Nonostante le difficoltà derivanti dalla crisi pandemica, si sono svolti negli ultimi mesi vari incontri in video-conferenza del CUS. Tra i partecipanti rileviamo la presenza di molti Compagni in rappresentanza, a vario titolo, delle diverse associazioni socialiste del Paese, compresa la Rete delle Comunità Socialiste della provincia di Cremona e alcuni esponenti del PSI (tra i quali anche il Segretario Enzo Maraio).
Nell'ultima video-conferenza si è deciso di affidare il coordinamento politico del Comitato a Franco Lotito. Ex segretario confederale UIL, è stato segretario generale della UILM e vicepresidente della FEM (Federazione Europea dei Metalmeccanici), presidente dei CIV (Comitato di indirizzo vigilanza) dell'Inps e dell'Inail e componente in diversi consigli di amministrazione di fondazioni socialiste (Modigliani, Brodolini e Bruno Buozzi). Ha pubblicato numerosi libri sulle tematiche sindacali quali: “Robots computers e nuovi operai”, “Storia e storie di metalmeccanici”, “Il Filo di Arianna”, “I diritti della libertà”.
Care Compagne, Cari Compagni,
probabilmente già saprete che i compagni che hanno partecipato – in video-conferenza – all'ultimo incontro del Comitato per l'Unità Socialista, me ne hanno affidato il coordinamento politico. Li ho ringraziati tutti, a partire dal compagno Potenza che ha avanzato la proposta, per la fiducia e le parole di apprezzamento che hanno espresso. Ed è giusto che ora, rivolgendomi a voi io aggiunga qualcosa alle note già divulgate che descrivono il mio profilo.
L'obiettivo di fondo mi è chiaro: occorre ricostruire una forza politica socialista che restituisca al Paese, al mondo del lavoro, alle giovani generazioni un punto di riferimento ed una prospettiva d'avvenire.
In una fase storica come quella che stiamo vivendo, funestata dalle conseguenze devastanti della pandemia; depressa da una crisi delle strutture economiche che ha ormai i connotati di una crisi di sistema; tormentata da diseguaglianze sociali ormai insopportabili; stordita dal frastuono di una classe politica priva di dignità morale, di senso dello Stato e della stessa nozione di “bene comune”, il compito dei socialisti deve essere quello di parlare il linguaggio della verità, della speranza e del cambiamento.
Sì, cambiamento come capacità di visione strategica e al tempo stesso come concreto impegno riformatore. In questo senso il socialismo è – deve essere! - europeismo autentico cioè che concepisce l'Europa come comunità di destino; che restituisce alle forze della sinistra europea la capacità di battersi per riconquistarne la guida e di abbattere le politiche fallimentari della destra economica che ancora detta le scelte di fondo dell'U.E. e riprendere il cammino verso la costruzione di una Europa unita e federalista.
Il socialismo è riprogettazione dell'economia fondata sullo sviluppo sostenibile, cioè denuncia di un modello di crescita basato fondamentalmente sullo spreco delle risorse, sul consumismo insensato e sull'abuso della natura.
Il socialismo è giustizia sociale; è cioè lotta alle diseguaglianze, a partire da quelle che generano le forme più pesanti di sfruttamento del lavoro. Per ciò stesso dà per scontato il ripristino di politiche redistributive verso il basso, utilizzando efficacemente la leva fiscale, innalzando il salario reale ed il rafforzamento dei sistemi di protezione sociale, a partire dalla salute dei cittadini. Le risorse per realizzare maggiore giustizia sociale ci sono, ma sono imprigionate nei colossali patrimoni finanziari privati. Quello che occorre è un piano di “liberazione”.
Il socialismo deve essere anche lotta alle povertà culturali; progresso della scienza; innovazione tecnologica, rivoluzione informatica al servizio del progresso sociale. È crescita del sapere.
Il socialismo è il primato dei valori dell'umanesimo e della solidarietà sociale; è rispetto delle culture religiose che promuovono la pace ed il dialogo. È l'impegno concreto a far vivere questi valori come strumenti della lotta politica quotidiana.
È in atto un allarmante processo di logoramento del tessuto democratico del Paese provocato in larghissima misura dall'attacco concentrico da parte del populismo fascistoide della destra di matrice salviniana e dell'agitazionismo velleitario del grillismo pentastellato. A questo riguardo va detto con grande chiarezza che l'idea che il processo democratico possa essere interamente risolto con un click on-line, è un'aberrazione che – attraverso la manipolazione di astratti algoritmi - conduce fatalmente verso derive apertamente autoritarie. Al contrario i socialisti debbono essere in prima linea nella battaglia per rafforzare la democrazia come valorizzazione della partecipazione popolare alla formazione della volontà politica del Paese; per combattere la corruzione morale che inquina l'etica pubblica e per respingere come aberrazioni civili le culture dell'odio sociale, del razzismo e della xenofobia.
Per tutte queste ragioni e per le tante altre che saremo chiamati ad approfondire, il socialismo si presenta come l'unica identità politica che può assicurare le forze disperse del campo della sinistra contro ogni forma di settarismo minoritario e che può candidarle nuovamente alla guida del Paese.
Un progetto di unità che nutre tale ambizione e che assume queste premesse di valore e di impegno politico, deve essere capace di guardare ben oltre il pure indispensabile retroterra delle energie disperse dalla diaspora. Da queste si deve partire, ma per andare avanti. Alla ricerca dell'intero potenziale socialista latente nella sinistra e nel Paese.
Certo, si tratta di un processo complicato, irto dei tanti ostacoli che fin qui hanno frustrato ogni tentativo di ricomporre la diaspora; che potrà maturare se le forze che vi partecipano avranno il respiro lungo e la forza per resistere alla suggestione delle scadenze elettorali. È una scorciatoia che fin qui ha portato soltanto a pesanti delusioni. Naturalmente l'appuntamento dei socialisti con gli elettori è nelle cose, poiché è nelle urne che, conclusivamente si misura il successo di un progetto politico (in nessun caso, il nostro deve essere un progetto meramente “movimentista”). Ma prima dell'appuntamento con le urne viene la costruzione del nuovo soggetto politico.
Quella che dobbiamo avviare, dunque è a tutti gli effetti una fase costituente, aperta ed inclusiva, alla quale ognuno deve poter partecipare conservando intatta l'autonomia delle rispettive esperienze che maturano sul territorio, con la quale tuttavia è necessario “compromettersi”.
Punto di partenza di questa nuova fase sarà la predisposizione di una prima stesura di un documento di cornice ideale e politica che prospetti i valori, le idee e le proposte socialiste. Lo adopereremo come una piattaforma di lavoro e di approfondimento, al quale naturalmente vi chiedo di recare il vostro apporto sicuramente prezioso. Ma perché sia utile, deve essere anche uno strumento di verifica delle effettive disponibilità a compiere insieme il percorso dell'unità socialista.
Naturalmente lungi da me la pretesa di aver espresso, in queste poche righe, le linee di un pensiero compiuto e pienamente convincente. Semmai potrà diventarlo soltanto se potrò fare affidamento sulla vostra attenzione, sul vostro interesse politico e magari su una vostra reazione che, per quanto critica possa essere, accoglierei come arricchimento prezioso e come testimonianza di una scelta di partecipazione attiva.
Un caro fraterno saluto
Franco Lotito