Caro Direttore, da un anno (per quanto anche in passato l'impronta comunicativa non sia stata esattamente felpata) il Sindaco della borgata dell'Adda ha accentuato, più che le attenzioni concrete correlate al suo mandato, la loro narrazione.
Nei giorni scorsi (e per più giorni continuativi) egli è stato (noblesse obblige) al centro di una sventagliata di presenze e di endorsement, che, per il loro vuoto pneumatico di cose concrete da dire, non posso non ricondurre di esserci. Diversamente dai dubbi amletici il borgomastro (nato “civico” ma transustanziato duro-leghista) c'è sempre. Normalmente dovrebbe essere per comunicare qualcosa di attinente all'esercizio del mandato. Ma siccome, in proposito, la tabella performante riporta poco di concreto, la narrazione splafona anche in ambiti fuori porta. Leggendo la cronaca territoriale del quotidiano locale, si ha la sensazione dell'attivismo. E, ripeto, quando non c'è trippa per i gatti (perché la realizzazione langue), ci si fa sotto lo stesso. Inaugurando, come ha scritto Lei, qualche giorno fa, più che le opere la loro progettazione e la loro cantierazione (stimando che nell'election day non saranno pronte).
Ma il primo cittadino sa fare di meglio. Sa dare lezioni anche ad altre amministrazioni. Qualcosa di più di un orgoglio avere un Sindaco così che fa le pulci ad altre amministrazioni pubbliche sullo stato del decoro e della sicurezza del patrimonio arboreo delle pertinenze ferroviarie (forse perché affacciate a qualche proprietà privata?). Tanta abnegazione assorbe e sottrae tempo all'osservazione dello stato della manutenzione comunale. Di una cittadina che è diventata inguardabile. Vittima di tale strabismo anche la Fondazione Mazza. Negletta per anni. Attenzionata solo per imporre un anno fa un management avulso dalla cittadinanza (ma non dalla nomenklatura leghista). E, adesso che siamo alla resa finale dei conti, nuovamente destinato alla noncuranza del Comune.
Peraltro le bocche di fuoco della propaganda “mirata”, si avvalgono delle comparsate dei compagni di merenda (del superiore livello di governo regionale). Come se il fatto di ospitare due Assessori Regionali con radici lodigiane contigue alla cittadina dell'Adda fosse garanzia di particolari sostegni.
Qualche mese addietro venne in largo Vittoria tal Assessore Foroni a sostenere irresponsabilmente le ragioni degli operatori divenuti allergici al coprifuoco.
Fece qualcosa di concreto?
E dato che ci siamo, verrebbe spontaneo l'interrogativo di spostarci di due chilometri, citofonargli e chiedergli se ha avuto (il Foroni) qualche anche modesta parte nella genialata dell'esodo a Codogno dei Pizzighettonesi per la campagna vax (cui, sedendo a Palazzo Lombardia non dovrebbe essere stato estraneo).
E, infine, poiché sto rileggendo La Provincia di ieri, mi sto ancora chiedendo (pur ribadendo la tradizionale propensione indigena all'ospitalità) cosa sia venuto a fare a Pizzighettone l'assessore Rolfi (altro compagno di merende leghiste). Tutto fa brodo, quando ci si vuole proporre. La circostanza della visita alla Latteria, orgoglio dell'imprenditoria agroalimentare pizzighettonese, suggerisce un assist: si vuole far credere che la luna della resa dei conti del mandato amministrativo sia la formaggia?
Grato per l'ospitalità, invio cordiali saluti
F.T. Pizzighettone, 4 luglio 2021
DISTURBATORI E PRESENZIALISTI
È questo giornale che ringrazia i tanti lettori che lo seguono ed inviano spunti.
A dire il vero, l'intento di mettere sotto il riflettore le imprese mediatiche del Sindaco di Pizzighettone sarebbe come sparare sulla Crocerossa. In materia egli è percepito come l'esatto opposto del dubbio di Moretti, quando l'attore si chiede “vengo…non vengo…vengo e mi metto in disparte…”
Lui c'è sempre, anche quando non si capisce perché (nella veste istituzionale) ci sia.
Esclude il Consiglio Comunale dalle occasioni istituzionali e dagli incontri istituzionali (come con Foroni). Fa di tutto per essere percepito più che per un “disturbatore” (quale potrebbe essere l'accoppiata televisiva Fortini/Giusini) certamente per un presenzialista compulsivo.
Non saranno certamente la comparsata ad attenuare l'inclemenza (giustificata dai fatti) del giudizio del corpo elettorale tra qualche mese. La chicca di questo presenzialismo, poi, assume un connotato di surrealismo, di fronte all'ospitata dell'Assessore Rolfi. Che è il referente principale del ratto della mostra del bovino. Di cui nessuno parla più, rivelando lì impudenza di fargli fare la madonna pellegrina tra gli operatori della trasformazione agricola. (e.v.)