Che segnala con una severa critica e una sentito senso di sgomento un fatto che priva il territorio cremonese di una sua eccellenza identitaria.
Ci riferiamo alla ricollocazione della sede della mostra nazionale del bovino. Da domani anche la nostra testata, che ha voluto riflettere qualche ora ed acquisire elementi di valutazione, interverrà sull'argomento. Sin d'ora invitiamo i nostri lettori a far pervenire contributi e testimonianze.
Sono davvero stupefatto dal colpo di mano che ha colpito la Fiera di Cremona e l'economia provinciale. Una randellata sulla storia di questo settore, sulla vocazione e sui meriti del territorio, in particolare sugli sforzi ed i sacrifici con cui nei decenni dopo la guerra la nostra provincia ha promosso la realtà della Fiera del bovino da latte. Brescia aveva (e le ha tuttora) ben altre realtà e potenzialità quando il cremonese individuò nella zootecnia e nella Fiera uno dei non molti canali per contrastare esodo e crisi e vi si impegnò con convinzione fin dal 1945. Negli anni '70 ci fu un eccezionale sforzo di collaborazione tra enti pubblici e mondo dell'agricoltura: fecero della Fiera una priorità per la quale, anche sacrificando altri interessi pubblici e privati, investirono tutti ingenti risorse. Scelta feconda che creò le strutture della nuova Fiera e proseguì con altri momenti di ampliamento e modernizzazione. Ho potuto seguirli per diversi anni, prima come amministratore del Comune, che rappresentai nel consiglio della Fiera, poi come consigliere regionale in commissione agricoltura. Furono momenti di fattiva convergenza tra forze diverse che portarono avanti una realtà da tutti riconosciuta capace di relazioni e prestigiosa promozione di qualità nel campo della zootecnia. Affermare ciò non è campanilismo e le Istituzioni devono riconoscere ed incentivare meriti e potenzialità dei vari territori per l'interesse generale. Mi sembra che la Lombardia stia facendo il contrario. Ne sono particolarmente amareggiato anche come regionalista da sempre. Devo dire che sbagliavo quando (da comunista!) ammiravo su questo versante i liberali regional-federalisti Jacini e Cattaneo? Spero di no ma constato che oggi i cremonesi gridano col titolo del suo giornale "intervenga Roma"... Meglio il governo centrale di quello regionale per noi? Come per il vaccino o per la ferrovia la Regione ha figli e figliastri? È imbarazzante, spero ed auspico che questa deriva venga corretta e che questo modo di governare la nostra regione venga radicalmente cambiato.