Il titolare di questa prerogativa, che, già di per sé costituisce fatto sorprendente, è il prof. Mario Coppetti, che aggiunge un supplemento di straordinarietà, rappresentato dal modo con cui doppia la boa.
E non si può dire che il modo sorprenda; perché il festeggiato, a dispetto della non comune anagrafe, non se ne sta tutto il giorno rincantucciato in casa, magari di fronte al poco attraente elettrodomestico ex catodico. Si può dire che, a parte alcuni acciacchetti (di cui persone ben più giovani sarebbero felici di avere) viva con ritmi biologici ed intellettuali da far invidia.
Alcuni giorni fa lo si è visto attraversare con passo garibaldino il centro. E, per essere ancor più precisi, segnaliamo che l’anno che si sta per chiudere ha rappresentato per lui un ciclo scoppiettante.
Non a caso il pannel degli organizzatori comprendeva sodalizi di cui Mario Coppetti è socio da tempo o con cui ha collaborato intensamente nel corso di questo ultimo anno.
Andrebbe anche aggiunto che il 2015 è stato un anno eccezionale per l’artista socialista e partigiano, essendo il 70° anniversario della Liberazione. Per la cui adeguata celebrazione non ha voluto farsi mancare niente: dalla memorialistica, alla testimonianza durante gli eventi celebrativi, alla realizzazione, soprattutto, di un’opera artistica, la Pietà laica, di cui ha fatto dono a Cremona.
L’abbiamo già sottolineato, ma lo ribadiamo. La testimonianza civile di Coppetti può essere definita eclettica: con gli scritti, la parola, l’arte.
Diciamo di tale peculiarità con le parole di un illustre estimatore del festeggiato. Quel prof. Mimmo Franzinelli, storico dell’età contemporanea e scrittore di grande successo, che nel messaggio di felicitazioni inviato ha osservato: “Mario Coppetti rappresenta, con la sua biografia e la sua passione intellettuale, un esempio per tutti noi. Protagonista della scena artistica, ha coniugato la cultura con la politica, in un’accezione laico-progressista.”
Questo tratto esistenziale, aggregato di vitalità, di coerenza, di esortazione al fare, è stato il motivo conduttore dell’evento, che è stato di festa ma anche di testimonianza.
Così è stato inquadrato da Giorgio Mantovani, amico e presidente della Società Filodrammatica, che ha accolto Mario Coppetti e le decine di amici che hanno voluto augurargli buon compleanno.
E da Clara Rossini, presidente dell’Associazione Emilio Zanoni, che abbracciando il compagno e l’artista, cui ha consegnato un bouquet di rossi garofani, gli ha riservato una sorpresa annunciando che l’Associazione Zanoni mette in dirittura d’arrivo un’iniziativa editoriale, prestigiosa e, nell’anno del 70° della Liberazione, molto simbolica. È, infatti, in fase di lavorazione il progetto di stampa e di divulgazione degli scritti di Emilio Zanoni intitolati: “Il movimento cremonese di Liberazione nel secondo Risorgimento. Saggio storico”. Sono ben 407 cartelle, suddivise in due fascicoli e scritte da Zanoni nel 1955 in occasione del 10° della Liberazione.
Ha, quindi, preso la parola il Sindaco Prof. Gianluca Galimberti che ha indicato in Coppetti una figura di coerenza, di operosità e di generosità, esemplare per tutti i cittadini e per le nuove generazioni, in particolare.
Il primo cittadino lo ha ringraziato per la significativa testimonianza civile e per la generosità nell’opera artistica, destinata a preservare nel tempo il valore degli ideali per i quali ha ispirato e guidato tutta la sua lunga vita.
Esauriti i saluti ufficiali, si è aperto un incontenibile sequenza di messaggi da parte dei presenti.
Tra questi segnaliamo: il prof. Rescaglio, attualmente presidente dell’Associazione Partigiani Cristiani e già presidente del Liceo Aselli in cui per tanti anni insegnò lo scultore, la dott.ssa Clara Vailati Facchini, presidente dell’associazione ex allievi, gli ex allievi ing. Cortellini e arch. Galletti, quest’ultimo stretto collaboratore all’epoca dell’assessorato ai lavori pubblici ed urbanistica nella Giunta Vernaschi, il dott. Riccardo Piccioni, dirigente comunale nella stessa epoca, Giuseppe Azzoni ed Ennio Serventi, in rappresentanza dell’ANPI, Graziano Bertoldi, pittore e scultore, che ha esortato a guardare alle opere artistiche tenendo anche conto del profilo umano dell’autore.
Di particolare significato è stato il saluto del giornalista e reporter cremonese, Antonio Leoni, che ha ricordato il compleanno di due anni prima, quando il festeggiato, con cui ha condiviso per anni il tifo grigio rosso, dimostrando alto senso civico, spalò la neve dal marciapiede di Via Chiara Novella.
Ultimo ma non ultimo l’intervento del Prof. Oreste Perri, da tempo amico di Coppetti e Sindaco di Cremona; veste nella quale ha sviluppato una solida consuetudine di impegno comune sul terreno della riaffermazione dei valori intramontabili della democrazia e dell’arricchimento del patrimonio artistico di Cremona.
Prendendo, la parola Mario Coppetti, commesso per il tributo di stima e d’affetto, ha ringraziato tutti e ha ricordato, per blocchi si potrebbe azzardare, la lunga esperienza esistenziale e pubblica. Ha rievocato gli esordi dell’apprendimento artistico, fortemente appoggiato dai genitori, il perfezionamento a Parigi, la lunga parentesi dell’insegnamento presso il Liceo Scientifico G. Aselli in cui ha incrociato colleghi ed allievi mai dimenticati, la cruciale testimonianza antifascista e resistenziale, premessa alla partecipazione alla Liberazione di Cremona.
Di sé, del suo credo politico, incardinato negli ideali del socialismo liberale, masticato fin dalla giovane età a contatto con il padre ferroviere bissolatiano, ha rivendicato la coerenza per l’affermazione di una giustizia sociale che non deve essere mai disgiunta dalla libertà e dalla democrazia.
Dell’esperienza di amministratore pubblico, Coppetti ha rievocato i suoi esordi, come assessore, nella Giunta Feraboli, ed il non breve impegno come vicesindaco ed assessore all’Urbanistica nella Giunta Vernaschi.
Sono stati gli anni, ha concluso in ciò confortato dagli interventi di Galetti e Piccioni che l’avevano preceduto, che ha formato le basi della modernizzazione e dello sviluppo della città.
Terminata la parte dei saluti, l’evento è stato particolarmente allietato dall’intervento artistico della mezzosoprano Nadiya Petrenko, che al Filo svolge un’apprezzata attività di perfezionamento di canto lirico, e della giovane ma promettentissima pianista Eugenia Lysohor.
In una cornice di commozione ma anche di letizia si sono alzati i calici, che hanno concluso il festoso evento con un selfie collettivo nel cortile del Filo.
E.V.