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(broad)band

...e band(wagoning)

  13/03/2021

Di E.V.

(broad)band

Premessa. Non si dorrà il nostro neo-premier se, almeno ancora per questa volta, non ottempereremo al suo giusto e saggio ammonimento ad un uso indiscriminato e spesso inappropriato della lingua inglese. Ma, in questa circostanza, per capire noi stessi e farci percepire da un'opinione ormai incapace di regredire all'uso della lingua italiana, vi siamo quasi costretti. 

Intendiamo, infatti, armeggiare attorno a concetti ormai universalmente espressi quasi mai in lingua italiana. Intendiamo riferirci a tutto quanto ruota attorno all'innovazione della comunicazione telefonica e telematica. Che giustamente viene ritenuta precondizione di aggancio di una più ampia innovazione, suscettibile di facilitare le chances di un ciclo di sviluppo basato sull'efficienza. 

L'Italia fin qui non è stata, diciamo con un eufemismo, nel plotone di testa. Non a caso, sia pure tardivamente, la classe dirigente se ne è fatta una ragione e ha imboccato a marce forzate la strada del recupero. 

Questo per significare che siamo assolutamente sensibili e consenzienti sia, concettualmente, al recupero del gap sia nelle conseguenze pratiche. Diversamente si testimonierebbe un pernicioso neo-luddismo, su un versante destinato a fare, agli albori del terzo millennio, la differenza tra sviluppo e stand by potenzialmente regressivi. 

Hai voglia, quindi, se ci mettiamo di traverso alla (broad)band e alla FTTC (fibra fino all'armadio). 

Non mettersi di traverso, culturalmente e nei gesti conseguenti, non significa, però, collocarsi sul versante del “tutto va ben madama la marchesa”. 

Anzi questa è propizia occasione per un (mite, ma deciso) sfogo. 

Ci riferiamo alla pertinace difficoltà da parte degli "allergici" alla new wave smanettona ad adeguarsi al dogma digitale. Dorsale attraverso cui il potere fa discendere la quasi unica modalità di accesso alle risposte emergenziali. Introducono banda veloce e app su smart phone, quando la stragrande maggioranza degli utenti anziani (come me!) fatica ad accedere all'imballata La Provincia digitale e di ripristinare WhatsApp della disperata moglie 

Capiamo, quindi ed altresì, che ogni rivoluzione, che volesse esprimere il meglio dell'immediatezza dei suoi benefits, non potrebbe essere affidata a tempi lunghi e a procedure dilatate ed indeterminate (all'italiana, si dice). 

In ogni caso…est modus in rebus. Perché una fondata sensazione induce a pensare che si sia scatenata una generalizzata corsa a saltare sulla diligenza o, che dir si voglia, all'oro telematico. 

Una sollecitudine, che, come abbiamo premesso, è condivisibile se vuole incardinare l'innovazione in tempi congrui. Ma diventa insopportabile se volesse adottare le modalità ben note, nella loro accezione nordamericana, della corsa all'oro e dell'assalto alla diligenza, notoriamente poco rispettose delle convenzioni. 

Ecco qui vorremmo riflettere sul doppio versante della questione: le modalità impiantistiche dell'innovazione e le modalità di offerta del servizio alla potenziale utenza. 

Quasi sicuramente entrambi i segmenti prospetteranno percorsi differenziati tra retails e utenza industriale e commerciale. 

Confessiamo di non avere in materia estese e ferrate cognizioni. Ci limiteremo, quindi, a trattare quanto siamo cogniti. De visu et de auditu. A proposito di che andrebbe anche aggiunto che i nostri apparati sensori non hanno avuto bisogno di particolari acutezze per percepire, considerato il tratto esattamente non “riservato” del bandwagoning

Già un anno fa, senza nulla chiedere e senza preavviso, alcune squadre attivarono cantieri volanti e lesti, allo scopo di allestire a tambur battente il collegamento fino all'armadio. 

Impudenza nel motivare finalità e titolo dei “cantieri” (fino alla spavalderia e con evidente relazionalità ingannevole) e, soprattutto, impudente indifferenza alla fattispecie della violazione del domicilio e della proprietà altrui (fino al danneggiamento). 

Eppoi, come succede spesso nella vita, la pantomima del poliziotto buono e quello cattivo. Nel caso del capo cantiere scrupoloso (assente e comparso a cose fatte) e del giovane avventato. 

A segnalazione della violazione avvenuta presso le autorità, si provvide a smantellare i cantieri e le tracce dei danneggiamenti (ma non la prova fotografica di quanto avvenuto). 

Avvenuto in semiperiferia e reiterato, nel corso di questa settimana, anche in una via centralissima del Capoluogo. Con le identiche dinamiche. Con l'aggravante di una violazione perpetrata a danno di un edificio tutelato dalla sovraintendenza. 

Ora, appare abbastanza evidente che gli interventi sono avvenuti ed avvengono su proprietà private. Ma è veramente il caso di chiedersi la ragione per cui il Comune, solitamente rigoroso nel rilascio di autorizzazione di natura edilizia ed impiantistica, non abbia notato niente. Men che meno il dispiegamento di unità operative dotate di mezzi di trasporto, circolanti in ZTL. 

L'altro versante della questione, riguarda come abbiamo premesso, l'acquisizione dell'utenza. A parere di chi scrive, di tipo non universale. Perché, è immaginabile, difficilmente gli attuali users del collegamento telematico si convertirebbero in utenti del collegamento super veloce. 

A noi, dovendo quotidianamente intrattenere rapporti e postare una testata a distanza, “internet” e derivati appaiono un dono del cielo. Ma ci frega niente passare da 200 a mille Mb. E, soprattutto affrontare tariffe ritoccate e modifiche d'allaccio (incompatibili nella fattispecie condominiale) proibitive. 

Ma, evidentemente (bellezza!), questo fatto non rientra nelle sollecitudini dei gestori. 

Nei giorni scorsi, abbiamo ricevuto da un lettore una missiva, che, a riprova della fondatezza più che dei sospetti degli accertamenti comportamentali scorretti (al limite delle violazioni di legge) è illuminante. La pubblichiamo per esteso ed invitiamo i nostri lettori ad analizzarla.

Gent.mo Direttore, 

ricevo venerdì pomeriggio la telefonata di una operatrice di WindTre che mi avvisa dell'obbligo, relativamente alla linea fissa di casa di mia madre, di passare alla fibra. Chiaramente si tratta di un miglioramento del servizio a costo zero. Cerco, incuriosito, di capire di che tipo di obbligo si tratti, e, invece di ottenere chiarimenti, vengo incalzato sul fatto che, se non mi adopero a fare cose che mi sono sempre meno chiare, una volta che avrò il disservizio allora capirò e sarà problema mio contattare chi di dovere per adeguarmi. Chiedo allora che mi mandi una mail con i dettagli della cosa. Si lamenta del fatto che mi ha inviato il giorno prima – alle 8 della sera, e ne ha “la certificazione” – un messaggio sul telefonino. Mi scuso di non averlo letto, e a maggior ragione chiedo di riceverlo via mail. Cinque minuti di discussione, ma alla fine la spunto, e insieme al profumo della cortesia e della professionalità che, come mi confermerà più tardi mia madre, già aveva lasciato a lei la sera precedente, quando l'ha chiamata sul fisso nell'educata fascia oraria della cena per dirle le medesime cose, ottengo di ricevere una mail.Aprendo la casella di posta elettronica trovo una “promozione”, come ben esplicitato dalla riga di presentazione: “in allegato trova il riepilogo dell'offerta commerciale a conferma delle relative condizioni” per un eventuale passaggio senza oneri a ‘superfibrà.Non voglio regali. Non mi fido. E, viste certe esperienza di conoscenti, nutro il pregiudizio di fare bene. Voglio, però, a questo punto capire meglio cosa succede. Rispondo al mittente, per illustrare la questione che più mi sta a cuore: “Mi spiegate perché la signorina mi avvertiva che, se non lo faccio, avrò certo un disservizio?”; ma a “ServizioClienti_WINDTRE@159.it” il messaggio non viene recapitato in quanto “il server remoto non è stato configurato correttamente” – cosa meno strana, comunque, del previsto, per quanto paradossale per un servizio clienti, del momento che, ripenso, l'operatrice già mi aveva avvertito che mi avrebbe comunque richiamato poi lei, perché non sarei stato in grado di mettermi in contatto autonomamente. Vado sul sito di WindTre, e, per una comunicazione scritta, trovo solo la mail PEC, che chiaramente, come   

già immaginavo prima di pigiare invio, respinge il messaggio in quanto “non abilitato alla ricezione di posta non certificata”. La scelta di non chiedere informazioni al 159 non è legata, in questo caso, tanto al fastidio di dovere stare qualche manciata di minuti, se va bene, a districarmi in un dedalo infinito di rimandi fra numeri interni, fino magari a ”parlare” – come mi è già successo – con un operatore meccanico che, utilizzando un sintetizzatore di voce ancora imperfetto, non riesce a decodificare quello che dico e, ringraziandomi per la chiamata, mi attacca la cornetta in faccia, ma perché, vista la situazione, voglio qualcosa di scritto. Mi restano, caro Direttore, a questo punto solo due opzioni: inviare, nel 2021, una lettera cartacea a una casella postale, magari rischiando, se raccomandata, che non venga accettata, o fare scrivere da qualcuno che abbia una pec, ad esempio un avvocato. Mentre decido il da farsi, posso permettermi di chiederLe di anticipare a WindTre questi contenuti tramite le pagine del Suo giornale? 

Come firma indichi pure la mia mail, chissà che qualcuno mi scriva da un indirizzo a cui possa infine rispondere… 

Una testimonianza da considerare manna dal cielo per chi, come noi, da anni mantiene ur rapporto circospetto con i “gestori”. 

Egregio signore, non avrei violato l'obbligo di riservatezza, se la Sua lettera di oggi non avesse incorporato un'esplicita volontà di testimonianza pubblica. Sono incappato anch'io nelle ganasce di quel misto di fishing e di estorsione posto in essere da Wind. Nutro il sospetto che estraggono i "pesci designati" dagli estremi anagrafici degli utenti dedotti dalle schede contrattuali.  L'interpello ha avuto come scaturigine la notizia inoppugnabile dell'incompatibilità tra la nuova tecnologia ed i precedenti profili contrattuali. Rebus sic stantibus, nella telefonata, mi sono arreso. Dopo di che una gragnuola di SMS per l'invio di materiali e per l'attivazione del "tecnico". A posteriori ho accertato, peraltro, che la modifica della rete (abitando al 5° piano di un condominio) sarebbe problematica se non addirittura impossibile.  Atteso che, trattandosi di un'innovazione, dovrebbe sottostare all'autorizzazione assembleare. Di più, ai tempi correnti della pandemia, appare poco igienico far circolare nelle mura domestiche personale promiscuo.  La sua iniziativa ha, per ciò che vale, la mia approvazione. Wind farà spallucce. Ma se l'utenza, avvertita dell'agguato, sarà consapevole e si difenderà.  Con il sostegno della divulgazione e dell'associazionismo consumeristico e, si spera, dell'autority di tutela. Grazie. Distinti saluti”

Con il nostro lettore è scattato un impulso colloquiale; che non poteva restare indifferente, quanto meno di fronte all'appendice

C'è bisogno di battaglie, Enrico. Io sono sempre più scioccato da come il mondo sta trattando mia madre, che a 75 anni non riesce più nemmeno ad avere i medicinali da sola... E dove si gira qualcuno cerca di fregarla. Quelle righe, e altre in diverse occasioni, le ho scritte per lei e per tutte le madri che non hanno un figlio che, come fortunatamente posso fare io, se ne prendono cura e tutela.

Cui riscontriamo sulla base di un'intima consapevolezza (la mamma destinataria del gesto ingannevole è nostra “coscritta”), ma soprattutto sulla base della nostra propensione a rinunciare mai alle battaglie di trasparenza e di autodifesa civica. Ci attendiamo che le Associazioni Consumeristiche (di una siamo soci molto appagati) e gli organi pubblici preposti battano un colpo. 

In particolare, come espressamente auspicato dal nostro interlocutore, si facciano sentire i cittadini ingannati. Segnalando a davide.astori.2@gmail.com e a lecodelpopolo@gmail.com 

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