Tale è il motto/appello dell'iniziativa, intrapresa da un gruppo di cittadini (locuzione forse un poco riduttiva, in considerazione del fatto che i scesi in campo, espressione di variegate culture politiche, sono noti per il loro apprezzato impegno professionale) per mobilitare, si sarebbe detto un tempo, le coscienze contro l'obbrobrio della volontà manifestata di demolire il nosocomio (inaugurato poco più di 50 anni fa e realizzato mettendo a frutto “il buon cuore” dei cremonesi. La nostra testa non è mai stata neanche mezzo passo indietro nella denuncia degli effetti delle politiche controriformiste della Regione Lombardia, che nel volgere di trent'anni hanno rottamato il diritto universale alla saluto e consegnato risorse e prerogative alla sanità capitalista. Come abbiamo scritto ad nauseam il “dono” di un nuovo nosocomio, che nascerebbe dallo scempio delle rovine della demolizione dell'attuale struttura, evoca molto l'aforisma della regina che al popolo che chiedeva pane suggeriva di dare brioches.
La provincia già depauperata dai tentativi di ridimensionamento del civico e ragguardevole ospedale di Crema e della struttura interprovinciale Oglio Po, nonché della chiusura degli ospedali di circondario che in passato avevano svolto un'importante funzione di raccordo territoriale, non può reggere ulteriormente questa “spallata” finale alla sostenibilità di quel che resta del suo patrimonio sanitaria.
Ammesso e non concesso che l'ideona di rottamare un'importante e moderna (ovviamente al netto dell'esigenza dei necessari ed auspicati aggiornamenti di tecnologia ospedaliera) struttura andasse in porto, il risultato, al netto di una condannabile scelta di distruzione di risorse, sarebbe un immotivato ridimensionamento della capienza e, quindi, del volume di attività del nosocomio, che costituisce il perno della rete territoriale.
Si promette (o si minaccia) di realizzarlo; nascondendo, però, che l'impianto iniziale a regime nel 1970 di 1300 posti letto verrà più che tramezzato. La nuova realizzazione, per di più, sarà di rango inferiore, priva come sarà di DEA, condizione essenziale per il fondamentale servizio urgenza-emergenza.
Nel breve volgere di qualche giorno dall'annuncio dell'iniziativa e della costituzione di un Comitato di coordinamento e di garanti l'adesione popolare è stata massiccia e trasversale.
La nostra testata accompagnerà questa nobile iniziativa civile, con il proprio supporto pubblicistico e la mobilitazione dei propri lettori.
La parola ai lettori e ai rappresentanti istituzionali
Caro Direttore, ancorché trasmigrata in Trentino per una breve vacanza, continuo a seguire con impegno ed entusiasmo l'iniziativa della petizione contro il cosiddetto Nuovo Ospedale. Le centinaia di firme apposte sotto la petizione costituiscono un segnale incoraggiante di reviviscenza delle coscienze civili contro l'arbitrio di un ceto politico in commentabile.
Che, nel suo complesso, si asfalta da sé con un silenzio che costituisce l'apice di un'arroganza intollerabile. Devo aggiungere che l'establishment deve essere in affanno se, dopo tre anni di strombazzature e di promesse farlocche, si presta ad episodi del tipo di quello che porto in emersione.
Una curiosità: a Pellizzano trascorre le ferie estive una mia cliente proprietaria da 50 anni di una casa citata tra quelle “preziose” per il Touring. Mentre era seduta sulla panchina di fronte all'abitazione ha cercato di aiutare due persone che erano scese dalla bicicletta a trovare il tracciato indicato sulla loro mappa. L'uomo le ha chiesto di che città fosse perché il parlare non era certo del luogo. Cremona? Io lavoro a Cremona. Dato che quella non ti lascia neanche parlare ha iniziato a raccontare tutti i problemi della nostra bella città iniziando dal fatto che si era iscritta al Comitato del no. Quel tizio si è rivelato essere Dirigente del nostro ospedale ed ha cercato in tutti i modi di giustificare sia la demolizione che la ricostruzione dei nosocomi. Non l'avesse mai fatto!! Gli ha rinfacciato che documentandosi aveva letto che vi sarebbero voluti 25000 (o più io non lo so) camion per caricare tutti i detriti del vecchio ospedale, la possibilità negata ad adibirlo a un pensionato per gli anziani, invece che mandiamo i nostri vecchi in paesini più o meno attrezzati, ecc. ecc. ecc. Le ha contestato che i cremonesi dovrebbero occuparsi più della rete ferroviaria che, essendo lui pendolare, ne ha constatato tutte le magagne … apriti cielo, praticamente lo ha messo alle corde …. Alla fine il caro direttore dove girato verso la moglie esclamando: questa è tosta!! Le ha dato la mano e l'ha invitata a bere un caffè nel suo ufficio, una volta tornata a Cremona.
Ho firmato questa petizione: facciamolo in tante e tanti! Investire nella sanità pubblica è fondamentale: ristrutturiamo, ammoderniamo, ma puntiamo soprattutto sull'assunzione del personale e sulla reinternalizzazione di tutti i servizi, su tecnologie e nuove attrezzature. E' necessario inoltre investire sulla medicina territoriale, oggi ancora insufficiente (se non inesistente), nonostante sia stata continuamente evocata durante la pandemia. O preferiamo che le case di comunità (quando ci saranno finalmente!) siano gestite tutte da cooperative amiche e soggetti della sanità privata che in Lombardia prosperano da decenni?
Non abbiamo bisogno di nuovo cemento: abbiamo bisogno di preservare le competenze professionali e i servizi che ci sono già e incrementarli. Abbiamo bisogno di un servizio sanitario pubblico che risponda alle esigenze di prevenzione e di cura delle cittadine e dei cittadini, un servizio sanitario in cui non si debbano attendere mesi per una visita specialistica o un esame.
Perché la sanità è un diritto e non una merce con cui fare profitto.
E a proposito di cemento: quanta CO2 libererà un cantiere di questo tipo, comprendendo demolizione e nuova costruzione, veicoli pesanti e smaltimento materiali? Come sarà questo cantiere, nella seconda città con l'aria più inquinata d'Europa? Sarà a emissione zero, come richiede la più recente normativa europea?
FIRMIAMO TUTTE e TUTTI!!