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Dossier sanità /35

La parola ai lettori e ai rappresentanti istituzionali

  20/01/2025

Di Redazione

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Movimento per la riqualificazione dell'ospedale di Cremona

Le chiediamo ancora una cortesia, di pubblicare la lettera allegata alla presente e questa nostra nota a motivo dell'invio della lettera di accompagnamento alla proposta del progetto di riqualificazione dell'attuale Ospedale; documenti inviati oggi a tutti i sindaci della provincia di Cremona. 

Nel settembre 2022 l'Asst di Cremona nel documento dello "Studio di Fattibilità, Relazione Tecnica” a pag.24 dichiara che l'attuale Ospedale pubblico di Cremona fornisce molte specialità e servizi non altrimenti presenti in strutture pubbliche e private ad un bacino di utenza di circa 400.000 persone.

La decisione, a quanto a noi risulta, di costruire un nuovo ospedale spendendo centinaia di milioni in più rispetto alla riqualificazione dell'attuale, è stata presa ignorando il parere delle comunità ad esso afferente.

In particolare i sindaci e gli abitanti dell'area del casalasco, ma soprattutto i sindaci e gli abitanti dell'area cremasca, non sono stati coinvolti in alcun modo.

Crediamo che questo sia un grave errore, in quanto questa scelta, se verrà concretizzata, di fatto sposterà i già risicati finanziamenti statali-regionali in un'opera che potrebbe essere recuperata con eguale efficienza e funzionalità attraverso la riqualificazione dell'attuale Ospedale di Cremona, permettendo un risparmio di denaro da investire in strutture pubbliche di tutta la provincia di Cremona.

grazie per l'attenzione

Il "movimento per la riqualificazione dell'Ospedale di Cremona" 

“Fermare la costruzione di un nuovo ospedale”

Fino a quando non dovesse essere provato che riqualificare l'attuale è più costoso e presenta più problemi per pazienti e operatori rispetto alla costruzione ex novo, e la successiva demolizione totale del monoblocco e dei 12 padiglioni che lo circondano.

Nonostante quanto affermato più volte dal Direttore Generale in merito ai costi e al tipo di lavori da effettuare nell'attuale Ospedale per renderlo equivalente agli obiettivi dichiarati da studi dell'Asst e teoricamente ad ora presenti nel progetto dell'Arch. Cucinella,

non sono stati resi noti ai cittadini i dati particolareggiati dello studio ma solo tabelle sintetiche che potrebbero essere state prodotte in poche ore consultando l'Intelligenza Artificiale come es. ChatGP-4o, ad eccezione del dichiarato studio per l'antisismica di Midas gen 2020 Advanced.

Consapevoli che solo con un confronto delle due opzioni possibili, non avendo disponibile il presunto progetto di riqualificazione preparato dall'Asst di CR, abbiamo deciso di presentare un nostro progetto di riqualificazione.

l'11 gennaio scorso abbiamo inviato all'Assessore regionale Dr Guido Bertolaso, al DG Asst di CR Dr Ezio Belleri e al Sig. Sindaco di Cremona, una richiesta formale che chiede di esaminare il nostro progetto contestualmente al progetto dell'arch. Cucinella nella attuale fase operativa di “analisi di fattibilità tecnico-economica (PFTE)” affinché diventi evidente che con la riqualificazione si possono raggiungere gli stessi risultati dichiarati per un nuovo edificio ospedaliero con

un risparmio per la collettività nazionale di ben 125 milioni considerando solamente i costi edilizi in quanto più facilmente ad ora quantificabili.

Il nostro progetto, pur essendo dettagliato nelle sue finalità e nella collocazione di tutte le funzioni sanitarie, oltre a prevedere, in quanto c'è la disponibilità di un edificio adeguato, la costruzione di una sede universitaria di Medicina per circa 500 studenti, non pretende di essere considerato un progetto professionale e quindi definitivo. Per questo motivo abbiamo chiesto ai responsabili politici e sanitari sopra menzionati di indire una gara che consenta ad aziende specializzate nel recupero ad alto livello di edifici complessi di presentare un progetto.

In questa fase dei lavori è ancora possibile questo confronto.

Per poter realizzare un progetto alternativo dovranno essere stanziati i fondi necessari, ma ciò permetterà un confronto a pari livello con il progetto vincitore, e dal confronto scaturirà una scelta inappellabile e certamente accettata da tutti come un procedimento imparziale e condiviso.

La spesa necessarie per la gara, è una piccola frazione dei denari (molti milioni… stimiamo circa 30-40 milioni) spesi negli ultimi tre anni per interventi improcrastinabili, dopo decenni di abbandono delle strutture di tutti gli edifici del complesso ospedaliero, come ad es. l'attivazione dell'ospedale di comunità nella palazzina degli infettivi, l'ampliamento del pronto soccorso e un obbligatorio “miglioramento antisismico e antincendio”… Tutti interventi che se fosse rispettato il crono programma per il nuovo ospedale saranno stati spesi per la durata di quattro o cinque anni…Poi tutto verrà demolito.

L'imprudenza ha portato a questi “sprechi”.

Se si fosse attuato “anche” un progetto di riqualifica e si fosse seguito un percorso di questi primi interventi citati secondo il progetto pianificato di recupero, “come se “ si dovesse portare a termine questa strada, ancor più la soluzione del recupero totale dell'esistente sarebbe stata meno costosa. Ora costruendo un nuovo ospedale si prevede facilmente un raddoppio, ad andar bene, di tutti i costi.

Come responsabile della salute dei cittadini della sua comunità la invitiamo a considerare la nostra proposta, valutare il nostro progetto e se lo ritiene necessario siamo a disposizione per un incontro.

La invitiamo a sollecitare un incontro della “Assemblea dei sindaci” della sua Asst di appartenenza, a sostenere in sede istituzionale la sospensione dell'iter per la costruzione del nuovo ospedale e a proporre una gara per un progetto di riqualificazione.

I tempi di sospensione dell'attuale iter in corso, per indire e portare a termine una nuova gara, sarebbero molto brevi ed eviterebbero ben più prolungate sospensioni qualora ci dovessero essere forzate sospensioni provocate da ricorsi come ad esempio il giudizio del TAR regionale o una valutazione della Corte dei Conti.

Contemporaneamente a questo invito

stiamo inviando lo stesso appello ai responsabili politici di tutti i partiti rappresentati e non in consiglio comunale a Cremona.

Inoltre stiamo informando anche i media locali affinché attraverso essi si possa pubblicamente confrontarci, con conferenze o anche solo con approfondimenti, sulle due possibili ipotesi e sulla proposta per una ulteriore gara che non nega aprioristicamente l'esito della prima.

Movimento per la riqualificazione dell'ospedale di Cremona

Cremona,16/01/2025

Specchietto per le allodole…

Il Movimento per la riqualificazione dell'Ospedale di Cremona sta facendo un ottimo lavoro. Il nuovo documento inviato alle autorità politiche competenti è preciso e chiaro nella forma e nella sostanza. La cittadinanza attiva sta facendo uno sforzo notevole per inculcare nelle coscienze dei cremonesi la consapevolezza che ci sia una via diversa e meno onerosa del nuovo Ospedale, specchietto per le allodole, percorribile a tempi brevi e con benefici reali a favore dei malati. È un vero peccato che, nonostante l'impegno, la vostra comunicazione non venga recepita sia dai cittadini e soprattutto dagli amministratori che dovrebbero operare per il Bene comune.

C.L., 17 gennaio 2025, Vicenza

Un vero e proprio "pacco"

Caro Enrico, purtroppo, acciaccato come sono, non riesco più a fare le mie consuete passeggiate in città e, di conseguenza, non ho più occasione di incontrare tante persone (tra i quali, ovviamente, ci sei anche tu) con le quali mi piacerebbe scambiare non solo ricordi, ma anche opinioni al riguardo dell'attuale gravissima crisi che la politica, in generale e quella cremonese in particolare, sta da molti lustri attraversando. Leggo spesso il tuo "Eco del popolo" con le opinioni espresse sul quale mi capita spesso di convenire (vedi, ad esempio, la sciagurata vicenda del nuovo progettato ospedale cremonese, un vero e proprio "pacco", come tu sei solito definirlo)

M.d C., 17 gennaio 2025, Cremona

CHIOSA: il rischio… Vox clamantis in deserto

…già è, di tanto in tanto, la sensazione che ricaviamo dal raffronto tra il volume di testimonianza (e, se non ritenuto sconveniente, di lotta) sviluppata sulla vicenda “pacco” (come è tornato a definire l'affaire un nostro sagace lettore) e la mietitura in termini di concreti frutti della ciclopica campagna di cittadinanza attiva sul tema Nuovo Ospedale, nel contesto più ampio per la riaffermazione dell'istanza del diritto alla cura della salute.

Premessa che, ben lungi dal mettere le mani avanti, in vista di un eventuale riposizionamento dell'intensità della nostra (e siamo certi del Movimento) testimonianza, si pone, per trasparenza verso i nostri lettori e il sostenitori del Movimento stesso, lo scrupolo di non nascondersi dietro il dito (dell'entusiasmo) per un'interessata veicolazione di subtotali incongrui rispetto alle difficoltà. Che sono prima di tutto rappresentati dallo sconcerto di fronte ai risultati della sensibilizzazione nei confronti delle Istituzioni Territoriali, dei cosiddetti corpi intermedi sociali e in generale dell'opinione pubblica.

I cui segnali (di quest'ultima) sono controtendenziali al volume impressionante delle firme raccolte e dell'audience incassato nelle decine di “banchetti” allestiti nel corso di questi ultimi due anni.

Hai voglia ad argomentare con rigore d'analisi e di controproposta tecnica (di cui va reso merito principalmente al geom. Giorgio Mantovani).

Ma il sistema dei poteri (che controlla anche la comunicazione) è, di questo orecchio, completamente sordo.

E, senza voler infierire, anche la cittadinanza (di cui, ripetiamo, una notevole aliquota ha mostrato interesse e sostegno) continua a non sembrarci particolarmente elettrizzata (come invece dovrebbe) dalle consapevolezze tratte dal deragliamento della sanità pubblica e delle prestazioni.

Raramente ci si lamenta mezzo stampa. Spesso se ne fa un motivo di lagnanza a livello relazionale individuale. Ma un'alzata verso una postura verticale non rientra nel radar.

Insomma, quel che vogliamo affermare, è il fatto che i cittadini si lagnano e prendono pubblicamente cappello su altre (numerosissime) carenze di prestazione pubblica, ma non mettono a fuoco la centralità-priorità della cura della salute.

Ormai rassegnati a tracannare tutto quanto passa la comunicazione dell'aggregato dei “poteri”; che sul tema sanità-ospedale è manifestamente e quasi unanimemente schierato con l'inspiegabile embrassons nous della destra e della sinistra. D'altro lato, se ne è avuta contezza, poco più di un semestre fa, in occasione del rinnovo della Consiliatura civica. Che, a dire il vero, non era “tematico” nel senso che avesse come unico paradigma (di analisi e di valutazione) la questione della sanità pubblica.

Non proprio un “nun gliene può fregà de meno”; ma, ripetiamo, l'argomento non buca l'audience.

Essì che ogni giorno che il buondio manda sulla terra, non ci fa mancare un assist di consapevolezze attorno al fatto che i reggitori delle politiche sanitarie e ospedaliere proprio non ci fanno mancar niente (in termini di notizie allarmanti)

Delle ultime 48 ore è l'esternazione (fornita col metodo vasellina) di due claudicanze, ritenute non a torto marginali nell'economia generale delle criticità (ma potenzialmente suscettibili di marcare conseguenze sulla sostenibilità della struttura e del servizio. Si tratta della vicenda ricaduta sui lavoratori del CUP di Cremona e sugli addetti alle pulizie dell'Oglio Po.

Il fatto (di Cremona) il datore di lavoro degli addetti al CUP è in ritardo con il pagamento delle spettanze degli operatori. Idem per quelli dell'Oglio Po.

Il dirigente di Area Accoglienza Cup ai Dipendenti di aCapo "ma per noi è come se foste nostri”. Bella esclamazione rassicurante. Che meriterebbe di essere riscontrata con una domanda sulla motivazione (nel profilo organizzativo/funzionale ed economico) dell'outsourcing di un ramo aziendale particolarmente delicato, in passato e a lungo gestito direttamente dell'organico interno.Siamo in presenza di un ginepraio inestricabile di scatole cinesi camuffate dal brand cooperativo. Che lascerebbe intendere un vago richiamo alla sussidiarietà affidata al cosiddetto terzo settore. Che, per di più, ha al proprio vertice Lega Coop. L'ammiraglia di sinistra. Sulla stessa barca (probabilmente con aggravata criticità) di insolvenza sono gli addetti alle pulizie della struttura ospedaliera Oglio Po. Che non ricevono da tempo (due mensilità più la tredicesima) le spettanze dall'azienda appaltatrice del servizio, cui, inspiegabilmente l'appaltante Asst continua a pagare le prestazioni. L'azienda, che in regime di autotutela dovrebbe minimamente attivarsi sia sul piano delle prerogative contrattuali sia su quello di una non improbabile (se i diretti interessati e il sindacato volessero alzare l'asticella del contenzioso), mentre si limita a dichiarare che sta monitorando la situazione. Il Comitato, dimostrando da parte dei lavoratori (che con la non improbabile revoca dell'appalto arrischiano il posto, in aggiunta alla perdita delle spettanze non pagate) un altissimo senso di responsabilità continuando un'attività importante per la sostenibilità quotidiana del servizio della struttura. Non è temeraria la domanda sulla ratio che induce la sanità pubblica ad affidare (con sprezzo delle insidie che tradizionalmente albergano in questo opaco ambiente degli appalti e subappalti quasi sempre affidati ad un terzo settore la cui funzione principale si ispira al lucro del differenziale di trattamento economico e normativo dei lavoratori favorito da un inquadramento concepito ed attuato ad usum delphini). La tenuta dei conti, che pur rientra nelle sollecitudini dell'azienda e, a ben vedere essendo, per quanto oligarchicamente gestita, "pubblica", anche dei cittadini utenti, non può avvenire, per ragioni etiche e di autotutela, sulla pelle dei diretti interessati e della comunità.

Certo, ripetiamo, le due situazioni da noi focalizzate non occupano i primi posti nella gerarchia di priorità della criticità del modello gestionale aziendalizzato. Ma inequivocabilmente dicono dello stato di precarietà della struttura territoriale; di cui pagano le conseguenze i cittadini, gli utenti e, in prima fila, anche gli operatori, medici, paramedici, tecnici che siano.

Alla luce di questa considerazione, torniamo a considerare l'opportunità che la questione Ospedale da “tematica” che è (la contrapposizione tra nuovo nosocomio e riqualificazione dell'esistente) diventi “generalista”. Come istanza capace di allargare la visuale a tutto il conculcato diritto alla cura alla salute.

A noi era sembrata edificante l'idea di mettere in sinergia l'azione dei Movimenti dei territori contermini (Desenzano, Cremona e Piacenza) che si trovano ad operare, in termini di denuncia e di controproposta, per un'impressionante analogia. Non spetta a noi. Ma ci sembra una buona idea, quella di armonizzare e far convergere la loro testimonianza cittadinanza a attiva.

L'ultima questione che intendiamo sottolineare riguarda il raccapriccio suscitato in noi dalla constatazione della coesione bulgara raggiunta e blindata dagli opposti “campi” su un argomento che dovrebbe, se non altro per ragioni di trasparente rapporto con i loro bacini di riferimento e di raccolta, delibato con la massima chiarezza.

In campagna elettorale (di maggio) solo due voci si dichiararono in contrasto con la linea del Nuovo Ospedale (il candidato Giovetti e la candidata, poi eletta i Consigli, Tacchini). Vero che tutto tace. Ma ci parrebbe conseguente e coerente che una voce si alzi in Consiglio per riprendere l'argomento nell'interesse della cittadinanza. È un'idea della testata. Che impegna solo l'editore-opinionista. Ma rassicurerebbe, ne siamo convinti, ampie fasce di cittadine.

Oltretutto, si metterebbe in sintonia con l'iniziativa del Movimento che inoltrerà ai 32 Consiglieri di Cremona e ai 23 Sindaci del territorio della Asst  la documentazione relativa all'iniziativa in corso.

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