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Focus Quirinale/3

L’Eco del Popolo ha un suo candidato: VALDO SPINI 

  23/01/2022

Di Redazione

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La punzonatura del focus Quirinale era uscita dal contributo di Clara Rossini. 

Alla quale avevamo chiesto di rimanere “in panchina” per l'aggiornamento delle riflessioni suggerite dal proseguo della fase prodromica della convocazione della seduta parlamentare a Camere congiunte. 

Mancano poche ore all'ora x. Molti giochi di puro azzardo, come la riedizione della “scesa in campo” 28 anni, durati qualcosa di più del proverbiale éspace d'un matin (ma non di meno manifestamente di rapido consumo e di finalità strumentale), sono in fase di ripiegamento nell'economia dei gesti usa e getta. 

Dureranno ancora qualche giorno. Ma poi dovranno cedere il passo a tattiche meno strumentali e a testimonianze più concrete. 

Fin qui registriamo, che, ad eccezione dei settori meno proclivi all'avventurismo del campo, più o meno allargato del centro-sinistra, il teatrino non si discosta dal tatticismo senza limite. 

Altro tratto significativamente percepibile nel percorso politichese è che i players dimostrano tutto tranne che una volontà di correlazione ai sentiments ed ai rumors provenienti dal Paese reale (il vero dante causa del ruolo di rappresentanza dell'interesse supremo della comunità nazionale). 

Come chiosa dello scritto pervenuto da Clara Rossini, ci agganceremo con un nostro approfondimento. Rinnoviamo l'invito ai nostri lettori perché partecipino a questo forum. Forse infecondo dal punto di vista della possibilità di influenzare gli accadimenti. Ma gesto edificante ai fini del mantenimento almeno di una parvenza di democrazia dal basso non totalmente lobectomizzata dalle pratiche leaderische e polarizzanti. 

Il cavaliere Berlusconi ha tolto la riserva alla candidatura, consigliando alleati e simpatizzanti di confermare alla Presidenza del Consiglio l'onorevole Draghi, indispensabile per portare a termine gli importanti accordi presi con il Parlamento Europeo.  

Nel contempo, non so sino a quanto consapevole, Il Cav augura che la scelta del candidato al Colle ricada su una importante figura da tutti stimata e al di sopra delle parti. Naturalmente i vari partiti già si consultavano, senza tralasciare alcuna tendenza politica. Nelle more di ciò che viene sempre più e senza offesa percepito come una soap opera, si ha almeno il pudore di attivare almeno una parvenza di “consultazioni”. 

In cui é riuscito a rimediare un piccolo spazio anche Enzo Maraio, segretario del Partito socialista, da tempo immemorabile messo alle corde e marginalizzato, nonostante il curriculum di un secolo di onorato servizio, ovviamente contraddetto da errori anche inescusabili, lontani nel tempo e anche recenti (ad esempio la manfrina di un anno fa del predecessore di Maraio). 

Ma, a dispetto di questa condizione di ostracismo al rientro dei socialisti italiani nell'esercizio delle prerogative del gioco democratico, non v'è chi non veda l'assurdità per cui il sistema politico-istituzionale continui a tenere in tribuna una risorsa che (al netto dei ravvedimenti) dispone di un apparato teorico e progettuale all'altezza del bisogno e dei tempi e di una riserva di “veterans” che, per la loro indubbia capacità e rigore etico-morale, sarebbero una mano santa per l'Italia. 

Ne giorni scorsi si è fatta menzione di alcuni di loro, da tempo confluiti nella fattispecie del deposito dei “tecnici”. 

I 1009 grandi elettori non ne terranno conto. Ma, almeno come esercizio di democrazia partecipata, mi sento di suggerire come candidato il nome di Valdo Spini. Un indimenticato protagonista del nuovo corso riformista degli anni 80, ampiamente testato come uomo di governo e, soprattutto, restato in gioco, come referente del socialismo liberale dei Fratelli Rosselli e come attivo partecipe della vita culturale del Paese. 

Clara Rossini - Cremona 23 gennaio 2022  

Seggio elettorale a Camere riunite, Pronostico: 1 2 X 

L'Eco del Popolo ha un suo candidato: VALDO SPINI 

Ci riallacciamo alla presentazione del contributo di Clara Rossini sulla fase preparatoria dell'adunanza parlamentare riunita a Camere Unite. Mentiremmo se accreditassimo la sincerità della motivazione del “sacrificio” della nuova scesa in campo del Cav. di Arcore (da grande volevo fare il presidente della repubblica sotto i buoni auspici di mamma Rosa”) e del ritiro dall'”operazione scoiattolo”. 

Una furbata da trash policy, incompatibile con l'etica dell'esercizio del mandato di rappresentanza degli elettori e dei cittadini. 

Non sentiremo nostalgia per questo abbandono del ring, che, come solo merito, toglie dal già complicato contesto un diversivo, che non fa onore al rango della politica parlamentare. 

Non che lo scenario si sia tutt'ad un tratto disincagliato. Ma almeno questo “alibi”, capace di ipnotizzare sul niente i players, è tolto di mezzo. 

Necesse alzare lo sguardo dalla quotidianità e dai corti panorami dei calcoli partitici. La situazione nazionale, rimessa in sesto grazie al governo dei tecnici e per effetto dalla marginalizzazione dei partiti, deve essere prima consolidata e poi rimessa stabilmente sui binari. 

Occorre uno sforzo ermeneutico, suggerito ed imposto sia da un impulso di trasparenza/verità sui fatti sia dal desiderio di non vedere gli sviluppi fagocitati e aspirati da dinamiche guidate dal perseguimento di scopi non esattamente coincidenti con le linee dell'interesse comunitario 

Invece, non smette di farsi strada, in un passaggio cruciale della vita dell'ordinamento repubblicano (nel ganglio preposto alla “garanzia”) che, proprio per essere di garanzia, non dovrebbe mettere sul tavolo pulsioni per giochi su partite più ampie, l'insinuazione di una sorta di “Offerta a pacchetto paghi uno e compri due (il capo dello Stato, l'opzione sul capo del governo e qualche altra prerogativa accessoria, come la rentrée dei leader di partito nella compagine governativa). 

Clara Rossini fa menzione di due righe apparse ieri sul Corriere della Sera con cui si dice che il Segretario del PD Letta (il giovane) ha incontrato il giovane segretario del PSI Enzo Maraio, subentrato nell'incarico a Riccardo Nencini le cui gesta di un anno fa al momento del tentativo di salvare il Conte II non avevano lasciato una traccia tale da suscitare il rimpianto. 

Non si sa cosa si siano detti. Osiamo confidare in un momento di resipiscenza del PSI sul lato di una testimonianza di pressione sul PD a ritrovare le ragioni di una gestione virtuosa della politica della sinistra democratica, soprattutto in un contesto tribolato come l'attuale. Qualche lettore della Comunità Socialista non riesce a dare una lettura edificante di un gesto che potrebbe, in teoria, preludere ad un rapporto meno ancillare del PSI, all'eterna ricerca di strapuntini e ruoli subalterni. Che collidono con il rango della sua storia centenaria e feconda, al di là di alcuni terribili errori, e che mutilano nel suo complesso l'offerta del centro sinistra. Di apparati teorici e di uomini adatti a servire la buona politica. 

Purtroppo, si ha motivo di temere che quanto appena da noi enunciato, anche solo come mera possibilità teorica, continui ad essere fagocitato dalle pulsioni dell'autosufficienza e dell'autoreferenzialità del prevalent partner del campo del centro-sinistra. 

È giunto il tempo, per i socialisti, di armonizzare il progetto politico e far convergere i propositi di ritorno sulla scena politica. 

Un gesto almeno di valore didascalico potrebbe essere la proposta di una candidatura il cui profilo corrisponde sia al senso dell'esito finale della partita della scelta di un Presidente adatto al momento e veramente garante. 

Una figura che potrebbe conciliare la priorità della prosecuzione dello sforzo di completare la resilienza del Paese e il riavvio delle dinamiche delle alternative politiche alle soluzioni tecniche. 

Noi tifiamo per il civil servant Draghi come apprezziamo entusiasticamente per il sindaco d'Italia Mattarella. Ma non si può, sia pure a fin di bene e per compiacere i protettori europei, insistere col commissariamento della politica. 

Da tale punto di vista (la rianimazione del ruolo dei socialisti in Italia e una rimodulazione della testimonianza politica al vertice dell'ordinamento) la candidatura (deoubertiniana ma didascalica) di Valdo Spini è qualcosa di più di una boutade. (e.v.)

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