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correva un saldo vincolo di fraternità…

Le vicende militanti di un giovane socialista

  22/03/2022

Di Redazione

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L'avvocato Paolo Carletti, presidente del Consiglio Comunale di Cremona, che al conseguimento della laurea e del titolo di esercizio professionale ha affiancato anche la passione per la ricerca storica (fino ad ispirarne la tesi di laurea), sta recentemente sviluppando, a beneficio di un ramo parallelo del suo ruolo istituzionale, le opportunità di approfondimento e di divulgazione della vita della istituzione comunale. 

Se ne è avuto sentore e prova in occasione della rievocazione della figura di Attilio Boldori, nella ricorrenza del centenario della sua uccisione. 

Il convegno storico, svoltosi nel Sala dei Quadri, sabato 12 ottobre, ha fornito un significativo arricchimento delle conoscenze sulla vita dell'organo elettivo municipale nella temperie straordinaria compresa tra l'immediato primo dopoguerra e la fase convulsa che avrebbe portato alla soppressione delle prerogative democratiche. Conoscenze, in parte note ma in larga parte inedite. 

L'occasione è stata propizia per introdurre una significativa e feconda novità nel format della convegnistica cittadina: la partecipazione di due classi del liceo classico, favorita dall'impulso dei docenti a perseguire con modalità nuove le opportunità della conoscenza storica e dell'educazione civica. 

Come abbiamo già annunciato, il progetto continuerà attraverso sedute di conoscenza e di confronto dedotte dalla divulgazione delle sedute del Consiglio Comunale a partire dagli anni 20. 

Diciamo che da tale apprezzabilissimo impegno è uscito qualcosa di utile anche per la nostra attività editoriale. 

L'avvocato Carletti, impegnato a compulsare, insieme ai verbali delle sedute consigliare, anche la ricca, ma purtroppo poco frequentata editorialistica delle prime decadi del 900, ci ha fatto pervenire uno stralcio delle pagine dell'Eco del Popolo. Che pubblichiamo. E che indirizziamo specularmente ai nostri approfondimenti di poco più di un anno fa in occasione del centenario della scissione di Livorno. 

A dire il vero, l'argomento non ci era sfuggito in sede di redazione del testo de Il Socialismo di Patecchio. In cui tratteggiammo, diciamo, le dinamiche dei confronti all'interno del PSI. Confluite frequentemente in divaricazioni irricomponibili prodromo di insanabili rotture. Ne è segnalatore questo estratto, che fornisce la misura del fatto che tale tendenza, praticata nell'esercizio dialettico del pensiero critico e foriera di gravi ferite nell'assetto della militanza, non lacerava i rapporti umani. 

È il caso delle vicende militanti di un giovane socialista che il prosieguo della testimonianza ideale avrebbe portato ai vertici della vita politica e istituzionale cremonese. 

“Evocando, forse con implicito rimpianto per quel passato e con lucido presentimento per il futuro, la forte intesa di solidarietà e di reciproco rispetto degli albori del movimento socialista, scriveva Zanoni nel “Movimento socialista di classe nel cremonese”, edito nel 1952: “ Bisogna dire anzitutto che, in quei tempi, fra i pochi compagni della città, costituenti la Lega socialista ed il Circolo di cultura, correva un saldo vincolo di fraternità che colpiva gli estranei del movimento e legava gli iscritti al partito nella fede comune senza ombra di dissidi e di rivalità. Non erano ancora nate le “tendenze” che dilanieranno il partito, dopo il periodo eroico delle prime lotte, quando gli “intransigenti” si metteranno contro i riformisti. I contrasti di opinione vertevano su discordanze di vedute teoriche o sull'atteggiamento locale da assumere nelle amministrazioni. Nel contrasto delle opinioni non mancava mai il reciproco rispetto e la mutua comprensione. Non ritenendo nessuno di avere il monopolio della verità, nel dissenziente si vedeva il compagno da avvicinare e illuminare per convincerlo. Perciò le assemblee di partito non erano scontri personali o di covanti rivalità ma assisi e palestre di idee e di argomenti”. 

Uno scenario, come si vede e si vedrà più oltre, ben diverso dalle contrapposizioni e dalla rissosità, che, nel prosieguo di tempo, indeboliranno il movimento socialista, finendo per fare del PSI certamente un crogiuolo continuo ed inesauribile di progettualità politica, ma anche un ambito permeabile ad infiltrazioni e tentativi avventuristici, e, negli ultimi decenni, in sintonia con una tendenza generale alla debordanza dei partiti, un'occasione di carriere, quasi mai orientate dall'idealità. 

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