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La sinistra e la questione socialista /16

  17/01/2023

Di Redazione

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Riprende il focus dedicato all'approfondimento sulla sinistra e sulla questione socialista. Evidentemente attorno al tema c'è legna da ardere. Stupisce che a tener acceso l'interesse siano state e siano una testata storica “bomboniera” e una piccola Comunità cui fanno capo testimonianze individuali che sfuggono alle categorie e alle logiche in cui si dipana la “dialettica” (si fa per dire) e in qui si fronteggiano i players dei nuovi movimenti e dei partiti di vecchia strutturazione.

In questa edizione (n. 16) della serie pubblichiamo un contributo della stampa correlata. A firma di Mauro del Bue, figura nota sia del ciclo riformista sia del successivo della diaspora socialista, fino a qualche settimana fa apprezzato Direttore dell'Avantionline e membro della Direzione del PSI.

Del prosieguo del suo indefettibile e coerente impegno sia ha contezza dalla lettura dell'articolo attinto dal blog della costituenda Associazione Socialista Liberale. “ci muoveremo come Associazione e col giornale La Giustizia che uscirà a giorni. Lanceremo idee al congresso del Pd e al Terzo polo”: è l'annuncio della missione di una testimonianza, che si tiene lontana dallo stile di replica del micro partitino. Ma che gioca la sua ragion d'essere sul piano della riaffermazione delle radici liberalsocialista, che costituiscono l'unica dorsale per un sostenibile tentativo di rilanciare la sinistra riformista. Il progetto associativo è stato attivato, come abbiamo anticipato, oltre che Mauro del Bue, da Ugo Intini, Riccardo Nencini, Bobo Craxi, Oreste Pastorelli, Rita Cinti Luciani, Francesca D'Ambra, Giovanni Crema, Enrico Buemi. Nei prossimi giorni si incontreranno anche i promotori locali allo scopo di definire le modalità di costituzione di un circolo locale dell'Associazione.

ECO-Rassegna della stampa correlata

Mauro Del Bue. Questione socialista e Pd

La sostanziale differenza tra noi e i nostri coinquilini dell'attuale gruppo dirigente del Psi è la seguente: noi contestiamo le ragioni storiche e politiche della nascita e dell'esistenza del Pd come sintesi della cultura e della tradizione comunista e di quella democristiana (non a caso nelle sezioni campeggiano i ritratti di Berlinguer e di Moro), loro sono subalterni a questo partito legittimandolo storicamente e politicamente. Quest'ultima posizione dichiara implicitamente risolta la questione socialista in Italia. La nostra la tiene aperta. Anzi spalancata. A mio avviso per tenere ancora aperta questa questione vale ancora davvero la pena impegnarsi. Loro la risolvono sul piano europeo, noi la vogliamo e dobbiamo risolvere sul piano nazionale. E in questo senso ci muoveremo come Associazione e col giornale La Giustizia che uscirà a giorni. Lanceremo idee al congresso del Pd e al Terzo polo. Sul piano storico rivendicheremo l'attualità del riformismo di Turati e del socialismo liberale di Rosselli, della svolta autonomista di Nenni del 1956 e del primo centro-sinistra, nonché della politica di Craxi e delle sue intuizioni. Si tenta troppo spesso di ignorare questa storia e di piegarla agli interessi politici del Pd che coincidono con una narrazione di coincidenze falsate: quella di un rapporto di collaborazione, e non di scontro, tra De Gasperi e Togliatti, quella di un esclusivo apporto di comunisti e democristiani, non solo alla guerra partigiana, ma anche alla Consulta e alla Costituente, come se la Carta fosse espressione di quel singolare rapporto (in verità comunisti e democristiani votarono sull'articolo 7 contro i socialisti e i laici a favore dell'inserimento in Costituzione dei patti lateranensi), ma anche quella di una comune politica di Berlinguer e Moro che non vi fu mai nella forma di un governo di entrambi. Sul piano politico rilanceremo il tema della grande riforma della Costituzione, quello di un'altrettanto grande riforma della giustizia nel quadro complessivo annunciato dal ministro Nordio, di un aumento dei salari e degli stipendi che sono i più bassi di tutti i paesi europei, i soli che hanno perso valore negli ultimi trent'anni, sopratutto attraverso un corposo taglio del cuneo fiscale, di un salario minimo e di tante altre battaglie nel segno della giustizia civile e sociale. Moltissimi compagni e amici vogliono darci una mano, da dentro il Psi o da fuori. E questo ci conforta nel nostro lavoro, attenuando le fatiche del nostro cammino. E rendendolo anche più piacevole e gratificante.

ECO-Forum dei lettori

Un nuovo partito liberalsocialista con vedute innovative

Caro Direttore, l''analisi da te fatta del problema sinistra, anche europea, è come sempre esaustiva e molto approfondita. Infatti, non bisogna solo guardare al passato, agli ideali ma costruire un nuovo partito liberalsocialista con vedute innovative atte a garantire libertà e voglia di partecipare ad associazioni che diano un impulso all'economia, al lavoro, alla sanità pubblica e alla scuola. Ottimo tenere vivo il dibattito nell'ambito della cultura politica socialista. Certo è anche importante educare gli Italiani alla cooperazione, a riforme lungimiranti con un pensiero positivo verso un futuro democraticamente vivo e solidale. Servono bilanciamenti dei doveri e dei diritti ed anche una spinta al merito senza sottovalutare il bisogno di aiuto necessario a chi vive una povertà dignitosa. Questo non vuol dire fare maggiore spesa pubblica ma garantire la qualità dei servizi con investimenti a debito buono, con progetti lavorativi innovativi.

C. L., Vicenza, 10 gennaio 2023.

La proposta dei liberalsocialisti

Ho letto con interesse la proposta dei liberalsocialisti e sono attirato dall'aderire anche dalla stima e ammirazione che ho per persone come Intini. Tuttavia resterò anche nel " piccolo" con Virginio, se il gruppetto della Comunità Socialista vorrà continuare. A dispetto della convinzione di poter dare poco, del poco tempo, della scarsa voglia di apparire, dell'impossibilità di partecipare attivamente alle iniziative che più mi interessano. Eppoi... gli anni che pesano sempre più… Sono un resistente con pochi mezzi, poca salute, e molta volontà. 

Terrò la tessera del PSI non per nostalgia ma per speranza.

Sandro Gaboardi, Crema, 12 gennaio 2023.

Ricevuto e attentamente riflettuto come merita il Tuo contributo. Parlo a titolo personale e forse a nome delle compagne e dei compagni, che dall'inizio degli anni 90, pur continuando la testimonianza ideale socialista, non sono più stati tesserati al PSI. Vero che, negli ultimi trent'anni, ci sono stati contatti e convergenze su comuni iniziative prevalentemente tematiche e legate al territorio. Vero che quando è stato chiesto i socialisti senza tessera non hanno fatto spallucce alla richiesta di sostegno in voti e preferenze. Del perché alcuni socialisti non siano più "inquadrati" in formazioni come SDI e PSI, è quasi ozioso ribadire. Nel performances del sequel del Partito nei contesti della seconda repubblica manca solo, nel fantasmagorico parterre delle collaborazioni subalterne al Pippo-Pluto-Paperino e Qui-Quo-Qua. Si ha più fresca contezza di quelle del 25 settembre e della prostrazione alla versione neopopulista del "campo" a sostegno di Majorino (sopravvenuta all'endorsement di solo dieci giorni prima a favore della Moratti). Questo cinismo a banderuola, privo di agganci ideali e di progetti, non fa per la nostra tenuta gastrica; soprattutto se ha come valore aggiunto un profilo autarchico di indirizzo e di gestione della struttura associativa interna. Una circostanza del tutto sconosciuta nei 130 di vita del Psi. Per queste ragioni non considero minimamente le due alternative su cui incardini le sinergie tra Comunità Socialista e PSI. Tertium datur: ognuno per sé e dio per tutti. A dimostrazione dell'impraticabilità di qualsiasi percorso, comune e sovrapponibile, si cito il recente episodio della notifica all'Eco del Popolo del “diritto di rettifica” al testo dell'articolo redatto dal Coordinatore della Comunità, da parte di un “ospite”. Per quanto mi riguarda la sussistenza della Comunità è pienamente attuale e giustificata. Si spero che i "nativi" ribadiscano la loro appartenenza e che Venturelli continui ad esserne il riferimento. Personalmente, in coerenza con la scelta di trent'anni fa di escludere qualsiasi approdo a “ditte”, abbiamo aderito all'associazione dei Liberalsocialisti. Che può rappresentare la rete nazionale delle Comunità Socialiste locali. In questi giorni siamo impegnati nella denuncia della chiusura della fabbrica di Sesto Cremonese e nel programma celebrativo della Giornata della Memoria, nonché nell'installazione delle Pietre d'inciampo.

Terreno questo, diversamente dall'impulso di fare il verso alla forma partito, più, molto più consono all'imperativo di tramandare la memoria storica degli ideali del socialismo liberale e laburista e di testare (o almeno a provarci) la sostenibilità di una rifondazione della sinistra riformista.

Nell'ultimo anno abbiamo perso tempo su pratiche di ottica interna, improduttive e per alcuni versi dannose. Senza rancori, ma con chiarezza, abbiamo il dovere di affermare che, per quanto ci riguarda, la Comunità Socialista è appunto di un'occasione di convergenza delle idealità e delle visioni feconde che sono alla ricerca di un nuovo format di testimonianza, capace di puntare ad una organica sistemazione teorica delle intuizioni e dei fermenti indirizzati dalla ricerca di una profonda riforma della società.

Le porte sono aperte (con la rigida demarcazione dell'appartenenza al campo repubblicano e antifascista) a tutti, con o senza tessera.

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