Allungo la testa verso il nostro stemma marmoreo quasi potesse staccarsi la palla “de Zanéen “per poi rotolare ai piedi del Presidente della Regione, Fontana.
È il giorno della visita a Cremona del Presidente della Repubblica, Mattarella. Siamo nella nostra bella piazza del Comune dove tramite la targa ricordo si stanno onorando le innumerevoli persone decedute per COVID a Cremona e provincia.
Le frasi a me pervenute non sono certamente rivolte a Lui. A ragione, il risentimento è rivolto alla massima carica in Regione, poiché da decine di anni da quella istituzione non arrivano a noi attenzioni, solo disinteresse a valide richieste e penalizzazione sia nell'ambito ferroviario che in quello ospedaliero. Il nostro nosocomio ha saputo comunque brillare grazie all'abnegazione e alle belle capacità di medici, infermieri, personale sanitario e i tanti volontari. Allo stesso modo il centro vaccinale allestito negli spazi riservati solitamente a eventi, ma in primis alla Fiera campionaria del Bovino da Latte, che ha avuto gli albori nell'immediato dopoguerra, atta a rilanciare l'economia agricola, tanto importante per la realtà contadina della bassa padana. Manifestazione che da decenni e decenni ha continuato a crescere d'importanza a livello nazionale ed internazionale. Nell'immediato, all'uscita di Fontana soddisfatto dalla super organizzazione, è stata permessa una modesta contestazione, ma il risuonare dei fischietti si è udito mentre le auto, presidenziale e della scorta, si stavano già allontanando.
Fontana se ne va, ma torna per affiancarsi a Mattarella. Qui iniziano a frullarmi tante domande nella testa, accompagnate dalle frasi prima ascoltate. Aria di festa, discorsi, musica del violino, orgoglio dell'inaugurazione di una importante Università....ma nessuna nostra autorità o personaggio politico ha osato turbare la signorile serenità del senz'altro molto amata e rispettata prima carica dello Stato? Fontana non ha voluto mettersi in mezzo per ovviare allo scippo perpetrato da alcuni agricoltori, perché non informarne chi potrebbe riconoscere il diritto di rivendicare il fiore all'occhiello di Cremona? Lasciamo cadere la diatriba sino a quando? Quando poi ci strapperemo le vesti davanti al furto perpetrato a favore della organizzazione di Montichiari? Ai posteri l'ardua sentenza? Non è auspicabile se si vuole riconoscere il diritto di effettuare il nostro Evento più importante negli spazi dovuti. La ringrazio caro direttore per la sua gentile ospitalità.
Clara Rossini, Cremona, 28 maggio 2021
Passato lo giorno, gabbata la festa. Potremmo titolare la chiosa dedicata all'efficace interlocuzione di Chiara Rossini. Che pubblichiamo in ritardo (come in ritardo sarà la filiera editoriale, rallentata da uno dei ricorrenti guai telematici, che, per noi impacciati users, sono molto simili ad una maledizione biblica).
Sarà questo, infatti, l'incipit dell'approfondimento di un evento da non considerare evidenza per l'éspace d'un matin; bensì da metabolizzare come il preannuncio per un cambio di passo strategico di Cremona e dell'intero territorio.
È ormai percepito il fatto che la nostra testata non pratica, anche quando si tratta di cronaca, il metodo dell'allineamento al timbro che la fonte unica di notizie intende imprimere.
E, lo preannunciamo, la lettura della giornata del campus dal grande valore simbolico si discosterà dalla voce del padrone.
La nostra lettrice evidenzia già di suo un'incongruenza nella veicolazione di un'esegesi, suscettibile di traslocare universalmente nella percezione comunitaria, che ci trova fuori dal coro.