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Lettere a l'ECO

  29/04/2024

Di Redazione

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Per abrogare il 'rosatellum' come aveva indicato Felice Besostri

Care compagne e cari compagni, come forse già sapete si è costituito il Comitato referendario per la rappresentanza chiamato anche Comitato Referendario contro il Rosatellum, con l'obiettivo di abrogare parzialmente dell'attuale legge elettorale così come aveva indicato il compagno Felice Besostri.

Anche al fine di onorare la sua memoria e l'instancabile lavoro di un socialista spesso inascoltato dalle forze politiche, mi è stato chiesto di partecipare al Comitato Referendario presieduto da Elisabetta Trenta e con la presidenza onoraria di Giorgio Benvenuto.

Una battaglia che dovrebbe essere fatta propria da tutti i socialisti.

I quesiti referendari depositati in Cassazione lo scorso 23 aprile, hanno come fine fondamentale quello di restituire ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti e modificare una legge che di fatto ha messo nelle mani dei soli Segretari dei partiti la composizione dell'attuale Parlamento. Quindi vogliamo restituire al Popolo il diritto di scegliere.

Con i referendum, per i quali a breve si inizierà la raccolta delle firme, ci proponiamo in particolare di:

  1. Affermare la libertà di scelta tra lista proporzionale e candidato uninominale mediante l'abolizione del voto congiunto obbligatorio 
  2. Abolire le soglie di sbarramento per ridurre la notevole dispersione di voti validi 
  3. Ridurre le pluricandidature perché queste contribuiscono a non comprendere chi effettivamente vorremmo eleggere.
  4. Obbligare tutte le liste di candidati alla raccolta delle firme affinché tutti siano uguali al nastro di partenza elettorale

Con una Legge di iniziativa popolare si proporrà inoltre l'abolizione delle liste bloccate.

In attesa di organizzare la raccolta delle firme, con le modalità che via via verranno comunicate, attraverso i banchetti nel maggior numero di città e con la piattaforma informatica, è stato predisposto un modulo per la raccolta delle adesioni che ti invitiamo a compilare e a diffondere ad altri tuoi contatti:

https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSevfwm6gxcPfaJdWSwzQ90PCkD7vqaKnED82DSjAoemScGWXg/viewform

Se volete saperne di più, oltre alla mia personale disponibilità, potete visitate il sito coordinamentoperlarappresentanza.blogspot.com.

Da pochi giorni è attiva la pagina Facebook, Instagram, X ed è in costruzione il sito https://www.iovoglioscegliere.it/.

A presto  Roberto Biscardini

Assecondiamo di buon grado il senso della missiva, con cui il compagno Roberto Biscardini annuncia la costituzione di Socialisti in Movimento e l'avvio della campagna referendaria per la parziale abrogazione della vigente legge elettorale. Meglio conosciuta, dall'ultimo sfregio appartato, in vigenza del centro sinistra, “Rosatellum”, ma integrante anche l'apporto dell'ancor più nauseante (non solo nell'etimo), “Porcellum”.

Fa bene Biscardini a ricordare sul tema l'appassionata, consapevole, lucida testimonianza di Felice Besostri, che, anche in tempi non esattamente proclivi, aveva incardinato questa testimonianza, inaggirabile per una sinistra che volesse minimamente accreditarsi come riformista e portatrice di coerente difesa dei perni ordina mentali della Costituzione Repubblicana.

Diciamolo con franchezza (anche se con generosa comprensione per le fughe in avanti dell'ultimo quarantennio di storia socialista) che “dall'andate al mare!” e a seguire il “nuovo corso” andrebbe rivisitato, anche o soprattutto, sul versante dell'elaborazione della riforma dello Stato.

Indubbiamente, non fu azzardato guardare con interesse oltre i confini ad esperienze come il “semipresidenzialismo” francese. Bisognerebbe, però, ad un certo punto, fare il tagliando di questo modello ordinamentale, anche dal punto di vista della piena sostenibilità misurata sul campo e, per quanto ci riguarda, della traslabilità tout court nel nostro contesto nazionale.

Indubbiamente, ad ottant'anni dell'entrata in funzione della Carta Istituzionale, l'impianto, almeno in alcuni snodi, va rifunzionalizzato. Attraverso riforme che abbiano come scopo il miglioramento della macchina; non già l'adattamento della stessa alle pulsioni della polarizzazione.

In cima resta la questione del bicameralismo, rispetto al quale la riduzione numerica delle due Camere dimostra di essere meno di un placebo. Indubbiamente, l'aspetto più deragliante della situazione è rappresentato dalle conseguenze (non inimmaginabili) del comodato disposto di una legislazione regolante le modalità di attribuzione del mandato di rappresentanza nella sede legislativa.

E, dato che ci siamo, non possiamo non segnalare le operazioni in corso sul terreno dell'ulteriore sfilacciamento dell'intero ordinamento (nella sua distribuzione delle funzioni ai vari livelli), quale risulterebbe dall'eventuale, inopinata introduzione della cosiddetta “autonomia rinforzata”. Che si aggiungerebbe ai disastri apportati dalla cosiddetta riforma del Titolo V.

Non v'è chi non veda la centralità di queste tematiche nell'economia del rilancio del socialismo riformista. Ben venga l'iniziativa annunciata dal Comitato, nel nome dell'indimenticato Besostri.

Felice Besostri.

Un altro antifascismo è possibile?

Arrigo Levi su Critica Sociale (1948), "La vittoria del socialismo in Israele"

Un altro modo di celebrare il 25 aprile è possibile? O siamo destinati alle aggressioni alle brigate ebraiche, che combatterono contro i nazisti, al fianco dei partigiani, con il nome di BRIGATE PALESTINESI, e con un numero di morti arabi e israeliani quasi della metà della loro formazione?

Le aggressioni del 25 aprile 2024 sono opera di persone senza senso, che dovrebbero essere disintossicate dall'alcool e dalle droghe, nulla di rilevanza storica o politica se non l'antisemitismo. Niente a che fare con la causa Palestinese. Un'ubriacatura vale l'altra, basta che sia barbera. Così come sullo sfondo il vocio del monologo di Scurati contro il "governo fascista". Avanti così, e il 25 aprile verrà disertato. Torniamo invece alle origini del socialismo e di Israele, lasciando da parte gli ubriachi e Scurati, ma anche quegli idiori della RAI che non l'hanno fatto parlare: nessuno, infatti, se ne sarebbe accorto. Dice già nel 2010 alla Critica Sociale Arrigi Levi: "Il socialismo ha avuto questo ruolo di nation building anche altrove". Cioè in Israele oltre che in Italia. Ne è preziosissimo testimone Arrigo Levi ne è preziosissimo testimone.  Inviato e corrispondente da mezzo mondo, direttore della Stampa, saggista e pensatore, oggi Consigliere del Presidente Napolitano. In una interessantissima intervista che ci ha concesso nelle scorse settimane, Levi torna alla sua gioventù, parla della sua famiglia di frequentazioni democratiche, con lo zio Pio Donati, deputato socialista strettamente legato a Treves e Turati, picchiato dai fascisti e morto in Belgio per le conseguenze delle violenze subite, parla della fuga in Argentina per scampare ai rastrellamenti, dell'inizio della sua carriera di giornalista che si intreccia con quella di impiegato in una ditta di valvole a Buenos Aires, fino al rientro in Italia e alla partenza come volontario per Israele nel 1948, quando il Paese era accerchiato e minacciato nella sua stessa esistenza, assieme alla vita dei 500.000 ebrei, quasi tutti appena scampati all'Olocausto.Lì scrive tutto quel che vede e sente della nascita del nuovo Stato. Lo fa sui giornali emiliani (La Libertà di Piacenza e la Gazzetta di Modena, con Zucconi), ma lo fa anche per la Critica Sociale diretta da Ugo Guido Mondolfo. Il suo primo articolo: "La Vittoria del socialismo in Israele". Un articolo impressionante per l'analogia tra il tipo di contributo dei socialisti alla nascita (e alla difesa) della nuova Nazione, così come alla fine del secolo precedente fecero i socialisti con la nuova nazione italiana. Anche qui Arrigo Levi coglie l'importanza del mutualismo, della forza morale che pone un limite "agli eccessi in alto e in basso" nelle condizioni di vita della società israeliana, al collettivismo inteso come collaborazione tra privati, senza rinunciare alla proprietà, ma mettendola in associazione ai mezzi altrui per accrescere le possibilità di risultati positivi in campo economico, nell'agricoltura, nelle comunità. Coglie la matrice religiosa (il sionismo) al fondo di questo socialismo, così differente da quello sovietico, e, come Tocqueville, si capisce che la ritiene indispensabile alla democrazia, anche per chi non sia uno stretto osservante delle liturgie. "Una situazione che - diceva 14 anni fa! -, non ha nulla a che vedere con l'oltranzismo che ha preso piede in Israele, così come tra i palestinesi e nel mondo islamico, dove, dopo gli ebrei, ora tocca ai cristiani essere perseguitati affinché entrambi se ne vadano con le buone o le cattive. È stata una piacevole scoperta trovare tra gli autori della Critica Sociale il nome del grande giornalista, una prova concreta del prestigio, cui la sua testimonianza fa onore, della nostra tradizione".

Intervista con Stefano Carluccio.

A Milano, presso il Centro Brera in via Marco Formentini, 10. Tel: 02 871 760 05, email: info@centrobrera.it oppure eventi@centrobrera.it.

BiometaNO: una battaglia di alto valore civico

Caro Direttore, mi riferisco all'esternazione apparsa sul quotidiano cittadino di oggi, con cui il vicesindaco in carica, officiato dalla “ditta” di appartenenza e soprattutto sua sponte, in stand by per spiccare il volo per lo step più alto, la racconta giusta.

Con eloquio esplicito, con cui dal metodo "vasellina" (dei detti/non detti finalizzati ad intorbidire la realtà) passa all'esplicito/brutale.

 Con quel "maggior impulso alle agroenergie, un rafforzamento del legame col settore fieristico" cade (semmai ci fosse stato) il velo sulla scaturigine dell'ordine di servizio (la sinergia tra la "ditta" agro-editoriale e la padrona di Cremona, A2a). Il ragazzotto (che sa poco o niente ma parla di tutto e che, volendo essere non reticenti, è buono a nulla ma capace di tutto) si supera con quell'esplicito "sull'area insistono già impianti di economia circolare". Vero quel concentrato di merda sedimentato sulla bassa (confinante con l'hinterland cui non si deve far mancare questo bendidio!) va ottimizzato attraverso il progetto organico di "dare ordine ambientale a quel comparto e di andare incontro alle esigenze degli agglomerati urbani presenti". Albertone Sordi (in viaggio con papa) avrebbe, senza offesa, apostrofato il figlio Cristiano (Verdone) "' 'a sce...".

D'altro lato, non sarebbe stato possibile che lo spitzkandidat (già recordman di servizio nella nomenklatura comunale) non restasse sulle stesse linee-guida ispirative della sua lunghissima e disastrosa performance di responsabile dell'urbanistica.

 La stessa logica con cui la grande distribuzione ha acquistato l'ex area dei rutt (definizione gergale del preesistente insediamento SNUM) di via Giordano e ha ottenuto il cambiamento di destinazione d'uso e l'autorizzazione amministrativa per costruire uno dei (tanti) obbrobri edilizi.

il Sindaco in pectore (speriamo non venga espettorato) la butta lì (certo di governare una città di scemi): "A2a ha acquistato un'area da un soggetto privato...". Già, sarebbe lecito chiedersi, che destinazione urbanistica aveva quest'area (di via San Rocco) in capo al precedente proprietario? Il Comune di Cremona (non si sa se "partecipante " o, vista la umiliante subalternità politica, "partecipato" da A2a) era a conoscenza di questa circostanza propedeutica? Queste domandine facili facili andrebbero poste allo spitzkandidat, espressione ormai palese di un concentrato di interessi che poco o nulla hanno in comune con i preesistenti valori dell'autodefinitosi campo progressista.

Sarebbero questi gli aspetti su cui in una città normale sarebbe legittimo attendersi da chi puote e vuole esternazioni rispettose ed esaurienti, non già prestazioni da sbruffoncelli (sia pure investiti di funzione pubblica).

Ringrazio per lo spazio, nella speranza che di dovere risponda.

Lettera firmata, Cremona, 28 aprile 2024

Caro lettore, grazie a Lei per la segnalazione. Dubitiamo molto del fatto che si possa realisticamente attendere un gesto di interlocuzione da parte del diretto interessato. Che parla e scrive con l'universo mondo dell'informazione; ma disdegna il rapporto con le voci libere. Al punto che l'ufficio stampa comunale ha espunto la nostra testata dalla mail list, cui normalmente invia (si suppone) il profluvio di comunicazioni. Infittosi, con l'approssimarsi dell'election day di giugno.

Nel merito della lettera non ci esimiamo dall'esternare una quasi completa identificazione con la nostra linea editoriale. D'altro lato, nota, considerando che abbiamo aderito come soggetto collettivo ai sostenitori del Movimento No Biometano.

È vero che, sul voto del 9 giugno, non ci si può impiccare alla monotematicità (una volta dismesso il ricatto di appartenenza ideologica). Ma se al biometano aggiungi, il no al nuovo ospedale e il no alle strategie urbanistiche da mani sulla città, sarà ben difficile incrociare l'offerta messa in campo dai boiardi del centro-sinistra.

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