Il sindaco di Crema, Stefania Bonaldi e quello di Casale Cremasco Vidolasco, Antonio Grassi si sono incontrati nei giorni scorsi per promuovere e organizzare un incontro pubblico sul ruolo dei sindaci, il loro rapporto con i partiti e la collocazione dei piccoli comuni nell'ambito di una politica territoriale che superi barriere ideologiche e pregiudizi.
Il confronto si terrà sabato 8 febbraio al mattino nella sala Ricevimenti del comune di Crema e sarà coordinato dal giornalista Giovanni Palisto dell'emittente televisiva Cremona 1.
L'esigenza di un confronto su questi temi prende spunto da alcune riflessioni sull'importanza strategica e produttiva che tutti riconoscono al nostro territorio e sulla necessità di una classe dirigente, sindaci in primis, adeguata e in grado di fare sentire la propria voce in modo chiaro ed univoco.
Auspicando che la proposta venga raccolta dagli amministratori locali, dai partiti e da tutti colori interessati a un Cremasco più forte e coeso, affermano i due promotori:
“È necessario che i sindaci si facciano classe dirigente esaltando un'azione autonoma che però non escluda il confronto e il coinvolgimento degli organismi politici presenti e operanti sul territorio. La stessa presenza, alle ultime elezioni amministrative, di numerose liste civiche, che per definizione dovrebbero essere affrancate dai partiti, ma senza escludere il legittimo riferimento alla politica, è indice di un mutamento profondo e un segnale inequivocabile della necessità di individuare nuovi metodi nei processi decisionali inerenti le scelte del territorio. I partiti sono importanti, il rapporto con loro è fondamentale, devono esserci, stimolare il dibattito, portare contributi di proposta e valore, ma devono accompagnare le decisioni finali che restano dei sindaci, liberi di scegliere con l'unico obiettivo di agire per il bene del territorio. In questo scenario i piccoli comuni, dove meno impattano le logiche di partito, possono svolgere un ruolo decisivo nel cambio di rotta.”
La nostra testata, che in questi anni non ha mia perso di vista né il valore della testimonianza civile del Sindaci e dei Comuni, garanzia di presidio di un territorio negletto dai superiori livelli di comando istituzionale, né l'importanza che riveste il circondario cremasco nell'intera realtà provinciale, si associa all'auspicio per un amplissimo coinvolgimento di intelligenze e di rappresentanza delle aspettative.
Soprattutto, è viva l'attesa che questa sorta di stati generali non codificati, ma assolutamente congrui a rappresentare la coesione territoriale sappia sviluppare un'analisi capace di coinvolgere l'intera provincia.
Sarebbe un modo fecondo per contrastare concretamente la tendenza alla marginalizzazione e per archiviare le performances politiche un po' così in capo al rinnovo dell'istituzione intermedia.