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Carlo Tognoli

Continua il tributo al valore umano e politico

  07/03/2021

Di Redazione

Carlo+Tognoli

Giungono a L'Eco del Popolo riconoscimenti convinti per la testimonianza sulla scomparsa e, soprattutto, numerose attestazioni di stima e affetto nei confronti di Carlo Tognoli (link).

Ringraziamo anche a nome della famiglia, destinataria di un generalizzata (per quanto non inaspettata) vicinanza umana, e, osiamo, anche a nome della comunità socialista, sempre più consapevole della dirittura etica dello scomparso e del valore della sua testimonianza, proiettata nella percezione del nuovo ma sempre ancorata ai cardini dell'insegnamento dei grandi patriarchi del socialismo umanitario e riformista.

Sul piano strettamente personale siamo annichiliti per un epilogo, che, data l'intensità dei rapporti e delle collaborazioni nell'ultimo ventennio e, soprattutto, l'aspettativa sicura di un felice esito della malattia, ci trova assolutamente impreparati. In queste ore ci stanno passando nella memoria i fotogrammi e le sensazioni dei 59 anni di militanza socialista, frequentemente convergenti (anche a distanza) con quella dello scomparso e, lato sensu, con quella leva di giovani socialisti, pronti ad assaporare l'entusiasmo di quella stagione di aperture e di rinnovamenti, tracciati dai disgeli anche interni e dall'impulso a superare pregiudiziali imposte dai dogmatismi.

Pur continuando un'intensa e prioritaria testimonianza militante, ispirata dall'idealismo e dalla coerenza verso i perni del socialismo umanitario e riformista, Tognoli (anche in ciò emulo dell'insegnamento dei padri fondatori, avrebbe dedicato molto del suo impegno a tradurre in pratica le linee teorico-pratiche del “municipalismo socialista”.

Il grande pensiero turatiano messo a punto, all'inizio del 900, come intuizione di un gradualismo chiamato a non fornire una ricetta messianica alla domanda di giustizia e di emancipazione, ma a scandire tracce concrete di sostenibilità del progetto di trasformazione della società

Era il grande insegnamento di Turati, indirizzato alla realtà milanese, in combinato con il sodale Leonida Bissolati, accomunati, sin dai banchi del liceo cremonese Manin, dalla condivisione dei principi del socialismo liberale e riformista.

Sarebbe stato testato in simultanea nel capoluogo lombardo e a Cremona, a seguito delle Comunali del giugno 1914, con le prime Amministrazioni “rosse”, guidate a Milano dal soresinese Emilio Caldara e a Cremona da Attilio Botti.

I perni prevalenti di tale progetto equitativo, affondavano, però profondamente, in un straordinaria lettura della realtà in movimento, che richiedeva (e richiederà anche nei decenni successivi) una elevata capacità progettuale, destinata a scandire tappe sempre più impegnative di innovazione.

Non solo sul terreno di ruoli e prerogative sociali più giuste, ma anche su quello della modernizzazione strutturale e produttiva, come precondizione per una comunità evoluta.

Giuseppe Azzoni, già Vicesindaco di Cremona e Consigliere Regionale (in quota PCI, di cui è stato un eminente dirigente), nell'esprimere alla Comunità Socialista Territoriale il suo cordoglio, ripercorreva alcuni tratti di un rapporto col Sindaco di Milano, di cui aveva colto, insieme all'appartenenza ad una cultura di sinistra al di là delle rigide demarcazioni) una visione interistituzionale di spessore ed un senso di territorialità che faceva giustizia degli arroccamenti del centralismo meneghino.

D'altro lato, questa percezione fu ben presente, alla fine degli anni 80 del 900, in chi scrive durante la breve esperienza di appartenente ai ruoli della Segreteria Regionale, ricoperta da Tognoli in coincidenza con l'esperienza del parlamento europeo e ministeriale.

Diversamente dalla gran parte dell'”apparato” del partito meneghino, che mostrava una spiccata propensione ad esercitare anche nella gestione del PSI un profilo centralistico (politico, militante ed istituzionale), con Tognolino (forse perché più acculturato politicamente dell'insegnamento dei padri riformisti e più coerente coi principi riformisti e le ampie visioni) fu possibile, quanto meno, interloquire su uno sforzo del governo lombardo (di un rango, a quei tempi, assolutamente imparagonabile con le derive successive) di “programmare” (si diceva a quei tempi) lo sviluppo del maggior land italiano (e tra i più importanti d'Europa) all'insegna dell'equilibrio territoriali, delle vocazioni e delle aspettative.

Il confronto sarebbe continuato nei decenni successivi; quando sarebbe venuto a Cremona (coerente con una predisposizione, ricordata da Venturelli nel contributo che pubblichiamo, ad andare nelle province) per approfondire e per divulgare la storia del socialismo liberale e laburista.

Sarebbe continuato, per un impulso quasi genetico, sul terreno di una visionarietà, che non faceva, nonostante fosse venuto meno il ruolo di mandato, perdere di vista qualche sogno: l'integrazione dell'hinterland metropolitano con i comprensori contigui del cremasco e, soprattutto, per dirle in fretta, “la via d'acqua”. Capace di fare di Milano, con la portualità interna, la navigazione fluviale, l'intermodalità diffusa, una capitale europea (una delle principali).

In ciò era restato coerente coi depositi degli insegnamenti del suo predecessore Caldara, fortemente collegato al socialismo padano dei primordi ed autorevole interlocutore dell'omologo cremonese Botti, fino ad ispirare l'azione dei successori Calatroni e Rossini (la cui figlia Clara ci ha inviato un vibrante messaggio di cordoglio).

Ma ripetiamo (sconsolatamente), anche di fronte ad un riconoscimento meritatamente plebiscitario dell'excursus politico e amministrativo dello scomparso Sindaco di Milano), di questi argomenti era possibile (in corso d'opera) e, successivamente, a ciclo socialista concluso, parlare con Tognoli e pochi altri.

I vertici (senza voler nulla concedere alla reiterazione di malmostosità, incompatibili con il momento che esprime un cordoglio comune), l'”apparato”, volendo la nomeklaturina, erano impegnati a bere l'effervescenza della sfavillante Milano e della rutilante locomotiva lombarda.

Forse con un testamento, non codificato ma lasciato nei convincimenti e nell'assertività, il contributo di Tognoli potrebbe rivelarsi molto prezioso. Soprattutto, in questi momenti, in cui cede la sicumera delle egemonie e si dovranno fare i conti con modelli di sviluppo, messi sotto schiaffo dalla severità della prova pandemica. (e.v.)

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IL CORDOGLIO DEI SOCIALISTI CREMASCHI

I socialisti cremaschi piangono la scomparsa di Carlo Tognoli. Aveva 82 anni. A novembre era stato colpito dal covid, mentre si trovava ricoverato all'ospedale Gaetano Pini per la frattura del femore. Sindaco socialista di Milano per 10 anni, dal 1976, al 1986. È stato l'artefice principale della crescita economica e sociale della capitale economica del Paese. Un esempio per tutti gli amministratori socialisti. I socialisti cremaschi lo ricordano per le sue numerose visite nel Cremasco, sia per ragioni istituzionali che politiche. Nel Partito è stato da sempre nenniano, quindi autonomista, fino alla fine del suo impegno attivo in politica. In veste ministro delle Aree urbane, nel 1988 inaugurò il nuovo comune di Rivolta d'Adda, (sindaco Angelo Pasqualini ) mentre nel 1989 presenziò, a Madignano, alla apertura di una riuscitissima mostra sui fossili, dopo un intervento in Piazza Portici sui temi territoriali. L'ultima volta che lo incontrammo avvenne a dicembre del 2019, ai funerali del compianto Maurizio Noci, legati da una profonda e reciproca stima.

Carlo Tognoli

L'ultimo saluto dell'Avanti!

Addio Carlo Tognoli,

sei stato un grande sindaco per una grande Milano, un sindaco tra le cui opere non ci sono solo linee di metro e ristrutturazioni di quartieri, ma anche l'assistenza agli anziani e ai più poveri. Come sempre schivo e un po' burbero, per riscaldare il Natale degli ultimi facevi apparecchiare su lunghe tavolate un risotto in piazza del Duomo così che almeno per un giorno gli invisibili fossero spettatori e attori al centro del più bel palcoscenico di Milano.

Bettino Craxi ti ha voluto sindaco preferendo un candidato delle periferie a quelli Bettino Craxi ti ha voluto sindaco preferendo un candidato delle periferie a quelli sponsorizzati dai quartieri alti e tu hai ripagato la sua fiducia onorando la più bella tradizione del riformismo e dell'autonomismo socialista. Socialista eri diventato a diciott'anni, socialista nenniano, cioè diverso, avverso, autonomo dai comunisti e da quei socialisti che applaudivano i carri armati sovietici mentre voi e noi trepidavamo per gli eroi della rivolta ungherese.

Quel che scegliesti di essere allora sei rimasto tutta la vita, fedele a un'idea che non è mai morta, che non può morire e non morirà.

Sei stato il primo ad accogliermi in una sezione della grande casa socialista e a guidarmi sulla sua strada maestra. Tu eri assessore e io responsabile cultura del PSI, tu sindaco e io segretario cittadino, poi tu ministro nel governo di cui io ero vice presidente.

Compagni e amici per cinquant'anni nella buona e nella cattiva sorte abbiamo entrambi appreso dal poeta e dalla vita a trattare il successo e l'insuccesso come due impostori. Quel che più conta c'è l'ha insegnato Pietro Nenni: “Fa quel che devi, accada quel che

può”. Ciao piccolo grande Carlo, mi manca tantissimo di non aver potuto abbracciarti.

Claudio

AVANTI!

Il cordoglio dei cremonesi per la scomparsa di Tognoli

GIUSEPPE AZZONI

A te ed ai compagni socialisti porgo le più sincere condoglianze per la morte del compagno Carlo Tognoli. Ho avuto occasione di incontrarlo anche di persona perchè frequentava la sede di Milano della Lega delle Autonomie locali e naturalmente mi era comunque ben noto per il ruolo di carattere regionale e nazionale che svolse e per il ruolo di Sindaco della sinistra a Milano. Nella dialettica tra PSI e PCI dava contributi sia politici che operativi di grande rilievo. L'ho sempre avvertito come un compagno, e come tale lo ricorderò.

CLARA ROSSINI

Caro Vidali, si avverte nella nostra società, quando viene a mancare un buon socialista, un profondo scoramento. Ho sempre saputo del rapporto di profonda stima ed amicizia che legava Te personalmente e i compagni cremonesi a Carlo Tognoli. Che negli ultimi anni avveva supportato l'attività divulgativa dell'Associazione Zanoni. Sentite condoglianze alla famiglia. Un abbraccio.

LA SUA MILANO SI STRINGE ATTORNO ALLA SUA TESTIMONIANZA

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