Riprendiamo il filo, che avevamo lasciato sospeso solo qualche giorno fa ma che era iniziato, giornalisticamente parlando (perché, per quanto ci riguarda, politicamente e professionalmente, tanto tempo fa e non ha mai arrischiato di finire né nella dimenticanza né nella noncuranza.
Fa indubbiamente piacere che, anche senza la fanfara, ci venga riconosciuta una dirittura fatta di coerenza e di parlare a lingua dritta. Soprattutto, quando registriamo che la testimonianza di questa testata indipendente e sostanzialmente per pochi intimi entra in sintonia con l'opinione pubblica non svagata e i coraggiosi che non rinunciano alle battaglie civili.
Tanto tuonò che piovve! Dopo tanta tiritera e sussiegose apnee, intercalate da esternazioni da parte del titolare politico del settore (sempre più indiziato del dubbio circa una più feconda alternativa di impegno), finalmente l'Osservatorio (l'entità più pletorica, inutile, fuorviante e potenzialmente controproducente) è stato convocato ed ha svolto il suo lavoro.
Avrebbe dovuto, nelle intenzioni del fronte attivo (i Radicali, il pool dei Legali, le Società dopolavoristiche e canottieri) operare un dettagliato resoconto dello stato dell'arte per quanto si riferisce al decommissioning ed al risanamento. Nonché alzare gli step per il conseguimento di un livello superiore dell'azione legale, del proseguimento del programma di risanamento (esteso nel raggio ed afferente all'acqua, all'aria, al suolo, del ristoro del danno ai titolari degli interessi adiacenti, dell'avvio, almeno di un ragionamento sulla destinazione finale dell'area decontaminata e deindustrializzata.
Dubito che sarà sfuggito, a meno disattenti. Ma quel perentorio "non ospiterà mai iniziative distanti dal nostro settore..." (da parte del top manager aziendale) è rivelatore non si sa se più dell'arroganza di un'impresa, che ha forse irreversibilmente avvelenato suolo, acqua e aria di Cremona, o della sottomissione, inconsapevole e/o complice, del governo comunale. Per di più questa arroganza, una volta passato lo giorno e gabbato il rigore di una adeguata sanzione penale e civile, manda a dire, proprio nella circostanza della seduta di un Osservatorio (rivelatosi, come da noi scritto in epoca non sospetta su Eco, inutile e deviante), che loro so' loro e Cremona non è un cazzo.
Evidentemente l'inquinatore perinde ac cadaver ha buoni motivi di impunità e di man leva per continuare. Se la governance istituzionale di Cremona avesse un minimo di dignità, dovrebbe avere un sussulto. Purtroppo, mancano i fondamentali di rango civile e di statura da parte degli officiati di ruolo pubblico.
L'operazione di risanamento/riqualificazione dell'area? Pernacchia e gesto dell'ombrello, da parte del convitato di pietra, che non avverte nemmeno il pudore della consapevolezza di gestioni sciagurate per la città e dell'obbligo di mantenere un low profile.
Grazie all'azione di un'élite di coraggiosi si è fatto molto. Ma non è tutto.
Questa class action, di preminente rilievo legale ma di grande valore etico-morale, deraglierebbe sul binario morto, se Cremona si facesse irretire dalle lusinghe della mission compiuta e del rilassamento dell'intensità della campagna.
Ce n'est qùun debut. Non vogliamo insegnare niente a nessuno. Il primo passo successivo è capire lo stato dell'arte dell'ultimo esposto dei Radicali. Ciò nella consapevolezza che gli unici risultati concreti e finora ottenuti sono stati quelli per via giudiziaria. Se la Procura apre una nuova indagine, acquisisce l'ATP, dispone una nuova perizia sul sito Tamoil e sulla barriera idraulica, cambia tutto lo scenario.
Ma un approccio della Città di defilamento rispetto all'avanguardia che finora è stata lasciata combattere a mani nude sarebbe esiziale. La battaglia di Ravelli e Ruggeri, degli avvocati, delle Canottieri deve essere la battaglia di tutta Cremona. Con lo slogan “Cremona si riappropria della sua fascia fluviale”. L'area Tamoil vandalizzata dall'inquinamento torna alla città, risanata e per un progetto sostenibile di riqualificazione urbana, secondo la vocazione ambientalistico-fluviale. Ma anche secondo una razionale, realistica consapevolezza di fecondo progetto di funzione terziaria compatibile con le funzioni delle aree circostanti.
Da ultimo, almeno su una cosa si deve essere (per dignità) esageratamente chiari: il rapporto con Tamoil deve essere tenuto, per quanto si riferisce alle prospettive di destinazione d'uso del suolo, al massimo livello societario.
Per il resto l'interlocuzione può avvenire solo a livello giudiziario.
Da ultimissimo, una domanda? Cosa aspetta Cremona a promuovere una mobilitazione di massa, per scandire adeguatamente e simbolicamente il senso di una campagna strategica?
(e.v)
Pubblichiamo di seguito l'intervento del Consigliere Comunale Arch. Stella Belllini e due lettere pervenute, sull'argomento, dai lettori.
Intervento in Osservatorio Tamoil del Consigliere Comunale Arch. Stella Bellini
“Intervengo in qualità di consigliera comunale e quindi rappresentante dei Cittadini. Ciò che mi interessa è la tutela del nostro territorio, la salute pubblica. Esiste una sentenza di Disastro Ambientale, voi avete inquinato il territorio sul quale vive la nostra comunità. Ora sentirvi dire che se c'è del surnatante nel sottosuolo della Canottieri Bissolati sarebbe responsabilità di quest'ultima che dovrebbe oltretutto operare in proprio la bonifica è inaccettabile. Mi ricorda la favola di Fedro “Il lupo e l'agnello”. Il lupo incolpa l'agnello di inquinare l'acqua ma questi è a valle lungo il ruscello. È del tutto evidente che gli atti messi in campo per evitare ulteriori aggravamenti della situazione sono fondamentali. Inoltre i punti di rilevamento dovrebbero essere posti in adiacenza al confine tra Tamoil e Bissolati, non sul terreno a ridosso del fiume.
Se ci sono nuove evidenze non si può far finta che non esistano. Vanno prese in considerazione subito e bisogna evitare che peggiorino. Non ci si può nascondere dietro a dati vetusti, bisogna risolvere, e credo sia interesse anche di Tamoil e dei suoi tecnici. La barriera idraulica evidentemente non funziona come dovrebbe, dunque facciamo tutto ciò che è possibile. Non si possono attendere ulteriori temporeggiamenti.”
Giusta analisi, quella fin qui testimoniata e divulgata dall'Eco del Popolo. Inequivocabilmente, per decenni, gli uffici pubblici hanno espresso profili proni verso i tecnici Tamoil. Io però ho ancora stampato in mente quello che di tali professionisti hanno detto il Pm del primo grado e il Procuratore generale in Appello sulla loro credibilità e rigore intellettuale. L'atteggiamento arrogante del rappresentante della Tamoil e il suo discorso: carota e bastane, è un discorso da colonialista.
Sottomissione e arroganza sono la cifra della consapevolezza dell'impunità e dello sfacelo di questa democrazia.
Io, quando ne ho l'occasione, ricordo ai miei interlocutori la frase che ha lasciato Duccio Galimberti, fondatore con Gerardo Livio Bianco delle " Brigate Giustizia e Liberta", che dice:
"La Giustizia e a Libertà troveranno sempre dei difensori".
G.B. - Spinadesco 28 gennaio 2022
Buona sera caro Direttore. Ho avuto modo di contattare un ingegnere col passato lavorativo nelle esplorazioni del territorio italiano in cerca di pozzi petroliferi, perché mi illuminasse sulle conseguenze della presenza di una raffineria sul territorio. Sono bastate poche parole per togliere ogni speranza. Mai!!!
Mai le infiltrazioni potranno essere tolte anche se si arrivasse a chiudere l'impianto. Conseguenze tristissime e pericolose per le concomitanti Canottieri, il fiume, la città stessa che in passato respirò” aria “profumata di greggio. Pur non volendo puntare il dito contro qualcuno, vien da chiedersi come sia stato possibile non aver messo sul piatto della bilancia il lavoro offerto e la salute di un'area già penalizzata da un particolare clima. Sia da parte del richiedente che da chi doveva concedere i vari permessi …Ora esimi professionisti hanno lavorato, provato, sperimentato per dimostrare i risultati preoccupanti. Eppure nel futuro son previste quelle che io ritengo altre prevaricazioni. Chi dovrebbe prendere in mano la situazione? Chi sostenere il bene della nostra città? Troppo chiedere un suggerimento?
Clara Rossini - Cremona 28 gennaio 2022