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Tamoil gate

  06/12/2022

Di Redazione

Tamoil+gate

Tamoil, che da affaire rischia di diventare gate. Non avrebbe dovuto essere così, se sene considerasse il prevalente lato strategico. Ma su cui, negli ultimi tempi, sta prevalendo, soprattutto sul piano politico-istituzionale un incontenibile profilo divisivo.

In realtà, la metafora della spada di Damocle usata come cimasa dell'incipit iconico, è stata, come la nostra testata ha ripetutamente osservato, appesa sui destini di Cremona. Senza che ce ne fosse consapevolezza e, aggiungiamo, durante il mezzo secolo di operante raffineria e, da quanto abbiamo modo di rilevare, dopo.

Anzi, dopo, con un maggior vigore, probabilmente innescato dal venir meno delle percezioni/consapevolezze attenuate e dalle complicità che in passato erano state il maggior ingrediente comportamentale delle tre scimmiette (che non vedevano, non sentivano, non parlavano).

Come ricordava il bravo collega Loffi su CremonaSera:

L'accordo sottoscritto il 1° aprile 2011 nella sede del Ministero dello sviluppo economico tra Tamoil, parti sociali e istituzione ha decretato la dismissione della raffineria. Da allora sono trascorsi dieci anni, ma sul futuro dell'area, una volta dismessi definitivamente gli impianti, è il buio totale.

Di fatto anche la seduta dell'ultimo Osservatorio Tamoil del 2 febbraio scorso non ha aggiunto alcun chiarimento sul riutilizzo dell'area”.

Ma prima di procedere nella nostra analisi riteniamo corretto ed utile pubblicare sia gli spunti istituzionali sia una parte della vasta (a dimostrazione di un interesse, che ahinoi coinvolge solo i soliti noti delle testimonianze civiche ed ambientaliste) messe di contributi.

Il punto di partenza di tutto ciò dovrebbe essere il pronunciamento unanime del Consiglio Comunale innescato dall'iniziativa dei gruppi consiliari di opposizione.

Ordine del giorno presentato in data 1° aprile 2022 da consiglieri comunali vari (primo firmatario Alessandro Zagni) sull'intervento presso il Ministero della Transizione Ecologica al fine di promuovere insieme l'azione civile nei confronti della Società Tamoil

Premesso che:

in data 15 luglio 2015 la Giunta comunale ha approvato la delibera n.134 "Costituzione in giudizio innanzi alla Corte d'Appello di Brescia nell'appello avverso la sentenza emessa dal Tribunale di Cremona - Sez. penale - in data 18/7/2014 nei confronti dei manager della Società Tamoil Raffinazione;

Ricordato che:

in data 26 settembre 2018 la Corte di Cassazione ha condannato in via definitiva manager Tamoil per disastro ambientale e ha confermato a titolo di risarcimento danni le provvisionali erogate al le parti civili, fra le quali il Comune di Cremona;

in data 28 novembre 2018 la Giunta comunale ha approvato la delibera n. 261 "Tamoil Raffinazione S.p.A.: avvio di azione giurisdizionale in sede civile nei confronti dei soggetti responsabili degli atti di inquinamento ambientale", considerato che "la natura di provvisionale rivestita dal risarcimento ottenuto consente l'avvio di un giudizio in sede civile nei confronti dei soggetti responsabili, finalizzato alla definitiva liquidazione dei danni non ambientali provvisoriamente riconosciuti dal giudizio penale";

Preso atto che:

il D. Lgs. 152/2006 prevede che il Ministero dell'Ambiente (oggi della Transizione Ecologica) possa esercitare l'azione civile e quantificare il danno ambientale;

il Ministero, seppur sollecitato da inizio processo, non si è mai costituito come parte civile;

Il Consiglio Comunale impegna il Sindaco

a chiedere al Ministero della Transizione Ecologica di affiancare il Comune di Cremona nell'azione civile di risarcimento dei danni.

Dopo che l'ordine del giorno è stato illustrato dalla consigliera Simona Sommi (Lega – Lega Lombarda), il consigliere comunale Roberto Poli (Partito Democratico) ha presentato il seguente emendamento in sostituzione della disposizione finale:

A sollecitare nuovamente il Ministero per effettuare la valutazione del danno ambientale e ad agire per le vie legali per il risarcimento dello stesso tenendo conto che è l'unico soggetto che ne ha la legittimazione attiva.

Sono quindi intervenuti i consiglieri Lapo Pasquetti (Sinistra per Cremona – Energia Civile) e Stella Bellini (Partito Democratico). L'Assessore all'Ambiente Simona Pasquali che ha espresso parere favorevole all'ordine del giorno emendato e che una volta approvato il Comune si attiverà attraverso la propria Avvocatura come da indirizzo del Consiglio. L'ordine del giorno, come emendato, è stato infine approvato all'unanimità.

Avrebbe dovuto essere questo l'abbrivio di una iniziativa politico-istituzionale-sociale, coesa nelle responsabilità comuni e lungimirante nei vasti interessi comunitari.

Il pronunciamento di una Consiliatura, ormai incanalata verso la propria dirittura d'arriva e (volendo essere aderenti ai fatti) mai molto sul “pezzo”, avrebbe potuto una stagione resipiscente. Ma, se teniamo presente la durezza del “confronto”, che non può non risentire dell'incipiente impulso a studiare le mosse per quanto succederà tra un anno, ci sa tanto che, sul terreno del muoversi come un solo uomo (come la situazione consiglierebbe), un si caverà un ragno dal buco.

Ciò premesso postiamo, a cominciare dall'assessore (alla Cultura) Luca Burgazzi, i contributi pervenutici. Rivelatori del fatto che la pratica non è persa di vista e che la maggior sollecitudine dei partecipanti al dibattito non è quella del duello fine a sé stesso.

Continuare a ragionare, in questa fase e su questa vicenda, di contrapposizione tra ambiente e lavoro rischia di non portare da nessuna parte. E penso sia sbagliato condurre il dibattito in questi termini.

La vicenda Tamoil ha portato in città ferite che solo oggi, grazie al lavoro della politica, si sta cercando di ricucire.

Questo è stato possibile grazie all'impegno di più livelli istituzionali e singoli cittadini e da tutti deve essere riconosciuto.

Riaprire un processo alla storia passata non solo è inutile, ma rischia di farci perdere l'obiettivo e dimenticare il lavoro e i successi ottenuti.

Il Comune di Cremona oggi è nelle condizioni di poter chiedere il riconoscimento definitivo del danno subito e per poter utilizzare quel valore per progetti ambientali; tutto questo è stato reso possibile grazie ad un percorso serio intrapreso fin dall'insediamento di questa amministrazione, anche attraverso la costituzione di parte civile, e che non ha mai nascosto le difficoltà, ma al contrario ha lavorato per tenere insieme ambiente e lavoro. Prova di questo è anche il costante monitoraggio della situazione con tutti i soggetti coinvolti. Questi passaggi ci consentono oggi di fare un ulteriore passo in avanti su questa complicata vicenda con buona pace anche del consigliere regionale Degli Angeli che non perde occasione di sparare vuote sentenze. Non bisogna certamente dimenticare il passato e il percorso che ci ha portato fino a qui, ma proprio per questo dobbiamo lavorare per la prospettiva futura. Pertanto concentriamoci su questo, senza dividerci in dibattiti sterili perché il percorso è ancora lungo. Lo dobbiamo a noi stessi, al lavoro di questa amministrazione, dei nostri rappresentanti del territorio e prima di ogni altra cosa alla città.

Luca Burgazzi, Cremona, 29/11/2022.

Caro direttore, quando leggo che la “questione Tamoil” è ancora irrisolta e che di fatto i terreni interessati sono quindi inesorabilmente inquinati, mi si stringe il cuore. Rivivo i giorni in cui i pozzetti della Canottieri Bissolati esalavano vapore e gas puzzolente, qui nella nostra terra già inquinata dalla mala aria …mentre i diretti interessati si difendevano a suon di avvocati per difendere l'indifendibile. Si gioca sulle parole: inquinamento o disastro ambientale?

Una furbastra sostituzione di definizioni per ottenere le minori sanzioni per il vergognoso operato. 

Rimuovere l'intero complesso? Insinuano che si perderebbero diversi posti di lavoro … può essere, ma nei fondi di risarcimento non vedo come non si possa provvedere anche alla posizione di queste persone … 

La situazione è molto difficile. Il materiale inquinante penetra sempre più in profondità e sarà poi impossibile risanare il nostro terreno e salvare le falde acquifere. Non voglio entrare nel merito delle posizioni nate nel frattempo. Importante è mettere fine alla diatriba e che si debbano predisporre al più presto gli inderogabili dovuti risarcimenti. Ho la massima fiducia in chi si batte da tempo per ottenere una giusta risoluzione.  Il mio ringraziamento va a loro e a Lei direttore che accoglie le mie esternazioni 

Clara Rossini,  Cremona, 1° dicembre 2022.

Caro Enrico, non ho presente i tuoi interventi in Consiglio Comunale. Si tempi mi occupavo d'altro anche se leggevo le cronache. Ricordo che la preoccupazione era per i posti di lavoro e in subordine, solo da alcuni, ventilata l'ipotesi inquinamento. La sensibilità c'era anche allora ma la condizione occupazionale, vista era considerata, giustamente, prioritaria. Vista con gli occhi di oggi, con la storia di centinaia di ristrutturazioni e chiusure di fabbriche che hanno lasciato decine di famiglie senza redditi certi appare secondario.  Tuttavia Tamoil esiste ancora ed è necessario che si stringano i tempi delle perizie e della quantificazione dei risarcimenti. L'amministrazione comunale in primis, deve attivarsi e non lasciare addormentare i diversi attori. Sveglia! Il tempo stringe. Dico l'amministrazione comunale perché il ministero ed alti enti proposti, compreso il tribunale, possono distrarsi e appigliarsi, tanto la conseguenza dell'insolvenza e del'ignavia non ricadrebbero su di loro. Le conseguenze, nefaste, sia in termini di salute che economiche ricadrebbero, ricadono tuttora, sui cittadini e sull'amministrazione comunale. Quindi il Sindaco che è eletto direttamente dai cittadini se ne faccia carico.

Alessandro Gaboardi, Crema, 1° dicembre 2022.

Puoi dire che è una riflessione disincantata di quanto accade. Puoi dire che il Comune, finalmente ha rotto gli indugi e si é deciso a fare causa  alla Tamoil.

Per quanto riguarda la questione amministrativa, la decisione di approfondire con una caratterizzazione dell‘area Bissolati è un'attività meramente dilatoria: I riscontri processuali sino ad oggi svolti attestano l'inquinamento per tipologia ed estensione dell'area Bissolati.

In sede amministrativa manca un tracciamento e una datazione del prodotto proveniente dall' area Tamoil. Altro dato pacifico. Questo dato é già stato acquisito in sede penale e in ATP. 

Ma il procedimento amministrativo, gestito dall'Ente Comune, é un procedimento autonomo e il dato deve essere acquisito in tale sede.

Chi può decidere se dare impulso a questa ricerca: il Comune. Usa pure la metafora calcistica.

Per quanto riguarda la dichiarazione del Sindaco sul credere agli uffici (Arpa) in ordine alla funzionalità della barriera idraulica è un'affermazione corretta, ma si dovrebbe aggiungere che non ha alcun effetto su il interruzione del flusso del surnatante. Quello che inquina l'area della Bissolati.

Che tale strumento non sia idoneo allo escono che qui interessa lo hanno detto i periti nel processo penale (2013) lo hanno riconfermato i periti dell'ATP (2021).

Metti pure che il Comune, in sede civile, ha varcato il Rubicone; in sede amministrativa si è comportato come Roma con Sagunto: mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata.

Galimberti, novello Cesare, ha varcato, con le sue quadrate legioni, il Rubicone.

Il Comune farà causa alla Tamoil per ottenere il risarcimento dei danni.

Questo, in sede civile. In via amministrativa, lo stesso condottiero ha annunciato che, sentito il responso dei propri aruspici circa la funzionalità della barriera idraulica, disattendendo la petizione della Canottieri che avrebbe voluto disporsi un tracciamento e una datazione dell'inquinante proveniente dall'area Tamoil, che si procederà ad una caratterizzazione dell'area Bissolati per verificare lo stato e l'ampiezza dell'inquinamento. Tra i tripodi fumanti di balsamico incenso ha sentenziato: "Arpa garantisce che la barriera idraulica funziona. Bisogna credere ai tecnici, faremo approfondimenti". Grida di giubilo, suoni di trombe e cimbali.

Peccato che altri tecnici: I periti in sede penale e i CTU in sede di ATP abbiano affermato che la barriera idraulica non é idonea a fermare il surnatante che galleggia sulla falda. Ed è il surnatante che inquina l'area della Bissolati. 

In buona sostanza: da un punto della procedura amministrativa la decisione della caratterizzazione non risolve il problema: per usare una metafora calcistica: é stato come buttare la palla in tribuna.

Lettera firmata, ottobre 2022.

Su Tamoil qualcuno vuole lucrare in vista degli scenari di fine mandato. Impossibile far finta di niente e non reagire. Specie di fronte ad intemerate demagogiche. Vero però che, a prescindere dai percorsi intrapresi alla chiusura della raffineria monstre, l'amministrazione Galimberti è stata inattiva. Sull'attenzionamento del troncone del processo penale e, soprattutto, su quello del "che fare". Per il disinquinamento di, come direbbe Mussolini, "di terra, acqua e cieli". E per il revamping di un comprensorio urbanistico, cruciale per l'ambiente e strategico per i destini di sviluppo di Cremona. Le recriminazioni di Pasquetti, al di là del giustificato sospetto sia del perseguimento di un certo benefit di esposizione rivolta ad una certa sinistra sia della precostituzione di posizioni in vista del rinnovo della Consiliatura Comunale, non sono infondatissime sul filo della ratio.  Già, però se la prende con la Giunta Perri e con Pizzetti. Mentre astrae dall'analisi delle performances del decennio successivo. In cui lui ha avuto parte, come dirigente politico e, soprattutto, come autorevole consigliere comunale. In ogni caso, bisogna guardare avanti ed iscrivere il dossier Tamoil nell'agenda progettuale del prossimo mandato.

Lettera firmata, Cremona, 2 dicembre 2022.

Per una sintesi

Come è percepibile dall'introduzione e dalla scansione dei contributi appena postati, alla nostra testata non interessa né, come si legge in una delle lettere, buttare la palla in tribuna né partecipare ad una puntata “dei duellanti”.

La vicenda è seria, tremendamente seria.

E, dovendo essere franchi, non comprendiamo l'innesco della miccia da parte di un settore della maggioranza consiliare; che non si sa se fatichi a dare attendibili spiegazioni ad un percorso performante decisamente disarmante ovvero se la butti in politica, come abbiamo detto, a futura memoria (e con intenti né consoni nelle modalità né coerenti con lo stato dell'arte).

Soprattutto, se si considerano le “due mezze mele” del problema. Che sono state, in ordine di tempo, la tutela sociale e l'avvio di una campagna di salvaguardia della città dalle conseguenze di un ciclo industriale, foriero in corso d'opera di vantaggi socioeconomici ma anche di indotti nefasti sull'ambiente e sulla salute.

Essere di sinistra e amministrare obbliga al realismo comportamentale. Specie quando c'è di mezzo tutto quanto appena premesso.

Sul profilo prevalentemente tecnico-ambientale del pezzo Tamoil chi scrive, per sentiment e vissuto politico-istituzionale, non ha difficoltà a ricordare, per quanto si riferisce alle testimonianze del passato, di aver militato in materia sul terreno del rigore. Di cui fanno fede gli interventi in Consiglio Comunale durante le sessioni dedicate al parere per il rinnovo della concessione ministeriale (seconda metà anni 80).  Anche in quella congiuntura si poneva un problema di miscelazione del segmento sociale e della tutela ambientale (per il vero non eccessivamente attenzionata).

Incommentabili le disattenzioni del successivo ciclo delle "giunte anomale" e del successivo centro sinistra della seconda repubblica.  Al punto che il nuovo ciclo politico-amministrativo non si fece mancare, dagli esordi e nel prosieguo, il gesto surrealistico di “visite di cortesia” nel paese (sotto embargo, a seguito degli atti di terrorismo internazionale) di residenza legale e politica della Società proprietaria.

Approdando a contesti più recenti, c'è da aggiungere un giudizio molto severo sulla gestione politica della vicenda e una considerazione molto fattuale circa il risultato dello sforzo di evitare un insabbiamento (che dire, poi, dell'indimenticabile gesto sconcertante, della Dirigente che ha sbrigativamente accommiatato l'Osservatorio?).

Uno sforzo di cui va riconosciuto il merito alla testimonianza dei radicali cremonesi, del collegio legale, della Società Canottieri Bissolati.

Le polemiche divisive in atto (soprattutto, le furbate del mix con i prossimi appuntamenti elettorali), non solo perdono di vista il dato che la pratica Tamoil non è archiviata (nei suoi aspetti penalistici, risarcitori, di disinquinamento, di riconversione del sito ed adiacenze); ma infragiliscono la risposta comunitaria alla domanda del “che fare?”.

La consorella Mantova ha dato il via alla demolizione del coevo PetrolchimiCO (dopo 80 anni “cambia volto”, annuncia il Corriere).

Tamoil è una questione identitaria del bagaglio di consapevolezze e visioni strategiche della città e del territorio. Che da tempo hanno smesso di avere uno dei perni principali, di preservazione ambientale e di sviluppo socioeconomico integrato, nell'asse Padano.

 Bisognerebbe che il confronto fosse dialettico ma non divisivo. Ipotesi non azzardata: l'istituzione di un "tavolo" in grado di impegnare le istituzioni locali, i "veterani" non più in costanza di esercizio del mandato amministrativo ma (come Pizzetti) informati dei fatti, le associazioni di difesa ambientale, i Quartieri, i corpi intermedi sociali. (e.v.)

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