Replichiamo titolo ed incipit; perché la cronaca fornita sullo svolgimento della seduta del Consiglio Comunale dedicata alla regolamentazione dei requisiti per l'ottenimento di luoghi e strutture ai fini di pubbliche manifestazioni non è andata, come si potrebbe dire, via liscia.
Premesso che in materia è riconosciuta piena libertà di espressione, mentre non ci sorprendono gli interventi e le repliche di chi si oppone (anche se con speciose argomentazioni all'indirizzo avanzato dalla Giunta ed in qualche misura non osteggiato dal Consiglio), riteniamo che sull'argomento non siano ammesse smagliature comunicative.
La cronaca della seduta (senza in ciò voler fare le pulci all'estensore) era andata molto per semplificazione sull'eloquio della consigliera Stella Bellini.
Fino a distorcerne, al di là dell'intenzionalità, il senso della manifestata posizione.
La (solitamente riflessiva e pacata) Consigliera Bellini, ha ritenuto di appellarsi al giornale per precisare il suo reale pensiero.
Ne è uscito un qui pro quo manifestamente mal mostoso, che arrischia, anziché di chiarire e di precisare, di complicare.
In tal senso abbiamo chiesto alla Conigliera, espressione del Movimento Radicale anche se eletta nella lista del PD, di replicare liberamente il reale senso del suo contributo nel consesso cittadino.
Nel ringraziarla, pubblichiamo la sua precisazione
Ritengo che intervenire nel dibattito in modo netto e dichiaratamente ed orgogliosamente antifascista, in seguito le dichiarazioni di alcuni consiglieri che ritenevano l'antifascismo superfluo e che anzi non si dichiaravano antifascisti, fosse doveroso ed imprescindibile per chi siede in Consiglio Comunale: poiché i nostri valori democratici costituzionali si fondano sull'antifascismo e che certe recrudescenze dannose per la nostra democrazia sono da condannare senza titubanze e senza tentennamenti "semantici" ma con orgoglio, con nettezza non solo per chi è di estrazione libertaria e progressista come me ma anche e soprattutto per gli esponenti della destra.
Ho espresso con passione quelle che sono le idee di chi si dichiara antifascista e condivide l'amore per la democrazia e condanna dell'odio su base razziale, etnica, di genere o basata sugli orientamenti sessuali. Ho sottolineato il fatto che sia sconcertante che certa destra non prenda le distanze, in modo netto, dai guasti storici, dai tragici fallimenti e dalle orrende carneficine che fascismo e nazismo hanno arrecato alle nostre civiltà, alla nostra Europa.
Ho rimarcato con forza e con veemenza (e sono orgogliosa sia di questa forza che di questa veemenza), di quanto sia importante essere antifascisti: non ritengo come qualcuno lo ha definito, il mio intervento "una sceneggiata" o che io abbia "sbottato": trovo queste definizioni irriguardose e grossolane: io sono una consigliera, ho avuto mandato dai cittadini ed esprimo con determinazione le idee che ritengo importanti: che sono solide idee libertarie, antifasciste, democratiche sempre rispettose delle istituzioni nelle quali mi onoro di prestare servizio.
Ritengo inoltre che il nostro presidente Paolo Carletti sia intervenuto a corredo del mio intervento in modo provocatorio ma non certo per stigmatizzare le mie parole quanto per far emergere il vulnus, l'incomprensibile reticenza a dichiararsi antifascisti da parte di alcuni componenti del Consiglio Comunale. Egli ha fatto delle mie parole una sorta di dimostrazione ad absurdum della surreale pretesa di non rivendicarsi antifascisti da parte di alcuni consiglieri che pur siedono in un'istituzione democratica come il Consiglio Comunale di Cremona. Ritengo quindi doveroso che l'informazione parziale che è stata data del dibattito importantissimo che si è svolto ieri sia rettificata e che si dia ampio spazio ora e in futuro in relazione a questi temi fondanti della nostra democrazia e quindi ineludibili per chi si ritiene sinceramente democratico.