Sempre a proposito del "pacco" /9
Cari sostenitori, allego l'editoriale di Paolo Gualandris direttore de La Provincia.
Forse molti di voi hanno già letto l'editoriale, ma è importante che tutti lo conoscano...
Non mi dilungo in commenti, ma è da segnalare che è probabile che le lettere inviate allo stesso direttore del nostro sostenitore Gianluca Franzoni dei giorni scorsi, e la pressione esercitata sul direttore dal geom Mantovani con sue relazioni stringenti, ma mai pubblicate, abbia provocato questo editoriale... per me un po' così se non altro perché definendoci il solito "comitato del NO" non ha capito, o meglio vuole sottacere, la valenza della nostra proposta alternativa:
"tutto quello che si andrà a fare dal punto di vista medico, ma anche strutturale e "alberghiero" nel nuovo ospedale lo si può benissimo fare anche nell'attuale ospedale adeguatamente ristrutturato"
URGE che accanto alle attuali 2000 firme "citate" dal direttore, il nostro "movimento" produca altrettante firme, oserei dire: dobbiamo superare complessivamente 5000 firme", da buttare in faccia a questi arroganti decisori dell'Asst e ai loro vassalli "signorSI” della informazione mediatica locale.
NON è impossibile, dobbiamo tutti impegnarci a una capillare distribuzione dei volantini che, come vi invierò copia nel pomeriggio, hanno lo scopo di coinvolgere direttamente chi li riceve a diventare parte del movimento raccogliendo anche solo poche firme, ma che unite tra loro possono sommare a migliaia di firme. Grazie buona giornata.
Ho letto con attenzione la relazione di Giorgio Mantovani, persona di notevole professionalità e capacità dialettica. Il NO al nuovo ospedale a Cremona non è uno slogan ed il movimento che lo sostiene porta a suo pro argomentazioni e studi scientifici validissimi. La salute pubblica è un bene comune da salvaguardare e salvare con spirito civico e con azioni di mobilitazione popolare. Non è giusto dover dire " ringrazio il Signore di avere le possibilità così mi posso curare", chi non le ha cosa deve fare? Bisogna dare una risposta a questa domanda che si fanno molti cittadini. La risposta di una amministrazione seria e capace deve lavorare per alleviare la sofferenza e l'ingiustizia sociale che oggi si vive sul territorio. Servono urgentemente riforme nel campo degli interventi chirurgici e nelle liste d'attesa. La sanità privata convenzionata dovrebbe servire ad aiutare a smaltire le urgenze, ma come è impostata oggi arricchisce i proprietari delle case di cura. Diamo tutti la nostra goccia d'acqua e con coraggio denunciamo la disorganizzazione e la mala Sanità pubblica. Io l'ho fatto con documentazione all'URP ed ho avuto un riscontro esaustivo e a breve scadenza. Si capisce che oltre al risparmio economico vi sono da considerare i disagi ai pazienti. Oggi è necessaria una riforma sostanziale nella gestione del personale infermieristico e medico e tecnologie avanzate negli interventi di reinventing del modello ospedaliero. Vicenza 28 ottobre 2023
Non facit saltus
Quel braccio armato della legge che ogni giorno di più sta diventando, a colpi di coraggiose e chiare testimonianze/denuncia, la nostra compagna ed amica Clara, che anche stavolta ha pescato bene!
Ben scritto! Tutti sanno che la distruzione/costruzione è una follia sul piano etico e che, come ha osservato Mantovani, per anni ci sarebbe un'impasse funzionale con peggioramento del servizio. Molti sanno che probabilmente l'impresa non si farà. Ma l'establishment non molla la presa. Nel che si rivela doppiamente in malafede.
Ben scritto! Ma non caveremo un ragno dal buco nella nostra sacrosanta denuncia se non riusciremo a schiodare quell'aggregato di furbizie, di aspettative di tornaconti (numerari e di consenso) Tutti sanno che la distruzione/costruzione è una follia sul piano etico e che, come ha osservato Mantovani, per anni ci sarebbe un impasse funzionale con peggioramento del servizio. Molti sanno che probabilmente l'impresa non si farà. Ma l'establishment non molla la presa. Nel che si rivela doppiamente in malafede. Ma per essere franchi fino alla spietatezza, neanche i più oscuri presagi in materia di sfondamento della barriera del controllo del ceto dirigente e dell'opinione pubblica. Certo che ‘a gente non è soddisfatta del decadimento del modello di SSN. Potrebbe essere il contrario?!
Se non fosse sceso in campo il Movimento del No, avremmo tutte le caratteristiche di qualche democratura. Senza voler aprire vuote polemiche, fa bene Clara Rossini a tirare l'assist dell'editoriale di domenica.
Che non condividiamo ma che (date la levatura e la bravura dell'estensore) è segnalatore probabilmente di qualche sopravvenienza di dubbi in seno alla “sala regia”.
Di cui fanno parte i “poteri” economici, datoriali, istituzionali (tutti!). Ovviamente in aggiunta ai partiti che si rapportano a livello regionale alla Giunta, anche, stupefacentemente, la sinistra.
Ebbene, per quanto noi abbiamo sempre curato la separatezza delle ragioni del “campo” da quella delle aggregazioni amministrative, riteniamo che sia giunto il tempo di mandare qualche messaggio.
Partendo dai piani alti del ragionamento. Come opportunamente ha ricordato Carlo Cottarelli su L'Espresso. Nel 2000 il rapporto spesa sanitaria PIL era 5.5, 6.6 nel 2006 e 6.4 nel 2007, 7.1 nel 2009, 6.7 nel 2014. Il taglio tra il 2014 e 2016 è del 6,7. Il trend riprende col Covid. Nel 2023 passa da 131,1 a 134,7. Nel 2024 si arriverà a 136. In realtà per effetto della perdita del potere d'acquisto è già sceso del 2.8 e scenderà di un altro 1.2 per un totale di 4.2 tornando ai livelli di inizio 2000 pre-covid
Solo qualche giorno fa abbiamo scritto: Riavvolgere il nastro della sanità spedalocentrica. Le risorse non bastano. Bisogna attivare riforme coordinate tra Stato e Regioni. Meglio se con l'abrogazione del Titolo V delle funzioni concorrenti. Un nuovo modello di medicina territoriale. Non solo come articolazione del servizio ma anche e soprattutto come governance della rete istituzionale territoriale. Ma in aggiunta a questo ineludibile abbrivio ideologico, che chiama in causa la grave diserzione dei pubblici poteri in una materia di rilevanza costituzionale, bisogna, scendendo per li rami della cultura riformista e pragmatica, guardarci negli occhi e dire con sincerità che il sistema del SSN tendenzialmente non reggerà e che saranno impossibili ulteriori immissioni di spesa pubblica, stante il carico del debito statale. Riverberando le conseguenze sulle ultime file dell'asset sociale. Una constatazione questa che indurrebbe a servirci dei forconi!!! Ma, siccome non siamo massimalisti e demagoghi, bensì pragmatici, interroghiamo qui la nostra e le altrui coscienze se non sia il caso di fronte ad un welfare che non regge più che la sinistra riformista si faccia parte diligente nel recuperare parte della coperta equitativa almeno sui temi preminenti della giustizia sociale.
Volendo essere franchi, la sinistra non può non fissare i perni della propria azione sia sulla sistematica battaglia del diritto generale alla salute sia su un ormai ineludibile il ricorso al welfare integrativo. Come fu quello di Olivetti, di Pirelli e di pochi altri gruppi imprenditoriali. Dovendo (e volendo chiudere, se non altro per scoraggiare le rampogne di lettori che ci imputano la prolissità), arriviamo per la prima volta ad una conclusione di valenza territoriale.
Se la salute, la preservazione dell'ambiente e del contesto urbano sono ai vertici della priorità delle opzioni progettuali e se sui tre temi (No biometano, No nuovo ospedale, no mani edili sulla città) mobilitano qualche migliaio di firme e dimostrano una certa compatibilità tematica generale, qualcuno (che assolutamente non siamo noi, che ci limitiamo all'osservazione) qualche conclusione deve tirarla. Se non altro per evitare che tra sei mesi venga sfoderato il ricatto del “non si può essere d sinistra se…”
Questione sicurezza
Caro direttore, ogni giorno dalle varie trasmissioni televisive giungono notizie di gravi fatti riguardanti folli atteggiamenti verso persone comuni, immerse nella propria quotidianità. Da un minuto all'altro vittime di individui senza scrupoli che non pongono limiti all'istinto aggressivo, fortemente aggressivo. Consolante il pensiero che la nostra bella città sia considerata una città sicura. Naturalmente episodi non accettabili qualche volta hanno scosso la fiducia, ma le varie amministrazioni pubbliche hanno di volta in volta rassicurato. I cremonesi sono buoni, tranquilli, accoglienti, comprensivi, difficilmente provocano volontariamente reazioni cattive in chi si relaziona con loro … Eppure è bastato un semplice rimprovero per sottolineare una trasgressione irriverente verso un'importante considerata area del centro urbano. Perché? Mi chiedo perché? A Cremona si è ricchi di tante iniziative per coinvolgere le varie realtà, eppure? Si è sottovalutato la non partecipazione di chi non comprendeva o non voleva comprendere lo schema proposto? Il pugno in faccia, sangue in galleria, signora spinta violentemente a terra …è un singolo episodio …ma dobbiamo sentirci ancora così sicuri??
Quest'uomo così irriverente e pericoloso rappresenta la pazzia di un singolo o il disagio di chi vive in un mondo diverso dal proprio e come altri avverte disagio senza trovare un concreto aiuto per comprendere come integrarsi. Non sta a me consigliare come agire per tornare ad offrire fiducia e sicurezza. Cremona la dolce, vorrei poter aggiungere Cremona la saggia.
Un cordiale saluto e un sentito augurio di pronta guarigione alla coppia aggredita.
È una situazione critica che viviamo anche qui a Vicenza. Il centro storico è diventato il covo di senza tetto, sbandati e disperati. Furti, estorsioni e picchiaggi hanno messo a rischio la sicurezza dei cittadini, Sindaco, Prefetto e forze dell'ordine sono al lavoro. Dicono che è tutto sotto controllo ma la popolazione ha paura e il disagio sociale è palpabile.
Già…mettere testa sotto la sabbia
Per quanto ci riguarda e per non lasciare dubbi circa la nostra appartenenza alla cultura politica della sinistra (talvolta, quando possibile, anche alla testimonianza) se semo stufati d'esse buoni e generosi. E tanto per mettere le mani avanti circa la nostra collocazione, aggiungiamo che la frase è estrapolata dalla sceneggiatura di c'eravamo tanto amati (i tre amici esorditi nella guerra partigiana)
Per essere sinceri da tempo non militiamo nelle file buoniste e perdoniste, in servizio permanente effettivo, propense a giustificare comportamenti individuali e collettivi sopra “le righe”. Il fatto è noto e si riferisce al trattamento riservato ad una coppia di anziani che transitava in Galleria 25 aprile in orario non diurno, ma non troppo avanzato (se mio nipote faceva fare l'ultima sgambata a Lampo) da un passante (di età congrua ad essere inquadrato come nipote della coppia) che in bicicletta attraversava la galleria.
Al richiamo dell'anziano circa la violazione circolatoria, il giovanotto ha ritenuto bene creare davanti all'ex apprezzatissima gelateria un set da Dario Argento.
Premetto che a me non potrebbe mai accadere questa circostanza sia perché non usciamo quasi più (a qualsiasi ora) sia perché ritengo inutile (e pericoloso) erudire l'energumeno.
“Mi scuso, ma lui mi ha insultato”. A parte la circostanza tutta da verificare, l'interessato, ammessa la verifica del possesso delle categorie cognitive, si è posto la questione della correlazione tra danno subito (quasi bagatellare, ma non di meno ingiustificabile) e reazione. La nomenklatura municipale, il cui speech in questi nove anni non ha difettato in logorrea, sta schiscia. Ovvia la testimonianza dell'opposizione di centrodestra, per la quale episodi del genere sono cacio sui maccheroni.
Sorprende, ripetiamo che la curva opposta non canti più, come insolentiscono i maramaldi di fronte alle difficoltà dell'opposta tifoseria.
Rara avis, interviene un consigliere comunale, non proprio oscuro perché ad ogni elezione incassa una paccata di preferenze (senza che si traducano in posizioni di vertice).
Che dice: “Cremona sicura. Ma guardia alta”
Per ragioni di doveroso corredo del pensiero altrui, ci sentiamo costretti a far menzione delle testimonianze, spesso surreali, degli investiti di mandato.
Assessore Manfredini: più telecamere e vigili. Centrosinistra: potenziare le forze dell'ordine. Sempre per la logica di scaricare sull'avversario politico e sul livello istituzionale sovra-sottostante le conseguenze di cattive gestioni e l'indotto di sciagurate teorie e testimonianze.
Ad abundantiam andrebbe aggiunto che il vertice comunale, che ha recentemente inibito l'uso del taser, ha girato la frittata chiamando in causa la responsabilità del governo centrale. Nonostante le sincere rassicurazioni della Prefettura e della Questura (in parte avvalorate ed in parte smentite dai fatti) non ci pare proprio che in materia (di ordine e sicurezza, effettivi e percepiti) siamo messi proprio bene. E l'ultimo episodio ne è conferma.
Si malmena a sangue una attempata coppia in orario ancora quasi lucano ed in pieno centro e si dà spazio alla narrazione del reo confesso che mette in campo la giustificazione d'ordinanza del “mi ha offeso... Ho sbagliato” (che non sarebbe tra l'altro la prima volta nell'armamentario relazionale del personaggio).
Fattispecie inequivocabilmente individuabili nell'accoglienza senza limiti e perdonistica e in quella carta moschicida delle cattive frequentazioni della città che sono l'offerta di cattivo turismo mordi e fuggi e di location ad eventi spettacolari scaturigini di accessi problematici.
Eggià...a forza di accoglienze generose e scriteriate e soprattutto di pratiche perdonistiche (ovviamente incoraggiate dalla cultura di sinistra) siamo a questo punto. La popolazione più danneggiata è quella degli anziani e dei fragili. Una parte consistente di essa, alla disperazione del non ascolto, si affida alla destra (che introita voti senza far niente), votandola. Un'altra ha smesso di votare. Come se ne esce…da una questione sociale che investe ormai le consapevolezze e le aspettative di fasce di opinione eccedenti di molto i cosiddetti “campi” politicamente dichiarati.
Eh continuiamo ad essere di fronte ad una volontà e capacità di sottovalutare le dimensioni e la qualità e, poi, di addomesticare la narrazione. Di fronte alla buona sicurezza come luogo etico. Il tutto finalizzato all'aspettativa di godere di un pregiudizio positivo.
E, siccome in Italia, il razzismo è come il prezzemolino, le voilà che nella circostanza si fa strada l'accusa, rivolta alla parte lesa, di praticare appunto il razzismo. Ancora non ci sono avvisaglie, anche data l'emersione dei “trascorsi dell'aggressore”, ma è latente la traccia delle suggestioni global south.
Che anche nel nostro contesto territoriale si avverte e percepisce. Sotto tale profilo il Comune di Cremona dovrebbe rassicurarci circa il fatto che il pezzo forte delle estati che fanno sognare sia stato l'evento in piazza del Comune animato dai due trappers, i cui trascorsi erano ben noti e il cui speech extra canoro ha evidenziato un concept pregiudizievole verso le forze dell'ordine e in generale nei confronti di tutto ciò che possa essere una comunità serena. Diciamo subito che sui reati minorili non è sufficiente la leva giudiziaria. Non è sufficiente ma non eludibile. Insieme agli interventi sanzionatori e repressivi, indispensabili ad invertire il senso diffuso di buonismo perdonismo (dispensato a piene mani nei confronti degli "accolti" arciconvinti che da noi si rispettano e si amano le "culture" di provenienza, si può fare di tutto e di più, senza danno), è indispensabile attivare la leva della prevenzione e del recupero. Soprattutto, nei confronti degli "esuberanti" e schizzati autoctoni, nei confronti dei quali è inagibile (un po' più degli alloctoni) l'opzione dell'espulsione. Per quanto nei fatti non operi, sempre per effetto delle inefficienze dell'ordinamento e massime per l'intima traccia montessoriana/Beccaria, erga omnes.
Sarà...ma il PD segna il proprio territorio di testimonianza e di rappresentanza della propria costituency facendosi esclusivamente carico della domanda importata.
Non ci sono sfuggite due circostanze, in materia di "rilancio" del Pd a seguito della recente assemblea. Il nuovo vertice è, se non proprio zavorrato, sicuramente "riequilibrato" dagli apporti non riformisti, in piena continuità col non rimpianto PDS massimalista-vetero PCI. La volontà di griffare il nuovo corso traspare dal panel di un vernissage, che tradisce, con un certo orgoglio, le intenzioni. Marcare la diversità che fa decisamente il verso alle suggestioni global south. È il momento buono! Non solo per il drammatico contesto mondiale, che consiglierebbe quanto meno senso della misura e raccordo col sentiment dei bacini moderati del centrosinistra.
Per concludere una risposta solo abbozzata alle nostre due lettrici (hic et nunc, perché inevitabilmente il confronto è destinato a proseguire), nessuno ama fomentare le ansie apocalittiche. Mentre, invece, è una questione d'equilibrio tra tutela della libertà e lotta all'illegalità. È un problema di “buona sicurezza”.
Chi chiede regole, in questo come in altri campi in cui sono in gioco questioni nodali, non è a priori contro cause nobili.
Gli esuli (massì, ricorriamo ad una locuzione un po' generica) meritano, comunque, il nostro rispetto, la nostra comprensione e la nostra solidarietà. E se è vero che anche i nostri nativi, almeno in dosi fisiologiche, delinquono, non possiamo accettare che alcune etnie ospitate rivendichino la prerogativa dell'illegalità come stile di vita.
Su questo punto, senza buttare la croce addosso ad alcuno, non possiamo non citofonare a questi quasi dieci anni di Giunta, che ha significativamente contribuito a trasformare Cremona ad un enorme suk.
Focus impianto biometano /7
Senza scritti, solo immagini...
...salvo un post scriptum. Intanto non sappiamo chi (perché le immagini ci sono giunte senza accompagnamento; ma ringraziamo il lettore che ce le ha omaggiate. Valgono quasi o più di un'articolessa. Fossimo nei panni di ognuno dei boiardi della “ditta” cominceremmo, se non proprio ad allarmarci, a fare qualche due più due. Brutta prospettiva quando il popolo, dopo aver raccolto qualche migliaio di firme e allestito una organica controdeduzione (da suscitare potenzialmente qualche invidia nell'apparato pubblico) diventa, writer. Percezione questa che appartiene più a noi che a chi dovrebbe, per ruolo pubblico, mantenere un rapporto, magari anche dialettico, ma chiaro e trasparente con la cittadinanza. Domanda retorica: è sembrata che sia stata la maggiore sollecitudine dei “poteri”? Vero che il Comune della seconda repubblica è abituato ad indire referendum, perderli clamorosamente e poi fare di testa sua in totale discontinuità coi desiderata popolari!
In corso d'opera l'establishment si è superato. Si è dimesso il Presidente di AEM, involucro passato al controllo di A2a. E la Giunta si limita ad un laconico: Basta così (il presidente si fa da parte per motivi personali e gli subentra il vice che è “in carriera amministrativa da inizio anni 90).
Noi non siamo esperti in arti grafiche. Ma azzardiamo: sulle terga dell'omino non è azzardato percepire la presenza di logo che assomiglia molto ad una dissacrante “puzzetta”.
150.000 anni insieme? Siamo felici di passarli insieme… Iddio ce ne guardi! La multi servizi, che con la radice municipale (fondata a partire dalla Giunta “rossa” Botti, che anche municipalizzando, ironia della sorte l'azienda privata bresciana gerente il trasporto urbano, in aggiunta alla farmacia, alla panetteria, il servizio elettrico, avrebbe anticipato i tempi del municipalismo socialista e di un vasto processo autogestionario di modernizzazione e di partecipazione civica attiva), non ha proprio nulla (se non l'autoattribuzione lessicale).
Per il resto siamo in presenza di uno dei tanti “pacchi” dispensati da trent'anni di “giunte anomale” che hanno asfaltato (nonché peggiorato) tutti i servizi municipali.
Ma siccome l'aggettivo “Comunale” (come nel caso della ex Azienda Farmaceutica, ceduta per un tozzo di pane ad un gruppo privato tedesco) fa richiamo e tocca (erroneamente) le corde della cittadinanza attiva, le voilà che non ci si fa scrupolo di avvalersi di un requisito farlocco (il Comune di Cremona detiene il 10% del capitale sociale.
Per quanto può valere noi abbiamo smesso di rivolgerci al bancone delle quattordici farmacie “comunali”. Da quasi 40 anni ci rivolgiamo fidelity ad un titolare “privato”. Non per tigna, ma perché riscontriamo nel profilo del servizio un tocco di relazionalità e attenzione sociale che dovrebbe essere prerogativa della farmacia “comunale”.
Per non dire dei tratti piacione di A2a, il cui core businnes è macinare profitti e performances borsistiche, ma che non volendo potendo dimenticare le “origini” del municipalismo muti territoriale, affida continui messaggi di fidelizzazione verso l'utenza. Che, poi, nel caso dell'impianto biometano, delle soste parcheggio, del combustore si traduce sul piano pratico (la convenienza dell'utenza) in un trattamento poco dissimile da quello privato.
Siccome, come appare, non c'è verso di scalfire la coriacea resistenza dell'establishment sul punto, valutino i nostri elettori (che ovviamente condividono la battaglia del Nobiometano) se del caso sganciarsi dal perimetro dell'utenza. Alla dirigenza faranno un baffo le tremila firme. Ma se le tremila firme si traducessero in cambi d'utenza…