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Dossier Provincia: così ha sancito il “corpo” elettorale /3

  07/10/2024

Di Redazione

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I risultati

Votanti: 958 su un totale di 1.350.

Presidente: Roberto Mariani ("Per una Provincia unita") voti 47.283.

Secondo classificato: Alberto Sisti ("Centro Destra per Cremona"): voti 34.997.

Consiglio Provinciale:

"Per una Provincia unita": Giovanni Gagliardi (Cremona): Mauro Giroletti (Sergnano):Graziella Locci (Castelverde): Luciano Toscani (Casalmaggiore): Eugenio Vailati (Crema): Edoardo Vola (Casaletto Vaprio):

"Centro Destra per Cremona": Valeria Patelli (Calvatone): Filippo Raglio (Vescovato): Roberto Rava (Soresina): Gianni Rossoni (Offanengo); Attilio Zabert (Pieve D'Olmi)

Promemoria – Candidati in lizza

Centro sinistra

Giuseppe Bignardi (indipendente), Persico Dosimo; Francesca Ceresola (Partito Democratico), Credera Rubbiano; Eliana Curti (indipendente), Pandino; Giovanni Gagliardi (Partito Democratico), Cremona; Silvia Genzini (Partito Democratico), Pieve San Giacomo; Mauro Giroletti (Partito Democratico), Sergnano; Graziella Locci (indipendente), Castelverde; Simona Ravasi (indipendente), Paderno; Ponchielli; Luciano Toscani (indipendente), Casalmaggiore; Eugenio Vailati (Partito Democratico), Crema; Rosita Viola (Alleanza Verdi Sinistra), Cremona; Edoardo Vola (Partito Democratico), Casaletto Vaprio.

Centro destra

Palmiro Angelo Bibiani (Lega), Vaiano Cremasco; Marta Falco (Forza Italia), Robecco d'Oglio; Angela Migliorati (Fratelli d'Italia), Ostiano; Federico Oneta (Fratelli d'Italia), Romanengo; Valeria Patelli (Forza Italia), Calvatone; Sabrina Paulli (Forza Italia), Izano; Alessandro Portesani (indipendente), Cremona; Filippo Raglio (Lega), Vescovato; Roberto Maria Valentino Rava (Fratelli d'Italia), Soresina; Giovanni Rossoni (Forza Italia), Offanengo; Maria Giovanna Ruffoni (Fratelli d'Italia), Ripalta Cremasca;  Attilio Paolo Zabert (Fratelli d'Italia), Pieve d'Olmi.

Elezioni provinciali: qualche considerazione sui risultati

Analisi/riflessione

Le elezioni del Presidente della Provincia e del Consiglio Provinciale, hanno avuto un inconfutabile condizionamento dal comportamento di alcuni “franchi tiratori” appartenenti al gruppo consiliare di Fratelli d'Italia al Comune di Cremona, irrispettoso degli impegni politici concordati tra i Partiti del centro destra.

I voti ponderati a favore di Roberto Mariani sono risultati pari a 47.285 contro i 34.997 espressi per Alberto Sisti, mentre quelli conteggiati a sostegno delle reciproche liste, rivelano in vantaggio la coalizione del centro destra rispetto allo schieramento del centro sinistra: 43.232 contro 40.046

Un esito sostanzialmente analogo a quella già verificatasi in occasione della elezione a Presidente della Provincia di Mirko Signoroni, nel 2019, che denota slealtà e poca trasparenza verso le rispettive comunità politiche, liberamente scelte, ove collegialmente si discute e si può essere maggioranza o minoranza sui temi in discussione.

Nel centro sinistra l'esito elettorale viene esaltato come il risultato della strategia adottata, quando oggettivamente sono stati mancati tutti i propositi e gli obiettivi circa la formazione di una lista unica con il centro destra, con annessa candidatura unitaria del Presidente.

La spaccatura creatasi nel centro destra e la pari rappresentanza, ( 6 a 6 ) in Consiglio provinciale delle due liste concorrenti, non prospettano delle condizioni facili per la gestione dell'Ente, nemmeno se verrà impostata, come da più parti si suggerisce, con il coinvolgimento gestionale di tutti gli eletti.

Personalmente auspico una maggioranza che esplicitamente condivida priorità e scelte dettagliate, da perseguire negli ambiti territoriali del cremasco, del cremonese e del casalasco, nei settori: socio sanitari, economici, infrastrutturali ed ambientali.

In campagna elettorale abbiamo letto programmi generici senza indicazioni specifiche sulle questioni notoriamente più dibattute dal punto di vista politico ed amministrativo.

Il futuro della realtà provinciale deve ritornare ad esprimersi con piena autonomia e capacità di interlocuzione a tutti i livelli, senza altri timori reverenziali.

Evitare il confronto sopra accennato, perché potrebbe minare delle intese politiche più generali, sarebbe un pessimo segnale ai fini della chiarezza programmatica.

Virginio Venturelli
Virginio Venturelli

P.S. per rilanciare il programma dell'area omogena, energia/ambiente

Infrastrutture

La vocazione dell'Area omogenea cremasca a volgere lo sguardo verso il Capoluogo lombardo e a dialogare, oltre che con Cremona dentro il sistema provinciale, anche con i territori limitrofi - lodigiano, della bassa bergamasca e dell'est milanese - con i quali si identificano spesso problematiche ed opportunità comuni, ha reso necessario negli anni orientare la programmazione degli interventi infrastrutturali lungo tali direttrici.

Ne deriva che le priorità del Cremasco, individuate da tempo ma sulle quali è ora urgente definire tempi e risorse certe, sono:

  • Il completamento del raddoppio della Paullese con la realizzazione del nuovo ponte a Spino d'Adda con adeguato finanziamento;
  • Il completamento
    • della ex strada statale 591 per il tratto Montodine-Castelleone;
    • della ex strada statale 472 (Bergamina) fino all'inizio della tangenziale di Dovera;
    • della gronda nord di Crema;
  • la verifica della possibilità del prolungamento della metropolitana di Milano fino a Paullo
  • il raddoppio della linea ferroviaria Cremona-Crema-Treviglio con precedenza del tratto Crema-Treviglio al fine di introdurre la linea diretta Milano-Crema.

Sanità

La questione è assai complessa perché comprende due aspetti: la medicina del territorio e quella ospedaliera che però non possono essere considerate due corpi nettamente distinti, in attuazione della L.R. n. 22/2021.

La medicina del territorio afferisce a quel complesso sistema organizzativo e di servizi che vengono garantiti ai cittadini attraverso operatori, ambulatori e, in particolare, i medici di famiglia.

L'organizzazione dei servizi dei medici di medicina generale è ora competenza dell'ATS Valpadana con sede a Mantova, ma passerà sotto la gestione dell'Asst di Crema, in attuazione della recente riforma dell'ordinamento socio-sanitario lombardo che ha riportato la centralità ai territori attraverso le ASST.

In attuazione di questa riforma e delle straordinarie misure e investimenti previsti dal PNRR, l'Area omogenea cremasca chiede con forza che venga incentivata la collaborazione tra Medici di famiglia e i nuovi servizi territoriali, Case di Comunità, Centrali operative territoriali e Ospedali di Comunità. La messa in rete dei Medici di Medicina Generale con questi nuovi servizi dev'essere realizzata anche garantendo la presenza territoriale e capillare degli stessi medici di famiglia. Questi offrono infatti un presidio insostituibile ai servizi territoriali.

Il distretto opererà, per ora parzialmente con una serie di Servizi e a regime dal 2024, con due Case di comunità (in via Gramsci a Crema e a Rivolta d'Adda), una Centrale operativa territoriale (in via Gramsci) e due Ospedali di comunità (Rivolta d'Adda e Soncino). L'organizzazione di questi servizi in raccordo con il complesso sistema di medicina territoriale è uno snodo decisivo per la sanità cremasca.

Il questo contesto le priorità per il cremasco sono:

  • la piena operatività del distretto con la nomina in temi brevi del responsabile;
  • l'attivazione di una terza casa di comunità nel rispetto della recente riforma sanitaria che prevede strutture di questo tipo ogni 50 mila abitanti. Per il Cremasco, che conta una popolazione di circa 160 mila abitanti, sono infatti state riconosciute solo 2 Case di comunità.

La medicina ospedaliera

La Regione ha disposto un investimento di oltre 300 milioni per la realizzazione di un nuovo ospedale ipertecnologico e all'avanguardia per Cremona.

L'Area omogenea cremasca chiede:

  • garanzie per confermare l'autonomia dell'ospedale di Crema con lo stanziamento di risorse adeguate;
  • investimenti volti a mantenere e ulteriormente implementare le attuali eccellenze ospedaliere, che rispondono ai bisogni della popolazion.

Istruzione, formazione e politiche attive del lavoro

Il territorio cremasco si candida ad essere luogo di alta formazione professionalizzante attraverso:

  • Il mantenimento della laurea per infermieri;
  • il potenziamento dei corsi ITS (cosmesi e meccatronica) e IFTS già esistenti, oltre all'investimento per l'attivazione di nuovi corsi.

Sociale

È uno dei settori più delicati e più impegnativi per i cittadini. La regione può fare molto. L'area omogenea ha individuato due elementi sui quali è necessario intervenire:

  • riequilibrio a livello provinciale di posti nelle Rsa, problema che si trascina da anni e mai risolto;
  • aumento del fondo disabilità per promuover l'inclusione e il Servizio di Assistenza per l'Autonomia Personale (Saap);
  • promozione di un rinnovato accordo di programma con Regione Lombardia per la rigenerazione del comparto del centro di incremento ippico (Stalloni).

Energia/Ambiente

È uno dei problemi che caratterizzano il futuro e sul quale occorre agire con tempismo e soprattutto con indirizzi e norme chiare. L'area omogenea chiede:

  • un'accelerazione sulle norme e i finanziamenti per sviluppo di una rete di Comunità energetiche al fine di favorire l'autoproduzione e la condivisione dell'energia rinnovabile all'interno del territorio in coerenza con il progetto sviluppato da Consorzio.it;
  • lo sviluppo e il potenziamento della rete di mobilità dolce (ciclabili) come rete di collegamento tra Crema e i paesi del Cremasco e come opportunità di valorizzazione dei principali assets naturalistici, paesaggistici e turistici in accordo con il progetto elaborato da Consorzio.it.

I Sindaci dell'Area Omogenea Cremasca, 6 febbraio 2023, Crema.

La parola ai lettori e ai rappresentanti istituzionali

Ben venga, la partecipazione e il dialogo…

Ottimo lavoro Direttore e buona anche l'inquadratura fatta da Virginio Venturelli. In un solo numero di giornale si sono proposti i problemi e le persone in campo

Va detto che io non sono così critico sull'attuale meccanismo elettorale per la elezione del Consiglio Provinciale. Premettendo che vorrei si ritornasse al vecchio sistema che permetteva la partecipazione diretta dei cittadini

Non sono troppo critico, perché mi pare giusto che non sia sufficiente l'alleanza fra i due Comuni maggiori per eleggere il Consiglio così come non sarebbero sufficienti i voti dei i piccoli Comuni.

È evidente che l'impatto di alcune decisioni sarebbe più rilevante sui comuni con maggiore popolazione che già ora sopportano costi per servizi a diffusione sovraccomunale.

Venturelli ha uno spirito movimentista; desidererebbe che le liste civiche si coalizzassero e divenisse forza politica autonoma. Ben venga, la partecipazione e il dialogo fra questi diventi uno stimolo per tutti. Temo, però, sia una pia illusione, per una serie di motivi, fra i quali il localismo e la diversa ispirazione culturale rappresentano degli ostacoli.

Ispirazione che ben si evidenzia nella composizione delle due liste dove i civici sono rappresentati in entrambe.

La voglia di partecipare comunque c'è e ben si esprime su un tema di interesse provinciale come quello della costruzione del nuovo ospedale di Cremona.

Il Comitato che si oppone lo sta facendo con una passione competenza e costanza ammirevoli.

E i nostri due candidati alla presidenza della Provincia che dicono sul tema?

E cosa dicono sulla sciagurata collocazione del nuovo liceo di Crema?

Sandro Gaboardi 3 ottobre 2024, Crema
Sandro Gaboardi 3 ottobre 2024, Crema

Chiosa

Grazie, Sandro. Condivido il Tuo incipit, che è riecheggiato nei miei passati editoriali. Per me, l'ente intermedio va rilanciato, ripotenziato e cospicuamente rifinanziato, nonché ridefinito come prerogativa di rappresentanza sia della rete istituzionale territoriale (con un'aliquota di elettori e di rappresentanti comunali) sia del corpo elettorale di primo livello.

Entrando nel merito delle osservazioni afferenti al rinnovo della Consiliatura, dobbiamo prima focalizzare bene le dinamiche che hanno condotto. A spanne, l'unico dato evidente (che illumina la mission del PD cremonese) è la rielezione per la terza volta di un quasi novantenne, sopravvissuto, oltre che alle dinamiche generazionali e al galateo (in cui il PD difetta da decenni), che rende (renderebbe) poco “fine” il ricorso alle sliding door (tra ruoli istituzionali elettivi e carriere dirigenziali). Ma, evidentemente questa “finezza” deve essere pervicacemente nelle corde del centro-sinistra. Come dimostra la vicenda dell'implementazione, avvenuta, checché sia tentato di depistare, del bottino dei “vincitori” nel Comune Capoluogo. Che, a parti invertite, hanno metabolizzato, nel capiente ventre da “balena bianca” (quale si sta sempre più rivelando il “campo”), la posizione (si ripete, a parti invertite), di un civil servant, in un passato molto prossimo, immolatosi ai vertici dell'ente provinciale. Un vero è proprio spoil system, a colpi di opzioni esercitate su basi “fidelizzate”, ricche prebende (di cui fruiranno i prescelti), funzioni non esattamente correlate ai compiti della macchina amministrativa, che dovrebbe operare nell'interesse esclusivo delle istituzioni di livello inferiore e della popolazione amministrata.

Non è improbabile che la catena sinergica dello stile ormai imperante un po' in tutta l'intelaiatura della casta riservi qualche non sorpresa nella formazione dello staff a servizio del nuovo vertice provinciale.

Di cui fin qui (e a commento della figura totalmente di servizio civico del compianto Presidente Davide Viola, impegnato nella temperie più devastante della conseguenza della legge Del Rio, svolse la funzione senza alcun emolumento), si è assorbita la vulgata secondo cui gli eletti opererebbero gratis et amore dei. Bisognerebbe aggiungere che la curiosa prerogativa funziona per i componenti del Consiglio, non per la presidenza (la cui prebenda è stata parificata a quella del Sindaco del Comune Capoluogo).

Ovviamente, restano operanti anche le prerogative di designazione per i vertici delle “partecipate” (le poche rimaste, viste che nella seconda repubblica, si sono significativamente ridotte). Terreno questo su cui gli uscenti non si sono fatti mancare niente in termini di autoreferenzialità di designazione per nomine in società correlate (sulle cui spiegazioni si è operata una sospetta dissolvenza).

Noi auspichiamo un pieno ripristino delle funzioni e dell'intelaiatura dell'Ente Intermedio, che, dal 1885 alla prima decade del terzo millennio, diede buona prova.

Non ci speriamo molto. E per tempi ravvicinati. Ma sentiamo il dovere di affermare che, nelle more e negli struggimenti, sarebbe buona cosa che il “territorio” allestisse un proprio progetto di ripristino. A partire dalla funzionalizzazione dell'Ente ai nuovi contesti e da un più acconcio sistema di rappresentanza. Lo sosteniamo da sempre e, per quel che può valere, siamo, ripetiamo ad nauseam, per il totale ripristino dell'ente. Con un sistema elettivo misto. Presidente, non investito di mandato comunale ed eleggibile col voto del corpo elettorale universale. Il Consiglio, invece espressione di secondo livello e prerogativa dei Consiglieri Comunali. Con qualche aggiustamento tra voto capitario e apporto ponderale.

I'm starting with the man in the mirror

Il “musicarello” non é esattamente il “timbro” prioritario del nostro modo di pensare e di esprimere. Neanche di fronte allo specchio (postura mattutina, almeno per il gesto della rasatura facciale). Postura imprescindibile (a meno che non si voglia rischiosamente andare a memoria) dall'osservazione speculare. Che, talvolta, dovrebbe indurre, come consiglia la vulgata, di guardare oltre l'area di applicazione del rasoio.

È quanto sostiene “King of Pop” (M Jackson) con “Sto iniziando dall'uomo nello specchio”.

Non sappiamo se i players delle metodiche dell'esercizio politico stiano ancorati, almeno talvolta, all'implicita metafora. Dubitiamo l'abbiano fatto i protagonisti dell'ultimo “format” delle vicende politiche-istituzionali del nostro territorio.

E, semmai avessero intenzione, li consiglieremmo a impegnare bene la mira.

Perché, per quanto si voglia preservare rispetto personale e galateo istituzionale, il “rito”, che con una settimana (ufficialmente dichiarata) di premesse, ha partorito una schifezza. Vabbé… sparate al qualunquismo.

Il nostro pensiero (che, sia ben chiaro, non è imprescindibile) sull' “ideona” del ministro PD Del Rio di applicare la spending review sui tagli verticali a cominciare dalle istituzioni (non sulla spesa parassitaria e clientelare) l'abbia espresso (frequentemente in compagnia dell'amico/compagno Venturelli) e non abbiamo motivo di fare autocritica. Anzi… le performances politiche delle ultime settimane confermano pienamente il fondamento della nostra critica. Che ha come perno la condanna della sostanziale soppressione dell'ente intermedio (che aveva dato da partire da metà 800 buona prova nella rappresentanza delle istanze e delle consapevolezze territoriali) e la più convinta perorazione del ripristino tal quel (se fosse possibile, con l'arricchimento di qualche attribuzione in più da sottrarre alla sorella maggiore, Regione, che nel corso dell'ultimo mezzo secolo si è mostrata ancor più centralista dello Stato).

Oddio la voglia di scalare qualche marcia dal livello delle riflessioni di ordine istituzionale ci sarebbe (anche in considerazione della compressa verve dialettica che necessariamente ispirava il ceto politico della nostra generazione).

Ma francamente, e anche un po' restii a non utilizzare i sedimenti di appunti e ritagli che per buona regola non si buttano mai, staremo fuori (noi, che da almeno un decennio, stiamo sul “pezzo” della riqualificazione della rete istituzionale territoriale) da quella “melma” che è ormai diventato “il confronto”.

Lasciandolo alle prerogative di questo ceto politico/amministrativo, che fa fatica a riconnettersi, almeno sulle tematiche importanti, a meccanismi cognitivi di senso comune.

Come direbbe Gianni Rodari, per tutto c'è un verso. Che sembra essere sfuggito irrimediabilmente in questo 2024 che, con l'appuntamento con le urne, avrebbe potuto essere un'occasione feconda, per interrogarci sullo stato dell'arte e sulla direzione di marcia delle nostre comunità.

Anche per questa occasione mancata (soprattutto, per il venir meno del ruolo di guida e di indirizzo della politica) la nomenklatura dovrebbe cominciare a fare il verso al “king of Pop”.

Ovviamente, non perderemo di vista l'argomento. Chiedendo ai nostri lettori di fornirci spunti.

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