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ECO-Dossier sanità /25

La parola ai lettori e ai rappresentanti istituzionali

  13/07/2024

Di Redazione

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ASST di Cremona: incarico regionale per Maurizio Bracchi

Si occuperà di tutti i progetti speciali di edilizia sanitaria in Lombardia, compreso il nuovo ospedale di Cremona

Dal 15 luglio 2024 Maurizio Bracchi, oggi a capo del dipartimento innovazione, sostenibilità e aree di sviluppo strategico dell'Asst di Cremona, dirigerà l'unità operativa Progetti speciali di edilizia sanitaria della DG Welfare di Regione Lombardia.

 Un importante riconoscimento arrivato dopo tre anni di intenso lavoro che hanno visto Bracchi impegnato nella realizzazione del bando di concorso internazionale per il progetto nuovo ospedale di Cremona e nel coordinamento di tutte le fasi successive. Questo è accaduto in stretta collaborazione e con un forte mandato della direzione generale, prima sotto la guida di Giuseppe Rossi e dal gennaio 2024 di Ezio Belleri.

L'incarico consentirà a Bracchi di seguire l'evoluzione del nuovo ospedale di Cremona all'interno di un disegno di innovazione edilizia sanitaria globale. Per l'Asst questa nomina rappresenta un punto di forza e una garanzia di continuità per l'attuazione del progetto.

 «Ricorderò i due anni e mezzo passati a Cremona - precisa Bracchi - per la straordinarietà del lavoro fatto insieme al dottor Giuseppe Rossi, che non ringrazierò mai abbastanza per avermi chiamato in questa Azienda, e negli ultimi mesi con il dottor Ezio Belleri, la cui esperienza nella realizzazione di nuove strutture ospedaliere è stata fondamentale nella fase di progettazione che si sta concludendo in questi giorni, e con tutta la Direzione strategica. Ringrazio, inoltre, i rappresentanti delle istituzioni, con i quali ho avuto il privilegio di rapportarmi in diversi contesti, in particolare i componenti del tavolo tecnico e delle commissioni giudicatrici del concorso internazionale. Grazie a tutti i colleghi di ASST Cremona che hanno avuto parole di aiuto, di stimolo e anche di critica durante questo difficile tratto di strada percorso insieme. Un ringraziamento speciale va allo staff della struttura nuovo ospedale e dell'ufficio comunicazione: la loro competenza, l'entusiasmo e anche, talvolta, le loro perplessità, hanno contribuito in modo determinante al grande risultato raggiunto».

«Ringrazio, infine, la Giunta regionale e, in particolare, il Presidente Attilio Fontana, l'Assessore Guido Bertolaso e il Direttore Generale Welfare Marco Cozzoli: sono onorato di poter contribuire al perseguimento degli importanti obiettivi assegnati all'Unità Organizzativa che sono chiamato a dirigere. Naturalmente, fra essi c'è anche la realizzazione del nuovo ospedale di Cremona, che continuerò a seguire da una prospettiva diversa, ma con la stessa dedizione».

Il corredo iconografico, a mente del recente incontro tra il nuovo Direttore Generale dell'Asst accompagnato da una delegazione di livello (tra cui il capo dipartimento) e il Coordinamento del Movimento per la Riqualificazione dell'Ospedale di Cremona (che, come noto, si oppone all'idea di “rottamare” l'attuale nosocomio), suggerirebbe un sottotitolo “…incontrarsi per dirsi addio…”. Vero che verrà rimpiazzata la figura dirigenziale, elevata a più alto incarico; ma la notizia, quanto meno, fa da assist ad un ritorno sul pezzo. Di un rapporto dialettico tra le parti in campo e della scesa in campo di una eccezionale cittadinanza attiva (popolare) che dovrebbe sorprendere l'opinione pubblica in generale (ormai lobotomizzata dalle consuetudini del ritiro nel privato, della mancanza di riferimento dei corpi intermedi sociali e politici, della rassegnazione all'azione di un soverchiante schieramento del “grande fratello” dell'informazione ingaggiato dai “poteri”).

D'altro lato, se è ormai entrato nelle abitudini l'impatto del fenomeno rappresentato dall'astensione dalle urne della metà del corpo elettorale, non fa grande effetto che oltre 7000 cittadini abbiano aderito all'appello del Movimento, nelle consapevolezze della cittadinanza e dell'élite destinata a ruoli amministrativi.

In certo qual modo l'annuncio “neutro” che riportiamo muove un po' le acque in un contesto diventato un po' cachettico.

In forza di tale premessa, abbiamo interpellato il dotto. Enrico Gnocchi, Coordinatore del Movimento, che ufficiosamente (e molto gentilmente, cosa di cui lo ringraziamo) ci ha risposto.

Io non so rispondere, e non è pensabile che l'architetto Bracchi dal suo nuovo incarico regionale e con gli scontati ringraziamenti a tutti... non "prometta" di continuare a seguire e portare a compimento la realizzazione del nuovo ospedale di Cremona.

Detto questo mi convinco ancor più che il "movimento" DEVE tornare a farsi sentire, anche in questo periodo vacanziero...in ogni modo possibile (lettere al giornale, prese di posizione anche personali... che riprendano l'argomento uscito dalla cronaca locale ormai da mesi).

Sappiamo quanto la gente, in generale, abbia la memoria corta, specialmente noi cremonesi.

Per questo motivo il 28 giugno vi avevo inviato una mia proposta, che vi chiedo di rileggere e, se la condividete, di darmi una mano per la sua attuazione e concretizzarla per il 28 luglio a un anno di vita del movimento.

Fra qualche giorno vi invierò una bozza con la quale spero di poter chiarire meglio il mio progetto, meglio del breve video allegato come esempio nel primo messaggio.

Perché siete così (in) sinceri con me, che cosa di male vi ho fatto?

Si chiederebbe il Tommaso di Troisi, di fronte al profluvio di esternazioni sulla cui buona intenzionalità è lecito un supplemento di sforzo cognitivo.

Premesso che non abbiamo nei confronti del Movimento nessun ruolo (se non la convinta adesione). Sull'argomento scriviamo su Eco del Popolo dai tempi della genesi. In questo caso (come in altri precedenti) facciamo il passa notizie. Ricevute dall'efficientissimo servizio stampa dell'Asst e, credendo sia utile, le giriamo al Movimento. 

Chiamati in causa circa l'interpretazione, facciamo la seguente riflessione. Mah...tutto è diventato talmente indecifrabile che annunci come questo, nelle intenzioni, minimo sono a doppio taglio. Come diceva Andreotti, a dubitare si fa peccato ma si indovina. E, nel caso presente, se non si indovina totalmente, non ci si fa prendere per il...ulo.

Riassumendo, la Regione investe sull'ideona di un nuovo ospedale a Cremona, messa a punto dal direttore generale e dal direttore tecnico dell'Asst. Un mese dopo la conferenza vernissage del progetto, "tromba" (si potrebbe dire "non rinnova l'incarico”, ma per le modalità da cannaro, è più adatto "tromba") il direttore generale. 6 mesi dopo eleva a più alti incarichi il direttore tecnico. Boh...ogni interpretazione è plausibile. Anche se non siamo nati sotto il cavolo. 

Ma considerato che siamo rimasti in pochi a mantenere una postura da hombre vertical anche nell'attività giornalistica, ci ripugna la premessa (fare il passacarte) e, senza alcun intento militante, triangoliamo i segmenti con cui vengono testimoniate le esternazioni (che, a questo punto potremmo derubricare a fattispecie di vulgate).

Risalendo per li rami, copia incolliamo un dato che, per l'autorevolezza della fonte, non si presta ad equivoci. Def. Gimbe mette con le spalle al muro: “Spesa sanitaria in calo nel 2023, per il 2024 aumento illusorio. Italia ultima tra Paesi del G7, a rischio diritto a tutela salute”. Il Def 2024 conferma che, in linea con quanto accaduto negli ultimi 15 anni, la sanità pubblica non rappresenta affatto una priorità neppure per l'attuale Governo. La comunicazione pubblica dell'Esecutivo continua a puntare esclusivamente sulla spesa sanitaria in termini assoluti che dal 2012 è (quasi) sempre aumentata rispetto all'anno precedente, e non sul rapporto spesa sanitaria/Pil che documenta al contrario un lento e inesorabile declino…Rispetto alle previsioni di spesa sanitaria sino al 2027 il Def 2024 certifica l'assenza di un cambio di rotta e ignora il pessimo 'stato di salute' del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn), i cui princìpi fondamentali di universalità, uguaglianza ed equità sono stati traditi, con conseguenze che condizionano la vita delle persone, in particolare delle fasce socio-economiche più deboli e delle persone residenti nel Mezzogiorno. Dai lunghissimi tempi di attesa all'affollamento inaccettabile dei pronto soccorso; dalle diseguaglianze regionali e locali nell'offerta di prestazioni sanitarie alla migrazione sanitaria dal Sud al Nord; dall'aumento della spesa privata all'impoverimento delle famiglie sino alla rinuncia alle cure".

Perché, tanto per essere chiari, conterebbero i numeri, che sono implacabili. La postazione in bilancio della voce è di 131 mld (da raffrontare ai 40 mld spesi per il cosiddetto reddito di cittadinanza e ai quasi 130 mld per il Superbonus).

Importi e voci che forniscono con ogni evidenza la gerarchia di priorità della spesa pubblica.

Sanità Lombarda per la sanità spende 22 dei 32 mld totali del bilancio. Aumentati, precisa una nota del Consiglio Regionale di 874 milioni “grazie ad un nuovo accordo col Governo”. All'edilizia sanitaria (ospedaliera ed extra ospedaliera, per intenderci) sono destinati 350 mln (ovviamente per tutta la regione). Di passaggio segnaliamo che l'importo pareggia quello destinato, ça va sans dire, a cospicue lievitazioni in corso d'opera) stimato per il nuovo nosocomio. Che non sembra proprio l'unica o la principale priorità dell'intera Regione.

Importi e voci che forniscono con ogni evidenza la gerarchia di priorità della spesa pubblica.

L'apprezzato pneumologo e editorialista, dottor HARARI, recentemente considerava su Corsera: “Si sperimenta sulla propria pelle cosa vuol dire avere un SSN che non riesce più a far fronte al bisogno di salute e che arranca di fronte alla crescente domanda e alla diminuzione degli organici.  Medici e paramedici sono sottopagati. Pochi vogliono intraprendere le professioni.

Il SSN va ripensato a 40 anni dalla riforma. La spesa privata è costantemente in crescita, un cattivo segnale per il rating di un sistema impostato sul diritto universalistico. Rifondare significa investire sul nostro futuro, mettere in sicurezza la stabilità sociale”

Già …la stabilità sociale, negletta dagli aventi causa almeno sul terreno dell'aderenza al rango costituzionale del diritto primario alla cura universale della salute.

Ma ci siamo da tempo incamminati verso la pedissequa convergenza verso il modello a stelle e a strisce “cash or credit card” (il massimo dell'ingiustizia sociale). Ricordando che per un secolo e mezzo il modello italiano si mantenne aderente a quello bismarkiano delle mutue e, in vista della riforma del SSN, al National Healt Service messo a punto dai laburisti. Non solo in piena regressione ma un punto di non ritorno.

Ovviamente, a parere di chi scrive, la testimonianza in atto contro il nuovo ospedale non va né riconsiderata né tanto meno sospesa.

Se ci fosse una sinistra sociale e politica che non si occupasse di diritti al caviale ci sarebbe materia per una testimonianza riformista/rivoluzionaria (come disse Giacomo Matteotti).

Per la ripresa in grande stile di questa cittadinanza attiva sarebbe necessario far planare la testimonianza su un terreno di concretezza. Come abbiamo suggerito qualche settimana fa, quando osservavamo a proposito dello "Sportello sanitario comunale". Come supporto alla popolazione nei frequenti e ormai dilaganti casi di sanità negata, rinviata sine die, disattesa nella sostanza (anche come conseguenza della rinuncia da parte degli users più fragili, meno consapevoli e determinati a pretendere le prestazioni, specie se in contesti di criticità). Imponendo ai gestori il rispetto dei tempi stabiliti e della declaratoria regolamentare. Un tempo (quando ancora gli scenari della somministrazione della cura erano ben lontani dagli attuali standards fallimentari) operava, ma solo come presidio volontario, il Tribunale del Malato. I cui perni, debitamente definiti soprattutto sul piano ordinamentale e tecnico operativo, delineano la fattispecie di un'autority-tutor di tutela dell'utenza e di ripristino delle effettive condizioni di fruizione, attraverso il ricorso all' URP, le direzioni sanitarie e, nel caso estremo di inadempienza al NAS Carabinieri. Certo siamo in presenza di un'intuizione che va sgrossata e potenziata a livello di intelaiatura e cogenza giuridica. Ma appare un'ottima idea. Magari suggerita dalla progettualità occasionata dal laboratorio elettorale. Ma a noi appare un'ottima (almeno nelle intenzioni e nella perseguibilità) idea. Il Movimento potrebbe (dovrebbe, in relazione alla sua mission) entrarvi in sintonia. Allargando il "tavolo" dell'interlocuzione, agli esordi e nel lungo e impegnativo prosieguo segmentata nella riqualificazione dell'attuale ed ancora sostenibile struttura ospedaliera, alla visuale più ampia del reinsediamento e potenziamento concreto nel territorio e nella prospettiva sinergica interistituzionale e comunitaria.  In questo senso l'assunzione di compiti, non ottriati bensì rivendicati dall'autorità municipale, di tutela collettiva ed individuale del cittadino utente, anche di conflitto, può rappresentare quel quid aggiuntivo, che alza e potenzia il fuoco incrociato derivante dall'aggregato sinergico tra la cittadinanza attiva e l'istituzione a più diretto contatto con la comunità.

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