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Focus comunali 2023 /1

  02/06/2023

Di Redazione

Focus+comunali+2023+%2f1

C'era da attenderlo, per una testata come la nostra, un focus dedicato ad un tema, che, come tutti gli eventi di rilevanza mediatica, si accendono, tengono la scena in attesa della “dose” successiva e durano il classico éspace d'un matin. Nonostante che, invece, in questo caso, la materia meriterebbe, per le interdipendenze con altri piani di analisi e riflessione, di restare sul tavolo.

Lo facciamo noi. Con almeno due edizioni.

La presente mette in campo il risultato degli intercorsi con tre nostri affezionati lettori/opinionisti e il copia incolla di un'importante editoriale di Domenico Cacopardo, editorialista di ItaliaOggi e di Gazzetta di Parma oltre che scrittore. Con una nostra chiusa.

Saremo sin d'ora grati ad altri lettori se volessero inviarci per la pubblicazione ulteriori contributi.

Forum dei lettori

Che segnale può essere?

I risultati dei ballottaggi elettorali di ieri mostrano in modo palese l'ascesa, apparentemente inarrestabile, del centro destra.

Trattandosi di elezioni amministrative ci aspettavamo crescite difformi nelle diverse città e territori, invece tranne sporadiche eccezioni in tutti i comuni sono cresciuti i voti delle destre.

Poco ha influito la buona o cattiva amministrazione delle giunte uscenti, hanno perso comuni come Ancona, considerato quasi un modello da seguire e di converso confermate amministrazioni al centro di aspre polemiche per la loro inefficienza.

Mi ricorda lo schiaffo, elettorale, che il povero Piero Fassino si prese dalla giovanissima Chiara Appendino che lo sconfisse al ballottaggio recuperando quasi 10 punti di distacco.

Che segnale può essere? Immagino che o dibattiti televisivi, che io non seguo, siano incentrati su questo tema. Personalmente credo che uno dei motivi possa essere la sostanziale inamovibilità della classe dirigente e dei commentatori politici che non sono più credibili. Pare che gli elettori non ricevano il messaggio che si vuole trasmettere non tanto e non solo perché non ci credono, ma non li ascoltano, punto È forse necessario che qualcuno sgombri il campo della politica e si faccia da parte. Letta lo aveva fatto con la speranza lo richiamassero e, hai noi, lo hanno fatto. L'unico che ha fatto le valigie senza nemmeno salutare è stato Alfano. Altri, vedi Bersani, fanno come il coro dell'Aida: partiam partiam  ma restano sul palco.

Le elezioni erano anche in Turchia e qui si è confermato che più della buona amministrazione conta il messaggio dell'orgoglio nazionale.

Stessa vicenda, ma di senso opposto, in Spagna. Tutti gli osservatori e tutti gli indici economici erano favorevoli al governo Sanchez che però ha perso nettamente.

C'è da dire che Sanchez è un buon giocatore e forse, con un azzardo, azzardo che Letta e Renzi non fecero quando avrebbero potuto, indicando le elezioni anticipate ha riaperto la partita che si chiuderà nell'estate.

Da noi anche l'avessimo voluto fare, ci volevano almeno tre mesi per fissare la data di nuove elezioni. Dovremmo riflettere, visto che tutti vogliono le riforme   se non sia il caso di pensare anche a questo aspetto.

Sandro Gaboardi, 29 maggio 2023, Crema
Sandro Gaboardi, 29 maggio 2023, Crema

Passamai: l'appoggio delle liste civiche

Parto in questa riflessione dalla vittoria di Possamai a sindaco di Vicenza, Comune di cui sono elettrice.

Risultato che consegue al carattere civico dell'alleanza, non certamente alla svolta della segreteria Schlein. Infatti, ha vinto con l'appoggio delle liste civiche. La Schlein sta portando il PD verso un radicalismo di fondo che non porta certo al riformismo lib lab. Possamai ha vinto perché non ha voluto politici in suo sostegno, solo i cittadini con determinazione lo hanno sostenuto. Come si fa ad attirare gli astensionisti al voto? Hanno perso la fiducia nella politica e, pur lamentandosi sempre, non vanno a votare. Il voto è un dovere manca anche il senso civico!!!

È un bel messaggio che manda Vicenza a tutti gli Italiani: non lamentatevi sempre ma datevi da fare e pensate al bene comune. Mattarella ne è l'esempio oggi ha ricevuto il premio Paolo VI, che ha devoluto agli alluvionati della Romagna, proprio per questo. Vedi anche in Europa la sinistra perde pezzi. Del Manifesto di Marx oggi rimane solo una serie di immagini e di slogan suggestivi. L'ideologia ha lasciato il posto alla propaganda e alla imagologia, bisogna affascinare le masse ecco che serve come sei vestito, come ti muovi e come parli semplificando tutto. Tutto è possibile, lo si può raggiungere con la minima fatica. Ho sempre pensato a un futuro migliore ma ora sono scettica.

Caterina Lozza, 29 maggio 2023, Vicenza
Caterina Lozza, 29 maggio 2023, Vicenza

Il tempo dicono sia galantuomo, ma purtroppo fugge… e il 2024 è già qui

Carissimo direttore, la speranza è l'ultima a morire …ma non accettando di sbattere sempre la testa contro il muro. Perché attendere risultati diversi da quelli che ultimamente hanno determinato l'arretrare della sinistra? … ma quale sinistra? Provo a conteggiare le varie correnti presenti forse ancor oggi. E mi perdo … Eppure dovrebbero perseguire gli stessi ideali, affiancare le persone che vivono a fatica con il loro lavoro, appoggiare e favorire progetti che renderebbero più accettabile il vivere nello stesso ambiente, nella stessa società. Lottare per ottenere democrazia e libertà non portava a importanti divisioni tra i combattenti che volevano eliminare la dittatura, in questo caso fascista. Ora mi sembra di entrare in un campo minato. Destra contro il Resto del Mondo. Poveri partigiani, poveri eroi di un tempo che fu, giunti ad essere considerati inconsistenti, perdenti. Per una nazione? in cui nemmeno un italiano su due si reca alle urne, è indice di sconfitta. Promettere, rintuzzare un possibile alleato, controllare la tenuta dei seggi in parlamento, unirsi e poi dividersi …non è nemmeno giocare a nascondino, forse a mosca cieca? Chi c'è c'e … I dirimpettai al contrario, pur attuando campagne elettorali discutibili, pronti a rimangiarsi alla prima occasione quanto promesso, tutti d'accordo pur sollevando critiche a quanto detto, anzi urlato… fanno fronte comune! Ora è il turno di Meloni che tiene sotto scacco l'improponibile Salvini e il Cavaliere plastificato, ma che porta avanti il governo affidatole come un'unica armata. Tutti Uniti …poi si vedrà! Nessuna divergenza, nessun diverso proponimento fra loro. Un grande Bluff? Per ora regge. Cos'è la destra …cos'è la sinistra?? Difficile stabilirlo di questi tempi. Guardando nel mio orticello tiro grossi sospironi. La Regione Lombardia si è dimenticata di volgere uno sguardo pietoso verso il nostro territorio. Si preferiscono le Case di cura private al far rifiorire il nostro ospedale. Rete ferroviaria dell'anteguerra, agricoltura e allevamenti in competizione a seconda del colore politico, applausi e comparsate per lodare lo svilupparsi di alcune Università, Museo del Violino quasi dimenticato. E si è lasciato fare. Il prossimo anno verso chi andranno le simpatie? Verso chi ha promesso senza mantenere o verso chi vi ha creduto e, seppur deluso, ha taciuto? Il tempo dicono sia galantuomo ma purtroppo fugge e il 2024 è già qui. Votare o non votare? Non è un dilemma, è una vergogna da imputare a chi del terzo stato non è mai importato nulla. Con simpatia, direttore, e finché ancora si può, un saluto socialista.

Clara Rossini, 28 maggio 2023, Cremona
Clara Rossini, 28 maggio 2023, Cremona

Rassegna della stampa correlata

Dopo i ballottaggi, di Domenico Cacopardo

Mi sto facendo l'idea che, promuovendo e realizzando la segreteria di Elly Schlein, Dario Franceschini, il più manovriero tra i leader politici residuali del Pd, abbia voluto conferire un colpo mortale al partito nel quale erano ancora dominanti per le questioni che contano -soldi e candidature- gli ex Pci. In questo modo, attraverso la nomina di una segretaria radicaloide espressione di ambienti straminoritari nella sinistra ricco-borghese, priva di insediamento nel mondo che storicamente ha sostenuto la sinistra democristiana e il mondo riformista (che non c'entra affatto con la sinistra democristiana), Franceschini ha sperato, riuscendoci, di azzerare il Pd della torsione «Schlein» per poi costruire qualcosa di nuovo, capace di trovare lo slancio che il Pd ha da tempo perduto. Vedremo nei prossimi mesi se questa interpretazione è fondata o meno. Se nel 2008, il maggiore esponente del minimalismo intellettuale della sinistra, Valter Veltroni a Torino ha lanciato il Pd a vocazione maggioritaria, è chiaro che oggi con Elly Schlein questo partito ha adottato la vocazione ultraminoritaria. Anche perché i due sindaci vantati dall'inascoltabile Schlein, quella di Brescia, Laura Castellini, o appartiene a un'area riformista del tutto opposta a quella della segretaria, e quello di Vicenza, Giacomo Possamai, è un lettiano che non ha voluto che la leader salisse nella sua città a sostenerlo. Il terzo Gianguido D'Alberto, confermato sindaco di Teramo, viene da una stagione lontana, ben poco assimilabile al nuovo corso. Per dovere di trasparenza con i lettori, voglio riferire di una voce che circola in autorevoli ambienti finanziari e industriali. Mi riferisco a Repubblica (e a La Stampa) che dopo il primo turno del 14 maggio titolò «L'onda di destra si è fermata» e alla linea duramente antigovernativa che il giornale diretto dal moderato Maurizio Molinari tiene con fermezza. E non può di certo trattarsi del radicalismo etico del passato, dopo tanti cambiamenti di direttore e di proprietà. Insomma, a Milano si dice negli ambienti di cui sopra che la dura, durissima, spesso insostenibile linea politica di Repubblica (La Stampa è un caso a parte vista la storia e il presente politico del suo direttore) che si tratti di un riflesso dei propositi di John Elkann, la cui amicizia-sudditanza al presidente Emmanuel Macron troverebbe in queste manifestazioni di stampa la sua soddisfazione. Si tratta, come ripeto, di voci, che tuttavia in quanto tali rappresentano un pericolo interpretativo per il nipote di Gianni Agnelli, che era italiano dalla testa ai piedi e pensava italiano. In ogni caso, la decrescita esponenziale di lettori dei due giornali in parola, testimonia che il pubblico nel quale si specchiano è minoritario soprattutto nella sinistra che dovrebbe essere il loro riferimento. Il risultato dei ballottaggi, comunque, mostra le distanze che si sono maturate nell'elettorato tradizionale del Pd e il Pd medesimo, privo di linea, diretto da una leader che non parla perché non ha idee. E non ha idee perché il suo essere cosmopolita (svizzera-americana-italiana) l'ha oggettivamente resa indifferente rispetto alla storia d'Italia e a quella della sinistra. Il liceo di Lugano che lei ha frequentato di certo non aveva in conto speciale l'Italia e la sua storia. E lo dimostra una pratica politica che non tiene in alcun conto la lezione di Antonio Gramsci sull'egemonia né quella di Palmiro Togliatti sui doveri repubblicani del Pci e sulla versatilità delle sue opzioni politiche. Tutte considerazioni marginali e che, rispetto al quesito fondamentale che sto per esprimere, poco o nulla contano. Infatti -e questa è la domanda fondamentale- qual è e quale può essere l'interesse degli italiani rispetto all'esistenza di questa sinistra a vocazione minoritaria? Mi sento di rispondere per me e per coloro che sento di continuo con una sola parola: nessuno. Cioè nessun interesse. Giacché ciò che conta per coloro che non si identificano nella maggioranza di destra-centro è che ci sia nel Paese una reale alternativa che giochi le sue carte legittime per vincere le elezioni e conquistare il governo. Cioè un partito o uno schieramento che proponga un pacchetto di misure organiche e omogenee di riforme idonee a rilanciare l'Italia e il suo spirito di iniziativa. E la sua creatività. Questo significa prima di tutto che si operi di fatto -e magari di diritto- un reciproco riconoscimento di legittimità tra maggioranza attuale e minoranza attuale, all'interno del quale si sviluppi una dialettica politica i cui limiti sono ben definiti dal rispetto dell'interesse nazionale. Qualcuno chiederà: e sui diritti? Premesso che dovremmo finalmente affrontare la stagione dei doveri (tema sul quale anche nella maggioranza sono in tanti a sentirci poco), i diritti fondamentali debbono e dovranno essere tutelati.  Le ragioni per le quali si operano scelte personali di carattere sessuale non possono essere assunte a temi di scelte politiche: lo Stato che entra in camera da letto è uno stato etico che porta seco il germe distruttivo della totalizzazione politica. Del che è difficile rendersi conto. Ma del che è necessario tenere conto. Visto che questi temi debbono essere sottratti dal mondo della politica e dei partiti per rimanere terreno privato, possibilmente comune. Rimane, tuttavia, permanente la necessità che chi governa e chi si oppone giochino su un medesimo campo di gioco, quello in cui la scienza-scienza -non la scienza dei dilettanti che tendono a utilizzarla per i loro scopi- costituisca il tappeto erboso sul quale si sviluppano contrasti, successi e insuccessi. Insomma, le marchiane bugie di cui tutti adornano di sovente i loro discorsi fanno male soprattutto a chi le brandisce come la spada della verità.

…facile congegnare, estraendolo dalla metafora ricorrente nei conversari postelettorali, un incipit così suggestivo. Si è votato, diciamolo francamente, se non proprio in una manciata di comuni, in una tornata (se si eccettua qualche Capoluogo) obiettivamente limitata.

Il vento del centrodestra soffia forte, dice lo spin doctor dell'eletto di Padova, …e, aggiungiamo noi, le posture verticali del civismo appaiono fuscelli.

L'istituzione comunale resta (o dovrebbe restare) fondamentale per la tenuta, non solo della rete amministrativa periferica, ma dell'intero ordinamento. Ciò almeno dal punto di vista della feconda correlazione dell'equilibrio dei poteri della nostra Costituzione.

Questa correlazione aveva permeato l'ispirazione e l'azione politica dei partiti di massa. Fino al punto di cementare una visione a tutto tondo e a tenuta stagna.

Gli ultimi anni (in particolare questa temperie politica caratterizzato da un cambio di fase, che ha portato per la prima volta ai vertici una forza non organica al cosiddetto “arco costituzionale”)hanno favorito opzioni degli elettori che sembrano prescindere sempre più dal parametro degli schieramenti politici.

A tutto ci si abitua, si suol dire, e ci si abituerà a questo snodo imprevedibile solo qualche anno fa.

Un risveglio brutale…allerta vento…?

Al netto dell'impulso tipicamente italiano di correre in soccorso dei vincitori (fatto che amplifica un favorevole risultato numerico inconsueto nel passato), semplicemente sta avvenendo che il quadro italiano, anche attraverso le tappe di avvicinamento delle tornate amministrative, si sta omologando alle dinamiche in atto a livello continentale. In cui appare evidente lo spostamento a destra di tutto l'asse europeo.

Con una destra meloniana, che non rinuncia ad essere un deposito di nostalgismo funzionale a, si sa mai, lasciarsi le mani libere, ma che si sforza di apparire rassicurante

E l'opposto campo che appare ostaggio delle proprie inconsapevolezze frutto di una autoreferenzialità/arroganza maturata in troppi anni di gevernance, fine a se stessa. Cadono le roccaforti, come se fosse un benefit ima eterno

 Vacilla, coi recenti risultati elettorali, il convincimento che la sinistra incorpori una classe dirigente più preparata. Solo la parzialità del test relativizza, ma non annulla, né il risultato politico delle urne né la lezione che (soprattutto i perdenti) se ne deve trarre.

Il Sindaco di Firenze Nardella appare uno dei pochi esponenti dem capace di lanciare il cuore oltre l'ostacolo delle severe analisi: dobbiamo abbandonare un riformismo solo di palazzo e vivere immersi nella società.

Il “campo” tiene (come a Brescia) dove si è dimostrato la capacità di coniugare buona amministrazione ed insediamento popolare. Oppure quando eccezionalmente (come a Vicenza) si affermano figure come Passamai portatore di un progetto civico, sia pure incardinato in un'alleanza politica (PD, Sinistra-Verdi, Terzo Polo e tre liste civiche.

Proseguiremo l'analisi nella successiva edizione.

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