Nelle ultime ore è scomparso a Crema, dove visse ed operò a significativi livelli nell'ambito politico e sindacali, Angelo Mussa, Per ricordarlo, nelle ultime ore, giustamente non si sono lesinati memoirs scritti molto bene ed aderenti ad una giusta evocazione del profilo umano ed ideale dello scomparso. Ho conosciuto da vicino, lui e tutti i citati protagonisti di quella stagione. Sembravano fatti con lo stampino del quadro comunista, che ne omologava il format militante ed operativo. Ma ognuno presentava un codice di umanità e relazionalità, a sé. Credo di averlo incontrato, l'ultima volta, una quindicina di anni fa a Crema, quando con il sen Antoniazzi presentai il Socialismo di Patecchio. La progressione anagrafica, il venir meno degli obblighi “di servizio", la distanza nelle locations esistenziali…ce n'è a sufficienza per giustificare ampiamente l'uscita dalle consuetudini.
Eppure, ogniqualvolta e rarissimamente capitava (capiterà, speriamo) di incrociarsi, l'impulso (almeno per chi scrive) è edificante: l'accertamento di permanenza in vita e in servizio, sia pure da inesauribile veterans. E, soprattutto, l'irrefrenabile impulso a ricordare le comuni testimonianze.
Non conta e non conterà mai più la separatezza dell'inquadramento del passato. Che è passato e che, almeno per le persone per bene ed avvedute, costituisce obbligo cognitivo ed etico per convincersi che, pur riferendosi ad idealismi differenziati, a “ditte” diverse e spesso contrapposte, a stili militanti e di vita contraddistinti, si era avversari e non nemici. E, ormai raggiunta la dirittura d'arrivo del corso umano, la certezza di essere stati collaboranti, pur con motivazioni articolate, per il raggiungimento di obiettivi comuni. L'epilogo della vicenda militante della sinistra politica e sindacale non è esaltante e non compensa gli eccezionali sacrifici ed impegno. Le battaglie, però, si combattono, se giuste, a prescindere. Se, oggi, le condizioni di vita dei lavoratori sono migliorate, si deve anche a quella dedizione. È questo che ci suggerisce la notizia della scomparsa del “compagno” Mussa. Alla cui memoria ci rivolgiamo con rispetto e senso di amicizia. Al cui profilo dedichiamo il ricordo tracciato, a quattro mani, da Giuseppe Azzoni e da Evelino Abeni, che lo incrociarono più da vicino nel corso della comune e lunga militanza nel PCI. (e.v.)
Caro Direttore,
rattristati dalla notizia della scomparsa di Angelo Mussa vorremmo ricordarlo con queste poche righe che ti preghiamo di ospitare.
L'abbiamo conosciuto alla fine degli anni cinquanta, già da diversi anni lui era impegnato in prima linea a Crema nella CGIL e nel PCI. Lavorava alla Everest fin dal 44-45, ancora ragazzo ma già attivo nel periodo della Liberazione con volantini per “dare inizio ad uno sciopero per rivendicare un pezzo di pane e portare avanti le agitazioni con i primi antifascisti”. Così racconta lui stesso a Viviani e Giroletti per il libro sul PCI cremasco. Con questi inizi si è poi sempre dedicato in fabbrica e nella società ad un coerente lavoro sindacale e politico per la crescita del movimento operaio nella sua realtà. Realtà difficile per i comunisti, con molte ostilità da superare. Ma col suo carattere generoso, equilibrato, determinato, Mussa aveva conseguito prestigio e grande consenso tra i lavoratori. Nella fabbrica era diventato presidente della Commissione Interna ed aveva condotto con spirito unitario e con successo importanti iniziative per il miglioramento delle condizioni dei lavoratori.
Nel contempo era un elemento prezioso del gruppo che costruiva il partito comunista in una zona politicamente bianca. La lotta non era facile, nel 1957 venne licenziato dalla Everest per discriminazione: vi fu un forte movimento di solidarietà, affrontò e vinse con la CGIL un'azione giudiziaria che costituì un passo avanti nel diritto del lavoro.
Nel 1959 nacque la Federazione del PCI di Crema che si era resa autonoma in accordo col PCI cremonese per meglio aderire allo specifico del proprio territorio. Mussa ne fu uno dei principali costruttori e poi fu sempre nel gruppo dirigente, salvo gli anni in cui, come segretario della FIOM CGIL di Crema, osservò la incompatibilità tra carica sindacale e politica. Dopo il naturale termine della carica sindacale fu ancora per il PCI cremasco per diversi anni responsabile della organizzazione della Federazione, con la segreteria di Francesca Marazzi.
Mussa ha sempre avuto rapporti frequenti con la nostra Federazione e con noi. Rapporti sempre molto positivi che garantirono una ottima consonanza a livello provinciale tra le due Federazioni. Ed al di là del lavoro e della politica si stabilì anche una bella e solida amicizia della quale ci sentiamo orgogliosi. Così lo ricorderemo.
Evelino Abeni, Giuseppe Azzoni