creano un “ingorgo” nel flusso delle pubblicazioni, riprendiamo, abbiamo premesso questa rubrica. Vocata prevalentemente all'analisi-confronto delle segnalazioni e delle osservazioni dei lettori. In questo esordio di nuovo anno, ci viene di titolare, dato il prevalente carattere multi tematico, “di tutto un po'”. Anche se questa edizione specifica viene dedicata ai preannunci dell'80° anniversario della Liberazione.

Oltre l'incredibile: il Sindaco di Quintano si oppone alla celebrazione nella sede istituzionale della figura di Giacomo Matteotti, nel centesimo anniversario.

La “malcapitata” (nella vicenda specifica e, forse anche, nel ruolo istituzionale) Sindaca, è finita sotto una gragnuola di stroncature critiche. Di cui diamo conto particolareggiato.

Dal capogruppo consigliare di Europa Verde, Leonardo del Priore

La prima segnalazione pubblica è venuta dal capogruppo consigliare di Europa Verde, Leonardo del Priore.

IL SINDACO GUERCILENA IMPEDISCE LA COMMEMORAZIONE IN CONSIGLIO COMUNALE DI GIACOMO MATTEOTTI A CENTO ANNI DAL SUO ASSASSINIO PER MANO DI MUSSOLINI. LA PROTESTA DI EUROPA VERDE.

Siamo rimasti sorpresi ed amareggiati dall'inaspettato diniego del sindaco Elisa Guercilenadi impedire la commemorazione in Consiglio comunale di Giacomo Matteotti a 100 anni dalla sua uccisione per mano dei fascisti di Mussolini (1924-2024). Il nostro gruppo consigliare aveva proposto una Mozione per commemorare Matteotti chiedendo al Sindaco di individuare il modo migliore per farlo: un convegno, una serata o anche una semplice commemorazione in Consiglio. La risposta del primo cittadino è stata di un qualunquismo sconcertante: "La nostra lista" ha detto la Guercilena "non è una lista di partito ma una lista civica" facendo capire che non intendeva affrontare questi argomenti. Come se Matteotti fosse una questione di un partito e non appartenesse alla memoria democratica ed antifascista dell'Italia intera e della sua Costituzione nata dall'abbattimento della dittatura. Che cosa ne sanno le giovani generazioni del fatto che nei mesi seguenti al delitto Mattotti il fascismo stava per cadere e non avremmo avuto gli anni bui della dittatura ed il disastro dell'entrata in guerra dell'Italia al fianco di Hitler? Cosa ne sanno le giovani generazioni del delitto Matteotti? La nostra Mozione era l'occasione per approfondire una questione importante per l'intera comunità e una analoga iniziativa era avvenuta anche in altri Comuni. Esempio, ad ottobre scorso a Vaiano cremasco l'intero Consiglio comunale aveva approvato un testo proposto da Europa Verde per svolgere un Convegno su Matteotti, cosa che è avvenuta con grande partecipazione di cittadini. Per Quintano a noi sarebbe bastata anche una commemorazione in Consiglio comunale considerando la figura di Matteotti esemplare per i valori che poi sarebbero stati recepiti dalla nostra Costituzione: libertà di parola, pluralismo politico, rifiuto delle leggi razziali, rifiuto della guerra. Non ci diamo perciò per vinti e stiamo valutando di trasformare la nostra Mozione che è stata immotivatamente respinta in una interrogazione per il prossimo Consiglio sperando in un ripensamento da parte del Sindaco Guercilena.

Leonardo del Priore capogruppo consigliare Europa Verde, Quintano, 6 gennaio 2025.

Dall'ANPI Crema

Apprendiamo dalla stampa con non poco sconcerto la decisione della Sindaca di Quintano, il diniego a ricordare in ambito istituzionale la figura di Giacomo Matteotti. Ritenere Giacomo Matteotti una figura rappresentativa di una ideologia divisiva è qualcosa di più lontano ed offensivo nei confronti di "uno dei padri della nostra democrazia vittima dello squadrismo fascista", citando il Presidente della Camera Lorenzo Fontana nell'aula di Montecitorio durante la celebrazione del centenario della ricorrenza. Ricordiamo al sindaco che Matteotti fu uomo delle istituzioni fu consigliere comunale, Assessore, Sindaco, Presidente provinciale, studioso del diritto, antimilitarista, pacifista convinto, non fu solo un martire della Libertà non combatté solo il fascismo, ma tutte le ingiustizie in un impegno costante al fianco dei lavoratori, fondatore di leghe contadine, di cooperative mutualistiche di solidarietà in una terra poverissima qual era il Polesine. L'intento di tutte le nostre iniziative come ANPI, tenuto nella ricorrenza del centenario della sua morte sono state improntate a favorire la conoscenza, la dirittura politica e umana di questo grande intellettuale e politico, difensore delle istituzioni del ruolo del Parlamento, una vita segnata dal senso del dovere, che va bene oltre la sua militanza la sua appartenenza politica. Chi come Sindaco, rappresentante le istituzioni dell'Italia repubblicana fondata su una Costituzione chiara e inequivocabile su cui giura di essere rispettoso del mandato ricevuto, non può leggere la storia senza riconoscere chi stava dalla parte giusta. L'istituzione democratica che lei rappresenta è il frutto di quelle scelte di vita e Giacomo Matteotti è sicuramente un modello positivo di cui lei dovrebbe farsi interprete affinché quel sacrificio sia tramandato alle attuali e future generazioni. Auspichiamo che il sindaco faccia marcia indietro in questa triste vicenda che la vede protagonista negativa.

 Paolo Balzari – Segretario ANPI Crema

Dall'ANPI di Rivolta d'Adda

Gent.mo direttore, venerdì ho letto l'articolo pubblicato a pag. 13 che titolava: Caso Matteotti. È no a commemorarlo. Nel testo, un virgolettato spiegava le ragioni della sindaca Elisa Guercilena in merito alla risposta negativa a una commemorazione dell'o. Giacomo Matteotti, proposta da Europa Verde.

Non conosco né la sindaca. né l'amministrazione che la sostiene e sono certo che questa mia non cambierà la decisione presa a maggioranza, decisione che, in questo caso, non è per niente rispettabile, come invece dovrebbe essere per tutte le opinioni.

Conosco bene invece Giacomo Matteotti, la sua storia e il suo sacrificio per mano dei sicari fascisti. L'ANPI, i socialisti e la Pro Loco di Rivolta d'Adda hanno ricordato la sua figura lo scorso 10 giugno con una semplice e toccante cerimonia sulla via a lui dedicata.

Vorrei solo dire alla sindaca e ai suoi collaboratori che veramente l'azione politica e gli ideali di Matteotti "sono stati riconducibili a un'ideologia contrapposta".

Questo è stato ed è ancora il suo merito che non ci è dato di dimenticare: aver lottato e aver dato la sua vita per la libertà, la giustizia sociale, la pace contro quel fascismo che aveva soppresso la libertà, imprigionato e ucciso i suoi avversari in nome della prevaricazione, della violenza e dell'esaltazione del potere che hanno portato Paese a vivere quella tragedia che è stato il secondo conflitto mondiale.

Stando alle sue affermazioni (la cui confutazione richiederebbe più di una pagina) vorrei farle notare che anche la Costituzione della Repubblica, alla quale lei ha giunto fedeltà, è "divisiva". L'articolo 3 recita: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione dl sesso, di razza, di lingua. di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociale". Non tutti condividono queste affermazioni. Ogni giorno c'è chi non rispetta l'altrui sesso, chi è dl razza, lingua e religione diversa dalla nostra e via dicendo. Ma quei principi sanciti dalla Carta sono il fondamento della democrazia che è "divisiva" rispetto a ogni forma di dittatura.

Dimenticavo. Probabilmente a lei e alla sua amministrazione sarà sfuggito che il 30 maggio 2024, Giacomo Matteotti sia stato solennemente commemorato in Parlamento. Durante la cerimonia alla presenza del presidente Sergio Mattarella e delle altre cariche dello Stato (La Russa, Fontana...), Giorgia Meloni, presidente del Consiglio dei Ministri ha affermato:

"Oggi siamo qui a commemorare un uomo libero e coraggioso ucciso da squadristi fascisti per le sue idee. Onorare il suo ricordo è fondamentale per ricordarci ogni giorno a distanza di 100 anni da quel discorso il valore della libertà di parola e di pensiero contro chi vorrebbe arrogarsi il diritto di stabilire cosa è consentito dire e pensare e cosa no. La lezione dl Matteotti, oggi più che mai, ci ricorda che la nostra democrazia è tale se si fonda sul rispetto dell'altro, sul confronto, sulla libertà, non sulla violenza, la sopraffazione. l'intolleranza e l'odio per l'avversario politico”. Nessuno di noi crede che a lei e alla sua amministrazione non sia consentito pensarla diversamente da chi scrive, ci mancherebbe, ma ci lasci dire che il vostro "no" ci ha profondamente rattristato. Con amarezza, ma con la forza del vento della Resistenza che continuerà comunque a soffiare, auguriamo buon lavoro a lei e alla sua amministrazione per una comunità che, seppur piccola, è pane della nostra amata Italia che deve la sua democrazia e la sua libertà anche a personaggi come Giacomo Matteotti.

Cesare Sonammo per l'ANPI di Rivolta d'Adda.

La sindaca ha o segue le ideologie!!! Caro Eco i nostri valori nati e fortificatosi con il desiderio di portare avanti tutta la comunità, sottraendola alla dittatura o classe padronale, sono scivolati via senza appello dal rispetto e dal cuore dei “giovani”. Sono pieni di sé, ignorano quanto possa essere utile la collaborazione

Clara Rossini, 10 gennaio 2025, Cremona.
Clara Rossini, 10 gennaio 2025, Cremona.
….

Non c'è che dire… una bella pestata…

…l'improvvida narrazione, seguita da gesto concreto (con cui si è negata la prerogativa di celebrare, nel 100rio, il “sacrificio” (e con esso il retroterra di idealismo e di concreta testimonianza politica ed istituzionale) di Matteotti.

Una rondine non fa primavera…sarà. Ma il gesto (fortunatamente molto controtendenziale rispetto ad un grandioso, forse inaspettato, volume di iniziative celebrative e divulgative) c'è stato. E, per quanto isolato, non può essere lasciato scappare. Dice la Sindaca che l'istituzione comunale deve essere preservata dai germi ideologici (che non è una brutta parola) e dai pericoli divisionisti. Avrebbe potuto aggiungere (per coerenza con il non improbabile retroterra di convincimenti di cui si è fatta non sub liminalmente interprete) un bel e perentorio: qui non si fa politica.

Vero è che in controtendenza con questo paradossale convincimento, anche nella nostra provincia per iniziativa dei Comuni, dell'associazionismo storico culturale, della scuola, si sono svolte decine di iniziative (tutte di grande aderenza allo spirito di rivisitazione di un personaggio e di una pagina di storia italiana).

Per dare un dato utile al raffronto: nel 70° della ricorrenza fu stampato un saggio su Matteotti (oltre ovviamente a degne celebrazioni con eventi). Nel 100rio sono stati pubblicati 60 tra libri e saggi.

Che tutti hanno concorso ad un ritratto sempre più nitido della figura di Matteotti, del suo praticato antifascismo, dei suoi “trascorsi” di socialista democratico e riformista di protagonista della vita istituzionale ad ogni livello (da consigliere comunale, a Sindaco, a Presidente della Provincia, a deputato).

Associazione Nazionale Partigiani Cristiani – Cremona. 80° della Resistenza (1945-2025)

Tutti gli incontri, aperti alla cittadinanza, avranno svolgimento nella Sala Teatro “Contardo Ferrini” (g.c.) corso Garibaldi 121 (S. Agata) con inizio alle ore 17.30.

Significati e valori di una Memoria e di una proposta culturale

L'80° della Resistenza che celebreremo nel 2025 che sta per iniziare, cade in un periodo storico drammaticamente critico sul futuro della Democrazia e del riconoscimento dei suoi valori fondativi e generativi. Ritornano sulla scena politica, italiana ed europea, sovranismi e nazionalismi, anche nelle forme più estreme, che si pensava definitivamente sepolti nel sottosuolo della Storia. Non è stato così! Ripensare all'Antifascismo, alla Resistenza, alla rinascita democratica, che per noi approderà alla Costituzione Repubblicana, diventa un dovere in più e un'urgenza non differibile. La proposta di ANPC, nella fedeltà alla memoria di una Resistenza completa, cioè non unilaterale, nella varietà delle sue espressioni, culturali e politiche, unitarie ma non univoche e talvolta conflittuali, ha scelto la forma comunicativa della Testimonianza di coloro che, in quel drammatico frangente storico, seppero scegliere da quale parte stare, consapevoli del rischio, anche supremo. È il caso di Renzo Gastaldi e Carlo Gilberti, giovani dell'Azione Cattolica di S. Ilario, partigiani combattenti, trucidati a Bramaiano di Bettola. Giganteggia la figura di Alfredo Di Dio, della parrocchia di S. Agostino, fulgida e leggendaria figura di Ufficiale dell'Esercito, comandante partigiano dell'Ossola, ucciso in azione di guerra. Poco nota la figura di Odoardo Focherini, presidente dell'Azione Cattolica di Carpi, morto nel Lager nazista per aver salvato gli ebrei. Il suo nome è nell'Albo dei Giusti tra le Nazioni e la Chiesa lo venera come Beato. I cremonesi Giuseppe Cappi e Giuseppe Casella, dirigenti di Azione Cattolica di alto rango, rappresentano la testimonianza della Resistenza civile, che si contrappone al Fascismo con gli strumenti della Cultura, del Pensiero, dell'Educazione. Dal mondo cattolico bresciano, collaboratrice di Teresio Olivelli, proviene la figura di Laura Bianchini, una delle 21 donne elette all'Assemblea Costituente. Donna di Fede, di cultura, di coraggiosa iniziativa politica.

Il nostro specifico associativo è la custodia, non nostalgica ma attiva e propositiva, della memoria della Resistenza e dei resistenti cattolici, dell'Antifascismo come i cattolici italiani l'hanno vissuto, su cui perdura, non del tutto superato, un pregiudizio relativo all'acquiescenza, all'attendismo, al quietismo nei confronti del regime fascista, rispetto ad altre esperienze ritenute più efficaci e decisive nella militanza politica e nella lotta armata. Restituire verità storica all'Antifascismo e Resistenza dei cattolici, propedeutica senza diminuzioni all'unità costituzionale e agli sviluppi del Cattolicesimo democratico, diventa impegno qualificante nella celebrazione dell'80°.

Franco Verdi, Presidente Provinciale
Franco Verdi, Presidente Provinciale

Nessuno tocchi l'ANPI

Buona sera a tutti, vi chiedo di vedere, ascoltare e DIFFONDERE questo video pubblicato dal professor Alessandro Barbero, con la richiesta di utilizzare tutti i vostri possibili contatti.

Il momento politico in cui viviamo richiede la massima attenzione, vigilanza e partecipazione da parte di tutti coloro che credono nei valori della democrazia e della libertà riconquistata per il nostro Paese grazie al sacrificio di tutte quelle donne e quegli uomini che parteciparono alla guerra di liberazione dall'occupazione nazi-fascista.

Buona visione e diffusione.

Ricevuto da una marea di mittenti. Di nostro, segnaliamo sinteticamente l'opportuna iniziativa del ricercatore-saggista-divulgatore, consigliando ad un tempo la visione del video. Per la segnalazione del deprecato accadimento, per il senso della testimonianza, per l'implicita esortazione (specie al nostro perimetro ideale e politico) a tenerne conto.

Se è consentito un breve commento, la nostra linea editoriale, specie considerando “i tempi” correnti, vistosamente connotati da prorompenti combinati di negazionismo e di riscrizione della storia (repubblicana, s'intende), condivide appieno l'appello.

Vero che sarebbe azzardato sostenere che il governo in carica e l'area politica di riferimento pratichino sotto mentite spoglie il motto “non abrogare non restaurare” del congresso fondativo del MSI. Ma appare anche lecito dubitare, a prescindere dal galateo istituzionale nei confronti della Repubblica nata dalla Resistenza e dall'insistito profilo governista da “destra sociale” non molto dissimile dall'interclassismo di vecchia scuola (con cui sono premiati gli abbienti quando non i ricchi e ammirati i ricchissimi, notoriamente molto contigui ai detentori del potere), del pieno, rassicurante approdo ai cardini (anche narrati) della Costituzione Italiana. Che è, per sua natura, antifascista. Tertium non datur. Nessuna forca caudina da sotto passare. Ma, alla vigilia dell'80° della Liberazione che dovrà essere degnamente celebrato, divulgato ed attualizzato a beneficio della formazione civile delle nuove generazioni, ciò va ribadito. Anche cogliendo sia il “passaggio” proveniente dalla vicenda di Quintano sia il monito del Professor Barbero. E, tanto per autoallertarci del terreno potenzialmente insidioso in cui potremmo infilarci, diciamo subito che non ci convince la motivazione di evidente profilo moralistico e populistico dello spending review, con cui ambienti del centro-destra propongono che lo Sato non versare più contributi all'ANPI. Che in realtà, come viene precisato da ambienti dell'ANPI, costituiscono piccole cifre, quasi simboliche da sempre riconosciute dal Ministero della Difesa per la celebrazione del 25 Aprile. Ma quando si vuole delegittimare qualcuno, non si bada ai particolari ed ai fatti. L'ANPI, come l'ANPC, vive di tessere e di contributi volontari degli iscritti. Ma questo non si dice! Al contrario il “taglio” si iscrive in un proposito di discredito e di delegittimazione, con cui si vuole includere l'associazionismo resistenziale nella fattispecie dei destinatari di prebende, normalmente dirette e riservate alla politica. Un'azione, che punta più che ad una controfattuale annessione alla fattispecie dei sussidiati, alla delegittimazione della mission di divulgazione e di testimonianza permanente del proprio dna di epicentro del dovere di continuità di questi 80 anni. Riuscirebbe meglio questa coerente determinazione dell'antifascismo se fosse ben imperniata e radicata la determinazione ad “non allargarsi”, in termini di dilatazione del carnet della testimonianza. Capiamo l'impulso da cui si muovono fasce associative, che, orfane delle prerogative di militanza offerte dai grandi movimenti storici, tendono naturalmente ad individuare nell'associazionismo partigiano ed antifascista un “rifugio” per soddisfare l'impulso a non disertare. Impulso che, non raramente, porta a ridefinire i parametri costitutivi e le linee guida tematiche in capo all'associazionismo, i cui perni di riferimento sono conficcati nella difesa e nella divulgazione della storia e dei valori intramontabili dell'antifascismo. Possiamo comprendere, ma non giustificare, la tendenza istintiva (per certe culture politiche) all'analogismo tra le narrazioni in automatico del presente ed il retroterra ideale e, non raramente, ideologico. Per la prima volta in questi 80 anni l'antifascismo si trova alle prese con un'inedita maggioranza il cui senior partner non si dichiara e non vuole dichiararsi “antifascista”. Con conseguenze non esattamente neutre a livello dell'indiscusso rango di tutto l'impianto, teorico e pratico, della mission dell'antifascismo. Praticare versioni “allargate” delle funzioni associative non solo non è atteggiamento fecondo all'interesse dell'organizzazione di militanti, ma costituisce anche un indebito “assist” (se non altro “dialettico” e foriero di vantaggi di audience, come il “taglio dei contributi statali”) a vantaggio della controparte. Per quanto premesso, nella consapevolezza del fatto che questi nostri afflati non possano avvenire sul piano della concretezza in una sorta di minimo sindacale, chi scrive e dirige la testata che fu fondata da Bissolati e diretta per decenni da Emilio Zanoni (il cui saggio sulla Liberazione verrà pubblicato e divulgato, come “griffe” dell'80°) e Clara Rossini presidente dell'Associazione Zanoni chiederemo di sottoscrivere (come soci simpatizzanti) la tessera dell'ANPI e dell'ANPC.

Buona Liberazione!

Dall'archivio L'Eco Forum dei lettori

  lunedì 25 novembre 2024

Focus sanità /31

La parola ai lettori e ai rappresentanti istituzionali

  giovedì 14 novembre 2024

Focus presidenziali USA /2

Forum lettori

  giovedì 19 settembre 2024

Lettere a l'ECO /37

Riceviamo e molto di buon grado pubblichiamo

  mercoledì 4 ottobre 2023

Nasce un forte movimento contro il "pacco" / No impianto biometano

La parola ai lettori e ai rappresentanti istituzionali

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