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Emergenza RSA

Vaccinazioni e scorciatoie polemiche

  18/01/2021

Di Redazione

Emergenza+RSA

“Pizzighettone al Centro”, aggregato di testimonianza civile nell'esempio del fondatore Fulvio Pesenti, è intervenuto nei giorni scorsi su una questione, la somministrazione del vaccino anti-covid destinata, per il momento, alle fragilità ed alle esposizioni, che ha guadagnato velocemente l'interesse dell'opinione pubblica e gli spazi dialettici ospitati dai social e dalla accreditata stampa di informazione. 

Gli aderenti al Gruppo sono stati mossi dall'esclusivo intento di fare chiarezza su provvedimenti e modalità applicative adottate dalla struttura della RSA Mazza, da tempo al centro, è vero, di un serrato confronto determinato sia da un fisiologico cambio di vertice amministrativo sia da un'ormai plastica criticità gestionale, che sarebbe sbagliato dare in pasto tanto a scriteriate polemiche per fini di parte quanto a impulsi minimizzanti finalizzati ad un colpevole ridimensionamento della situazione e ad uno scarico di responsabilità. 

“Pizzighettone al Centro” ha, da sempre ed in particolare negli ultimi cinque anni, mantenuto un responsabile attenzionamento nei confronti di una situazione nota da tempo, incancrenita per colpevole neghittosità o sottovalutazione, sfuggita, si ha timore, ad ineludibili sforzi di resilienza. 

Malauguratamente il portato di una siffatta trattazione, da parte di chi di dovere, si è incrociato con le conseguenze, immediate e future, della pandemia. 

Il quadro descritto avrebbe dovuto e potuto attivare uno sforzo civile sinergico dettato da lucide consapevolezze politico-istituzionali e da un forte, virtuoso afflato comunitario ed umanitario. 

Ciò non è stato; anzi ci si è orientati nell'opposta direzione scandita da posture comunicative indispensabili e da decisionismo autoreferenziale, suscettibile di disorientare l'opinione pubblica e di screditare in generale l'azione, più o meno condivisibile ma assolutamente non screditabile, degli investiti di mandato istituzionale. 

È a tale premessa che “Pizzighettone al Centro” si è riferito nell'assumere un'iniziativa di trasparenza e chiarimento rivolta, come si è detto nel comunicato di due giorni fa, alla Civica Amministrazione, da cui promanano le nomine e si presume il controllo sull'operato dei nominati e sull'Amministrazione della Fondazione. Il Gruppo si riferiva a loro come obbligato riferimento istituzionale e non a segmenti, sia pure di elevato grado, della struttura interna. 

L'intento appena espresso era ed è formalmente corretto, nella forma e nella sostanza; facilmente percepibile anche ad apparati cognitivi modesti; assolutamente non finalizzabile a disfide sguaiate e, dati i tempi, irresponsabili. Soprattutto, ha tenuto conto dell'endorsement delle ultime ore con cui il signor Sindaco ha dato la propria disponibilità “a collaborare nel piano vaccinazioni, mettendo a disposizione luoghi, mezzi, personale e supportando come possibile, anche attraverso campagne informative”.

Ecco, proprio le campagne informative, soprattutto, azzardiamo sul piano della trasparenza e dell'ineccepibile rigore applicativo delle leggi, delle disposizioni e, azzardiamo ancora, dell'etica non scritta ma non di meno inaggirabile della pari dignità dei cittadini di fronte all'azione amministrativa. 

Tale sforzo di corretta interlocuzione tra vertici istituzionali e gestionali e gruppi politici ha incocciato contro un'improvvida intemerata ritorsiva (quella del direttore sanitario), dovuta non si sa bene ad un motu proprio o ad un preciso superiore mandato. In assenza di chiarimenti sul punto, si ha motivo di ritenere che la di lui risposta assolva ad un pronunciamento formale del vertice amministrativo della Fondazione. 

Orbene, avvisiamo il Direttore Sanitario (incidentalmente una sia pure apicale figura preferibilmente sterilizzabile dalle contaminazioni politiche) che la risposta fornita non è bastevole. 

Alla domanda di ottenere rassicurazioni circa la stretta rispondenza alle direttive aventi valore di legge dell'elenco degli assoggettabili alla prima ondata di vaccinazioni riservata (giustamente) alle fragilità ed alle esposizioni di tipo professionale l'avente causa non ha risposto. Se non opponendo una generica elencazione di figure ammissibili ed ammesse al trattamento. 

Una genericità incongrua rispetto alle finalità ed al tono della domanda ed, in ogni caso, incompatibile coi doveri di chiarezza della pubblica amministrazione. 

Il Direttore Sanitario (ed in ciò ha piena solidarietà) lamenta il venir meno di asset di supporto alla vita di una struttura di servizi, da sempre nel cuore dei pizzighettonesi e fino a qualche tempo fa molto accreditata nelle percezioni di efficienza). Venir meno che indurrebbe ad allargare il bacino delle prestazioni volontarie in termini un po' troppo vaghi. Al punto, se non proprio di paventare l'apertura a cani e porci, di non smentire il sospetto che tale larghezza di ammissioni esterne non possa avere avuto una parte nelle mastodontiche dimensioni del contagio di una struttura, che in poche settimane ha visto una mortalità superiore al 50% della degenza. 

Casca bene il Direttore quando vuole accreditare l'opportunità di immunizzare tutte quelle “figure” che svolgono a titolo gratuito operazioni essenziali. Quella manna che viene dal cielo (definita dal Direttore) fatta di suore, sacerdoti e laici. Si ripete: hai voglia, se non si possa essere d'accordo. 

Ma in nessun caso è consentita una flessibilità identificativa del titolo che si presterebbe ad abusivismo. 

Perché, forse non si è capito, tale è il perno di sospetti, di domande e di illazioni che anima le riflessioni sia delle persone vicine alla struttura sia in generale dei pizzighettonesi. 

Da ultimo, si chiarisce anche se era implicito nelle motivazioni della richiesta di chiarimento, si intende assolutamente escludere un input che violasse, come sostiene, il Direttore il diritto di privacy. 

Ci si dice che nella giornata odierna è partito il programma vaccinale dedicato agli ospiti. E questo è un fatto assolutamente positivo.  

“Pizzighettone al Centro” ripropone la propria domanda di chiarezza in termini facilitati (a vantaggio di chi vuole polemiche e ritorsioni minatorie): Sindaco, Consiglio di Amministrazione e Direzione della Fondazione rilascino una formale liberatoria scritta circa l'assoluta appartenenza degli ammessi (e beneficiari della prima dose) alla fattispecie della normativa e qualifichino inequivocabilmente il titolo e la continuità di svolgimento di mansioni dei medesimi. 

Abbiamo ricevuto dal gruppo politico “Pizzighettone al Centro” un aggiornamento della testimonianza che, da continuatore dell'impronta lasciata da Fulvio Pesenti, lo vede tenacemente e costantemente su un pezzo, divenuto centrale nelle attenzioni politico-amministrative del borgo dell'Adda. 

Come si afferma nel pregresso come nell'attuale comunicato, nel corso dell'ultimo anno si sono sovrapposte le conseguenze di criticità gestionali di lungo periodo, forse trascurate o non percepite nella loro dimensione e natura, ald prodotto devastante dell'imprevisto tsunami pandemico. Di cui hanno fatto più che proporzionalmente le spese le “fragilità”, intese individualmente, come fascia anagrafica e come appartenenza socio-assistita. 

Per il mio Borgo è stata una carneficina; che si è particolarmente accanita sui vecchietti (che, senza retorica, sento miei) del Mazza. Più della metà di loro ci hanno lasciato in un battibaleno. 

Le disgrazie non dovrebbero mai venire. Ma quella pandemica ha quasi maramaldeggiato sulle sorti della Fondazione Mazza, che resta nel cuore dei pizzighettonesi (specie quelli non più giovani, maggiormente consapevoli del passato). Perché si è presentata ad un contesto, infragilito da vicende non recenti e diventato incandescente come conseguenza della transizione nel vertice della struttura. Nessuno nasce imparato. Ma, se è permesso, il dossier Mazza doveva essere gestito diversamente. Ed in ciò condividiamo la testimonianza del Gruppo Pizzighettone al Centro ed, in larga parte, dei rappresentanti della minoranza consigliare. 

Ciò premesso, ci pare di dover sostenere, cum grano salis, che l'”appendice” del percorso vaccinale (che stranamente ha preceduto i pazienti) praticato agli operatori (ed assimilati) rappresenti quanto di meno auspicabile potesse esserci nel presente contesto. 

In cui, per tardiva consapevolezza dell'enormità del groviglio di problemi e di guai, sembrano saltati i freni inibitori di una, se non propria serena, responsabile disamina della situazione e del modo di invertirla, operosamente e positivamente. 

A noi è parso che la testimonianza del Gruppo sottintendesse la volontà di introitare riscontri chiari ed ineccepibili ad una domanda di trasparenza e di affidabilità attorno all'azione di un vertice amministrativo, che, pur essendo Fondazione, soggiace agli obblighi etici di chiara comunicazione. 

Da tempo gira in paese un'ansia di interpretazione degli intendimenti e dei provvedimenti specifici in capo all'azione dell'appena nominato management

I “social” sono un po' come un coltello; lo puoi usare sia per affettare il salame sia per sbudellare qualcuno. Indubbiamente intercettano l'aspettativa, cresciuta esponenzialmente, di conoscenza e di interlocuzione. Ciò è avvenuto anche nelle querelle in corso sulla paventata inappropriatezza di alcuni passaggi del programma vaccinale. 

Non essendo compiutamente cogniti, non possiamo stabilire se ci sia stato un eccesso di socializzazione e di toni sopra le righe. Ognuno risponde per sé. Noi coinvolti nella richiesta di pubblicazione di un testo ricevuto (ahinoi, egregio direttore Antonelli se ne faccia una ragione, succede nei sistemi liberaldemocratici!), ci siamo attivati preventivamente (e precauzionalmente). 

Abbiamo compulsato quanto ricevuto, in primis, dal punto di vista dell'inesistenza della fattispecie prevista dall'art. 595 del codice penale italiano e/o di manifeste falsità. 

Per scrupolo, diversamente da quanto fa non infrequentemente la stampa indipendente e/o manifestamente di parte, siamo andati alla fonte (il vertice istituzionale della Fondazione) per attingere elementi di trasparenza e di giudizio in un rapporto dialettico.

Debora Adelaide Mossoni
Debora Adelaide Mossoni

Il nostro naturale interlocutore (la Presidente avv. Mossoni - nella foto sopra, ndr) non solo non si è sottratta, ma con apprezzabile tratto relazionale ha dichiarato quanto ha ritenuto. Inequivocabilmente rinviando la comunicazione (di sostanza) al responsabile della procedura di cui trattasi. 

E, stamane con pagina 15 dell'appena recapitata e sfogliata La Provincia, et voilà, l'esternazione del Direttore Sanitario. Che, invece di assolvere l'ingaggio del suo superiore in grado, non dice niente e la butta in rissa. Con accompagnamento di ritorsioni e di minaccia. Quello di adire le vie legali è un classico, per intimorire e far cambiare strada a parti avverse, più o meno scomode. 

Ognuno si assume le proprie responsabilità. Noi assumiamo le nostre. Che non integrano intenzionalità miranti a cogliere risultati da creatività polemiche. 

Se il direttore quando qualifica come “vergognoso un tale attacco rivolto alla mia persona” (l'istanza di delucidazione incorporata nell'articolo) e brandisce come una mazza da baseball la riserva di “agire con ogni mezzo a protezione e tutela della mia integrità sia morale sia professionale” pensa di intimidirci (e di intimidire l'informazione) con noi casca male. 

A Pizzighettone, tanto per inciso, c'avevano provato anche l'Arciprete ed il Sindaco imperanti a Pizzighettone nella primavera del 1963, infastiditi da un giornaletto ciclostilato della sezione giovanile socialista locale. Siamo ancora qui ad onorare (pur con una testata non indipendente) l'etica professionale del giornalismo. 

Se, invece, capisse e mostrasse un ravvedimento cognitivo operoso (e capisse, volesse capire, non volesse sgattaiolare) provi, non a controbattere (non sarebbe il caso), bensì a fornire (per sé e per conto della struttura, che rappresenta e dirige) quegli elementi di conoscenza che le forze politiche e l'opinione pubblica ritiene inesigibili. 

Infatti, ciò che è stato controbattuto è un'accozzaglia di semilavorativi comunicativi alla rinfusa, abbozzati e non declinati. 

Senza farla lunga (ed in ciò ci rimettiamo a quanto già dettagliatamente scandito dal Gruppo Pizzighettone al Centro) riteniamo non esaustivo quanto argomentato in materia di qualificazione dei titolari di apporti tecnici e delle figure, diciamo, di sollievo spirituale, ergo terapico e ludico. 

Se si accettasse come fondato lo step inibente “degli ovvi motivi di privacy” (sicuramente violati se la richiesta chiedesse conto di particolari “intimi”), si attribuirebbe al responsabile della procedura una sorta di prerogativa illimitata e a non render conto. 

Basterebbe, come suggeriscono gli autori della dichiarazione che pubblichiamo, fornire un elenco delle figure e del cursus temporale della prestazione che accedono a vario titolo al Mazza, per le ragioni adombrate dal Direttore. Questa è un'esigenza, tra l'altro, non esattamente ad hoc; in quanto una Fondazione come il Mazza dovrebbe essere dotata di un registro dei prestatori d'opera, occasionali e fissi, e collaboratori volontari. Quanto meno per evitare che la struttura sia considerata un porto di mare accessibile ad libitum e per fornire garanzie agli ospiti, alle famiglie, agli operatori stanziali. 

Se le cose fossero state così, non sarebbe stato necessario stabilire ex post se tutti gli ammessi al trattamento vaccinale in quota operatori rientrassero nei requisiti della declaratoria. 

Ma, giunti a questo punto, la richiesta di spiegazioni riguarda non solo gli appartenenti al campo ampiamente delibato ma anche eventuali rapporti incrociati di affinità e parentela dei vaccinati. 

Si violerebbe la privacy!? Videant consules (come dicono in Gera, sulla sponda destra dell'Adda). 

Indubbiamente il portato di tensioni, determinato dalla perdurante calamità e dall'attenzionamento dell'opinione pubblica in ordine (almeno) ad un'accessibilità super partes alle cure ed all'immunizzazione, non lascia spazio ad ammuine e ad impulsi di onnipotenza. 

Che la segnalazione non sia campata per aria ma colga rumors, sentiments, concepts ampiamente circolanti forse non l'ha capito solo l'establishment che comanda a Pizzighettone. 

Forse non si vuol cogliere fino in fondo ed opportunamente il profilo didascalico insito nelle esternazioni dedicate al punto dal Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri.

e.v.

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