Egregio Direttore,
ho appreso stamane, dalle colonne del Corriere della sera (cliccare per visualizzarlo - ndr), la notizia della polemica aperta tra l'ANPI insieme al PD locale e le istituzioni monzesi, dopo che si è saputo che della catena della solidarietà fanno parte anche gli ultras del Monza e l'associazione BranCo, vicina al movimento di estrema destra Lealtà e Azione.
Pur condividendo la preoccupazione dell'ANPI, credo che il miglior modo per sconfiggere la subdola infiltrazione sarebbe la concreta scesa in campo degli antifascisti a fianco (se non alla testa) del volontariato impegnato in questo importante atto di testimonianza civile. Credo che in questa occasione, come in altre emergenze analoghe, le comunità sane sappiano rispolverare l'antico e nobile valore della solidarietà, esplicitandolo in azioni concrete (e per nulla scontate) verso la collettività. Ecco perché sono altrettanto convinto che questi bellissimi e pratici esempi di cittadinanza attiva andrebbero sostenuti e non etichettati o criticati a prescindere.
Senza volere scadere nel buonismo più sfrenato e a prescindere, ma anche senza l'intenzione di iniziare un'inutile contropolemica con l'ANPI, devo purtroppo rilevare che su questo terreno il “bacino resistenziale” non solo è praticamente inerte, ma preferisce (ahimè) altre testimonianze su temi laterali, quali l'accoglienza (quella si a prescindere), i no alla riforma istituzionale (che sta ingessando il paese da ormai troppe decine di anni), ecc…
A mio modesto parere, "resistenza" non vuol dire vivere perennemente sulla difensiva. Semmai quello riguarda gli ideali. Ma con gli ideali si campa poco, se poi non seguono azioni coerenti e fattive, in grado di ingenerare un cambiamento positivo nella società.
Alberto Chiappani