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2 giugno 70° della Repubblica e della Costituente/1

Si approssima 2 giugno, ricorrenza del 70° anniversario del referendum popolare. Donde scaturirono l’istituzione della Repubblica e la prima Camera elettiva preposta all’approvazione della Carta Costituzionale.

  30/05/2016 11:28:00

A cura della Redazione

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Una tappa fondamentale, quella, del cammino di ricostruzione su basi assolutamente nuove dell’Italia uscita dalla guerra di Liberazione.

La rievocazione di un così fondamentale evento per il prosieguo di democratizzazione dello Stato e di ricostruzione morale e materiale del Paese cade quest’anno nel pieno del confronto occasionato dalla campagna referendaria per la conferma della legge di riforma costituzionale, più sbrigativamente conosciuta come “Legge Renzi-Boschi”.

C’è da giurare che la circostanza celebrativa, potenzialmente prerogativa di condivisione per tutti gli italiani, finirà, come sta effettivamente avvenendo, per essere tirata per la giacca da incomprimibili pulsioni strumentali.

Abbiamo detto e ribadiremo come voteremo in ottobre. Ma qui vogliamo assolutamente ripercorrere il significato ed il valore del 2 giugno di settant’anni fa nel suo eminente profilo storico e morale.

Iniziamo questo sforzo di rivisitazione, dando conto della pregevole conferenza organizzata dall’ANPI cremonese, svoltasi nel pomeriggio di Sabato 28 maggio nella Sala Zanoni.

La riunione è stata presieduta da Valentina Corbani, segretaria della Sezione cittadina, che ha approfondito uno dei segmenti di discontinuità di quella chiamata alle urne di un corpo elettorale, cui per ventun anni era stato negato il diritto/dovere del voto.

Il 2 giugno, infatti, la platea dei votanti, con il riconoscimento ad oltre la metà dei cittadini costituito dalle donne, approdava all’universalità.

La giovane segretaria dell’ANPI cremonese ha, su questo punto, compiuto un’ampia analisi del significato, del valore, delle conseguenze (per molti paventate) di questa importante novità, che, vaticinata dalla sinistra nella fase pre-fascista, rientrava perfettamente nel bagaglio ideale e culturale della Resistenza.

Titubanze, presenti in settori marginali anche della sinistra, e preoccupazioni, legate alla risposta concreta da parte delle protagoniste di quella chiamata alle urne, sarebbero state fugate da una risposta numericamente plebiscitaria.

La donna italiana, ha concluso la relatrice, sarebbe entrata a pieno titolo nella nuova Italia in procinto di diventare repubblicana.

Lo snodo epocale del 2 giugno è stato, nel prosieguo della conferenza, inquadrato nei due contributi di spessore storico, svolti dal Prof. Giancarlo Corada, recentemente eletto alla presidenza dell’Associazione Partigiani, e da Giuseppe Azzoni, componente il Direttivo Provinciale ed apprezzato ricercatore storico del ciclo contemporaneo cremonese.

Azzoni ha focalizzato sia le premesse di quel cambio di passo, suscettibile di cambiare profondamente l’Italia, sia l’iter complesso ed impegnativo attraverso cui si sarebbe snodato localmente.

Mettendo in campo una vasta messe di rimandi alla pubblicistica dell’epoca, il relatore ha svolto un’analisi a 360 gradi del contesto in cui per oltre due mesi la provincia fu impegnata nel confronto sulla scelta duale tra continuità monarchica e discontinuità repubblicana e sulla scelta dei partiti e dei candidati. Che avrebbero dato vita al Parlamento deputato ad hoc; vale a dire all’approvazione dello strumento fondamentale di regolazione dello Stato repubblicano e della vita civile.

Azzoni ha ricordato che Cremona si distinse per l’amplissimo livello sia della partecipazione al voto (94% degli aventi diritto) sia dell’opzione repubblicana (68% dei voti – 18° posizione nella classifica nazionale).

Cremona avrebbe espresso ben cinque parlamentari eletti a far parte dell’Assemblea Costituente; che, dal 2 giugno, avrebbe preso il posto della provvisoria Consulta.

Insieme all’altro relatore, prof. Corada, Azzoni ha particolareggiato le figure di tre di loro (il democristiano Ludovico Benvenuti ed i socialisti Ernesto Caporali e Pietro Pressinotti).

Mentre il Presidente Provinciale dell’ANPI si è preso in carico (con lusinghieri risultati) le figure dei due rimanenti Costituenti: l’altro democristiano Giuseppe Cappi ed il comunista Dante Bernamonti.

Va riconosciuto a Corada il pregevole sforzo, che lo ha accomunato ad Azzoni, di aver voluto fornire un profilo a tutto tondo, quindi non limitato alla circostanza elettorale e parlamentare dei cinque deputati costituenti cremonesi, che ha praticamente spaziato su tutta la loro testimonianza pubblica.

Ne è uscito un quadro probante dell’elevata statura dei rappresentanti scelti dal corpo elettorale, ma anche di quella che era allora una “bella politica”.

Consapevole dell’importanza della storia ripercorsa, Corada si è chiesto se non sia il caso di affidare alla divulgazione scritta queste importanti pagine del vivere civile.

Se è permesso un parere interessato alla divulgazione storica, condividiamo appieno; ancorché ben consapevoli dell’affievolimento della passione civile e del venir meno delle risorse (penosa giustificazione all’inazione!).

L’Eco del Popolo, pur conscio dei propri obiettivi limiti, mette a disposizione i propri spazi per gli approfondimenti impareggiabilmente affrontati dalle due relazioni.

Rinviamo l’attenzione dei nostri lettori virtuali alle prossime edizioni.

e.v.

1° Foto: I relatori Azzoni,Corada,Corbani

2° Foto: Scorcio dei partecipanti 

3° Foto:Togliatti,Nenni, De Gasperi

In allegato le donne della Costituente

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