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DAD ai tempi del Covid

Insegnante alle prese con la "didattica a distanza"

  05/05/2020

Di Roberta Tosetti

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Pubblichiamo un'interessante prospettiva sulla didattica a distanza da parte di Roberta Tosetti, insegnante, scrittrice, animatrice culturale e assessore alla cultura di Soncino.

Un tema di estrema attualità che ha coinvolto tutto un sistema, quello dell'istruzione, che si è dovuto quasi reinventare nel giro di pochi giorni di distanza dal famoso “Caso 1” di Codogno, il primo paziente certificato affetto da Covid-19.

Nonostante l'improvvisa crisi pandemica, il mondo della scuola, il primo ad attuare il lockdown, ha saputo reagire con la forza di volontà e l'abnegazione del corpo docenti (e non solo). Nonostante i moltissimi problemi di questo delicatissimo comparto, dall'abnorme ricorso al precariato alle strutture spesso al limite della fatiscenza, l'offerta formativa, il supporto morale e psicologico non sono mai venuti meno nei confronti degli studenti. Il sistema si è retto grazie ai dirigenti scolastici ed agli insegnanti come Roberta Tosetti, mossi più dalla "passione" che non dal semplice desiderio di esercitare "una professione". 

Il Ministro Azzolina ha avuto la prova (semmai ce ne fosse stato bisogno) di avere in organico grandi risorse umane, oltre che professionali. Ora, non dovrebbe fare altro che investire maggiormente in queste risorse per metterle in condizione di dare il meglio di sé.

5 maggio 2020, data che rievoca l'ode che  Alessandro Manzoni scrisse per celebrare la figura di Napoleone in occasione della sua morte a Sant'Elena nel 1821. Manzoni è l'autore che in questi giorni insieme ai miei alunni affrontiamo. Un autore mai così attuale e moderno. Per tanti aspetti e punti di vista. Sì, Manzoni mi aiuta a disperdere i miei pensieri verso una delle tante passioni che riempivano ogni giorno la mia vita, prima del Covid, la scuola. La considero non una professione ma una passione, la sento, la vivo con quell'entusiasmo che non si è mai spento, neppure davanti alla sofferenza che abbiamo provato e visto dal 20 febbraio fino ad oggi. E proprio dal 20 febbraio tutti ci siamo dovuti reinventare un ruolo differente, un ruolo diverso rispetto alla nostra quotidianità. Mi sono ritrovata così insegnante di DAD, un acronimo che significa didattica a distanza, da un giorno a un altro, mi sono ritrovato un ruolo in casa e riappropriata di quegli spazi che prima erano solo sentiti forse come luoghi per tornare a riposare dopo la giornata lavorativa. Ora la mia classe è un PC, è virtuale, i miei alunni sono lettere che appaiono davanti allo schermo e, a volte, non sempre interagiscono dietro questo. I miei colleghi sono diventati amici virtuali con i quali sentirsi e parlare di quell'alunno, dell'altro, o di come segue la classe. Avrei voluto spiegare Manzoni, il 5 Maggio davanti alla mia classe, parlare con loro dell'autore e del protagonista di questa poesia e…invece l'ho fatto solo attraverso appunti e con un incontro dietro a uno schermo. Che senso ha questo? Ha senso oppure no? Sì ha un grande senso, il senso racchiuso in quella parola che purtroppo non va più di moda cioè il senso civico di ognuno di noi. Rispettare i miei alunni e le loro famiglie vuol dire trasformare una didattica empatica in una DAD, vuol dire parlare magari maggiormente con loro attraverso i messaggi, vuol dire ascoltarli, sì ascoltarli perché proprio mentre il Covid uccideva barbaramente tante persone, le loro fragilità emergevano e chiedevano aiuto, magari quell'aiuto che in classe non avrebbero mai trovato il coraggio di chiedere. Mi sono sentita attiva nel sostenerli, nell'aiutarli a ritrovare la loro via che sembrava da un giorno all'altra sparita. Sì, ho avuto una grande opportunità in questa DAD: riuscire a trovare una via di uscita dallo schermo freddo del PC e, ritrovare la via dell'empatia. Insieme siamo cresciuti, siamo diventati più consapevoli di avere gli uni accanto agli altri delle Persone umane che prima forse all'interno di una classe non compariva. Accidenti a questa DAD, sì accidenti alla DAD…ci siamo uniti e ritrovati forse più sinceri gli uni accanto agli altri. Il 5 Maggio di Alessandro Manzoni forse è un'opera che rimarrà sempre lì, non l'avranno assimilata, capita poco nel senso del contesto di alcune lezioni con la DAD, ma forse, facendo cadere il pudore e la paura di aprirsi all'altro ora di sentiamo tutti ancora più vicini. Il Covid segnerà le nostre vite ma la DAD ci ha reso coscienti di non essere più soli. Per loro io ci sono sempre e, per me loro ci sono!

Roberta Tosetti

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