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Lettere a l'ECO /40

Riceviamo e molto di buon grado pubblichiamo

  11/10/2024

Di Redazione

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Armonizzazione e convergenza…

Gentile direttore, chissà perché mi ritrovo a casa, nella mia casa di Piazza Castello dove si respirava aria pulita e il bene era rivolto a tutti quelli che con noi si relazionavano ….

Il socialismo di mio padre, Gino Rossini, era una calda coperta che abbracciava ogni suo concittadino, pur se in tempi difficili, senza il colore diverso di giacca. Altri tempi certamente, difficili esperienze che per qualche tempo hanno indirizzato a cercar di risolvere i problemi della comunità. Con le elargizioni di generosi donatori è stato possibile erigere il nostro attuale ospedale. Lungo le rive del Po ebbe luogo la prima Fiera dell'Agricoltura per il suo rilancio, difficile allora attuare una buona rete ferroviaria dato i danni provocati dai bombardamenti. Sono trascorsi più di settant'anni e? e il nosocomio, patrimonio di tutti, è stato avvilito, spogliato di credibilità ma soprattutto di personale medico e infermieristico. La fiera Agroalimentare è una fascia elastica che ognuno manovra per esibirne un “pezzo “. In questi ultimi decenni le amministrazioni che si sono avvicendate sia in comune che in regione si sono arrogate il diritto di prendere determinate decisioni senza informare o almeno ascoltare i diretti interessati, i cittadini. Da Roma arrivano le notizie più disparate sulla supremazia del centro destra che unito può guardare dall'alto o da destra estrema appunto, la sinistra che non trova mai un positivo punto d'incontro. Prestare attenzione alle necessità del Paese è nulla se confrontata a quella ben più sentita di accaparrarsi una poltrona. Massima arroganza e si cade dalla padella alla brace.

Quello che più avvilisce è che una volta eletti la promessa di ascoltare ogni richiesta per una consapevole decisione viene immediatamente seguita da un però, un ma, un distinguo. E ti cadono le braccia. È come picchiare la testa contro il muro. Fa male vedere volare idee di sinistra verso la destra per ottenere quanto voluto, anche se in campagna elettorale i programmi presentati erano ben diversi e ben definiti.

Fa male che in questa rincorsa ad un riconoscimento politico ben remunerato non si affrontino i temi principali che condizionano il nostro buon vivere. Mi correggo, ne parlano, ne discutono ma non arrivano all'iter per la risoluzione, almeno ad un minimo di risoluzione.

La calda coperta di mio padre, armonizzazione e convergenza, impegno e cuore potranno essere il collante per il formarsi di un buon socialismo lontano dal canto delle sirene?

 Grazie per l'accoglienza caro direttore, un cordiale saluto.

Clara Rossini, 7 ottobre 2024, Cremona
Clara Rossini, 7 ottobre 2024, Cremona

Sanità: dichiarata ammissibile la proposta di legge popolare

Piloni (PD): "Ora la battaglia passa in Commissione e in Consiglio, la salute torni ad essere un diritto"

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Poco fa l'ufficio di presidenza del Consiglio regionale ha deliberato l'ammissibilità della nostra proposta di legge di iniziativa popolare per la riforma della sanità lombarda, sulla quale abbiamo raccolto in pochi mesi circa centomila firme di cittadine e cittadini, consegnando le prime 17mila alla segreteria del Consiglio e, di queste, duemila provengono dalla provincia di Cremona” così il consigliere regionale del Pd Matteo Piloni in merito alla proposta di legge di iniziativa popolare sulla sanità, depositata lo scorso lunedì 23 settembre.

Ed è proprio per far sentire la voce di tutti questi cittadini che ci batteremo, prima in commissione e poi in aula consiliare, per riportare il nostro servizio sanitario regionale sui giusti binari – sottolinea Piloni – e ridare quindi forza e dignità alla sanità pubblica, mettendo fine al ricatto del ‘o paghi o aspetti' che è il contrario della garanzia universale del diritto alla salute.

Abbiamo lanciato la raccolta firme a fine febbraio, durante la nostra prima conferenza regionale sulla sanità che, non a caso, si intitolava ‘la salute è un diritto', come afferma la nostra Costituzione all'articolo 32. Quella affermazione deve tornare a essere realtà. Di fronte agli annunci di Fontana e Bertolaso sui miglioramenti in campo sanitario, sempre smentiti dai fatti, la nostra proposta di legge è un'ottima opportunità.

'Comitato per la difesa della sanità pubblica e dell'ospedale di Cremona'

La risposta a Piloni è la [prima] manifestazione pubblica di sabato 12 ottobre a Desenzano in difesa del SSN e degli ospedali lombardi

 Di Piloni, che batte il chiodo sul blog in tema di sanità pubblica con 2 uscite in data 7 e 9 ottobre, possiamo dire che non ha certo dalla sua quella saggezza popolare espressa nel proverbio che da una prospettiva vetero maschile ammoniva 'non puoi avere la botte piena e la moglie ubriaca'.

Come è risultato dall'incontro dell' 11 settembre col Comitato che rappresentiamo, Piloni è di quelli che pensano che si possa avere l'una e l'altra cosa, si può avere una sanità pubblica di qualità ben finanziata e insieme buttare soldi per demolire e ricostruire l'ospedale di Cremona, un ospedale nuovo nell'impianto, di soli 50 anni la cui ri-qualificazione costerebbe enormemente meno come è stato dimostrato conti alla mano e come si sta facendo con grandi nosocomi lombardi, quelli sì vecchi. Lo scoglio non è però solo il Piloni-pensiero ma anche quello della consigliera Rozza che nell'incontro dell'11 ha motivato il suo appoggio al nuovo ospedale così “Gli ospedali vecchi sono ricettacoli di virus” e non ha fatto meglio il consigliere Borghetti responsabile della sanità per il PD regionale per il quale, senza conoscere il progetto, è buona cosa che a Cremona si butti giù e ricostruisca il Maggio-re dal momento che esperti attestano che un ospedale non possa vivere più di 20-30 anni. Ma, poiché il problema non tocca solo Cremona, il Comitato che rappresentiamo ha dato vita il mese scorso a un Coordinamento di Comitati Lombardi in cui sono confluiti ben 5 Comitati impegnati sugli stessi nostri fronti. Noi ripetiamo il concetto: mentre il PD si crogiola nella raccolta firme e nel patrocinio di leggi di iniziativa popo-lare di là da venire, il territorio è già stato colonizzato dal privato e, come è palese, ci sono andate senza ritorno in questo ambito. A Piloni ripetiamo: c'è la propaganda e questa si chiama raccolta firme e promesse futuribili e ci sono i dati di fatto, un SSN al palo, liste d' attesa inevase e soprattutto un territorio già 'occupato' dal privato cui il cittadino non può che rivolgersi stante il disarmo del sistema pubblico. La domanda che resta è: cui prodest tutto questo? chi sono i veri portatori di interesse per il PD e per Piloni? A chi serve un ospedale nuovo se mancano i soldi per non far morire il SSN? Se la Regione ha una responsabilità indubbia circa la gestione della sanità lombarda dov'è la vera opposizione del PD a questa dissennata politica? Cosa fa il PD al governo (da quanto?) di una città prima in Europa per morti precoci da inquinamento?

Intanto che il PD fa lo struzzo noi facciamo opposizione dal basso e diamo notizia che il Comitato che rappresentiamo, insieme ai Comitati del Coordinamento, partecipa sabato 12 ottobre a una prima grande azione collettiva a Desenzano in difesa del diritto dei cittadini ad una sanità pubblica di qualità, a un SSN efficiente e insieme contro il progetto di abbattimento e ricostruzione di un nosocomio che ha tutti i numeri per essere riqualificato non diversamente da come si sostiene per il Maggiore di Cremona.

La manifestazione di sabato vedrà protagonista il Comitato che rappresentiamo con l'obiettivo di denunciare il de-serto sanitario-assistenziale del territorio Cremonese e insieme il caso dell'ospedale di Cremona per il quale si chiede una riqualificazione che ne faccia il punto di riferimento affidabile per l'utenza locale oggi costretta a un 28% di fuga verso altri nosocomi a titolo di mobilità passiva. L'appuntamento di Desenzano è il primo passo dell'appena costituito 'Coordinamento di Comitati per la difesa della sanità pubblica e degli ospedali Lombardi'. A Piloni diciamo che la propaganda non risolve il problema delle liste di attesa, la rarefazione dei servizi, lo spre-co di denaro pubblico e che il compito di un partito che si dice democratico è quello di rispondere i bisogni dei territori che si incrociano se c'è l'onesta volontà di leggerli e la dovuta disponibilità all'ascolto di chi dal basso lancia appelli ad oggi senza risposta. Noi continueremo a bussare a porte che sinora non si sono aperte e a chiedere che non si faccia propaganda strumentalmente su quei bisogni di sanità e assistenza che la Costituzione dichiara fondamentali. Ora il re è nudo. Il privato è già padrone. Si corra ai ripari e si ammaini la bandiera della propaganda.

G. Franzoni, R. Vacchelli

G. Franzoni, R. Vacchelli

Pensioni e disuguaglianze di genere: sono necessarie riforme urgenti

Giovedì 10 ottobre si è tenuta in Cgil a Cremona un seminario di approfondimento sulla Previdenza, dedicato alle delegate ed ai delegati sindacali e organizzato dal dipartimento regionale e nazionale CGIL.

Per la Cgil il tema delle pensioni rimane centrale e la nostra organizzazione continuerà a rivendicare un netto cambiamento delle politiche finora avanzate. 

Lo abbiamo detto molte volte, ed oggi lo ribadiamo: questo Governo ha peggiorato la Legge “Monti-Fornero”, tanto più se consideriamo anche i tagli effettuati, nella scorsa legge di Bilancio, e con valore retroattivo, alle pensioni dei pubblici dipendenti oltre che i continui tagli effettuati alla perequazione delle pensioni. 

Sul fronte della previdenza, la spesa pensionistica oggi è in equilibrio, ma le incognite legate allo scenario demografico, con l'aumento dell'età media della popolazione, il calo della natalità e la riduzione della popolazione attiva, rappresentano una sfida importante. 

Il governo deve affrontare queste problematiche con maggiore attenzione - dichiara Elena Curci Segretaria Generale Cgil Cremona - anche attraverso politiche sull'immigrazione che possano contribuire a bilanciare il rapporto tra pensionati e contribuenti. Allargare la base contributiva, migliorando le condizioni di lavoro e aumentando i salari, è essenziale per garantire la sostenibilità del sistema pensionistico”.

Sembra proprioche il Governo ce l'abbia con le donne, – aggiunge Curci – povere al lavoro e povere in pensione. Infatti, anche i dati Inps del monitoraggio sui flussi di pensionamento del 2023 certificano le disuguaglianze ed i divari nel nostro Paese”.

Del resto - prosegue Curci – in questa Legge di Bilancio si è deciso di azzerare qualsiasi forma di flessibilità in uscita per le donne e di azzerare nei fatti Opzione Donna, su cui molte lavoratrici facevano affidamento”.

"Le disuguaglianze sono evidenti e vengono certificate in maniera chiara dai dati Inps – commenta Curci – l'importo delle pensioni anticipate, sempre considerando il valore mediano, hanno una differenza di 730,09 euro, si passa dalle 1.627,51 euro degli uomini alle 897,42 euro per le donne".

"I dati confermano anche una accentuata e costante penalizzazione delle donne – prosegue Curci - Le donne le più colpite dalla legge Monti-Fornero e adesso, con le scelte del Governo Meloni, sono nella stessa condizione: si fa cassa sulle loro pensioni, con un azzeramento di fatto della flessibilità in uscita che le costringe al pensionamento di vecchiaia a 67 anni".

"I dati anche nella nostra provincia evidenziano infatti che sono 19.079 le donne che sono andate in pensione a 67 anni (vecchiaia) contro 7.373 uomini, un dato che sottolinea come gli uomini riescono ad andare in pensione anticipata ben prima del compimento dei 67 anni. Le pensioni anticipate vigenti sono 33.464 per gli uomini contro le 12.038 pensioni vigenti a favore delle donne, un divario enorme ed inaccettabile che non è assurdo definire discriminazione nei fatti". 

"Per rimuovere le attuali disuguaglianze – conclude Curci – è necessario creare occupazione di qualità per le donne, quindi stabile ed a tempo pieno, abbattere i divari retribuitivi e approvare una riforma complessiva dell'attuale sistema pensionistico che riconosca le diverse condizioni delle persone, a partire da quelle legate al lavoro di cura familiare (bambini, anziani e disabili), ancora oggi quasi interamente in capo alle donne, e che sani il gap dovuto a carriere discontinue e bassi salari”.

Ci avviciniamo, come ogni anno, al 25 novembre, una giornata che, giustamente, denuncia le discriminazioni e le violenze sulle donne, ma che, senza fatti concreti che valorizzino il loro ruolo nella società, rischia di restare una data vuota. Servono azioni concrete ed urgenti.

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