Oggi, invece, no: lo sguardo è a raggio corto e, per di più, abbarbicato ad una assertività in negativo.
Non parliamo dei grandi No (il maggiore, NO TAV) e ci limitiamo a casa nostra (No autostrada Cremona/Mantova; NO Autobrennero/Autocisa; NO Canale Navigabile, tanto per dirne alcuni).
Sia chiaro: non siamo per principio per dei SI generalizzati. Soltanto desidereremmo che si pensasse alla situazione attuale del territorio ed al suo sviluppo partendo da un'interpretazione fattuale e scartando i dogmatismi.
Ma, in aggiunta all'avversione pregiudiziale verso ciò che non lascia tutto com'è e dov'è (prerogativa di una cultura buddistica di inizio del terzo millennio, che generosamente alcuni fanno discendere dalla teoria della decrescita felice), la politica dell'ultimo quarto di secolo ha dimostrato che, anche quando si prescinde dall'opposizione per principio, difficilmente si riesce a mettere a frutto quell'impulso progettuale che, nella seconda metà del passato secolo, fece compiere un balzo (per quanto incompleto) all'infrastrutturazione di un territorio, diciamo così, negletto nelle strategie del governo centrale e nei disegni regionali.
Fatto si è che il Canale Navigabile Milano-Cremona-Po, grande intuizione delle giunte socialiste (di Botti a Cremona e di Caldara a Milano) del periodo pre-fascista, è macchinosamente arrivato al confine cremonese (dove malinconicamente giace e si auto-corrompe).
Il caposaldo rappresentato dall'area portuale di Cremona, vaticinata e patrocinata nel corso di una significativa visita del Capo dello Stato Gronchi nel 1960 (sindacatura di un altro socialista, Arnaldo Feraboli), non gode di migliore salute. Soprattutto, dopo che il combinato sinergico di una Regione, del tutto disinteressata al riequilibrio tra aree sviluppate ed area emarginate e propensa a cannibalizzare il patrimonio dotale dell'Ente preposto, ed una Provincia dissennatamente impiccatasi al chiodo di un campanilismo becero che ha comportato la soppressione della preposta Azienda fatta assurgere, con molto impegno, al rango lombardo, ha dispensato tutti i suoi tafazziani effetti.
Restando sull'acqua, annotiamo che nulla si è mosso dalle analisi e dalle proposte, riferite alla redazione del testo del Piano Nazionale dei Trasporti del 1987; in materia di bacinizzazione e navigabilità del Grande Fiume.
Solo di passaggio, annotiamo a beneficio della conoscenze dei giovani ma promettenti dirigenti del PSI (neonati o poco più all'epoca) che nel 1987, su impulso della Federazione Provinciale e con la successiva convergenza di tutte le federazioni dell'area padana, l'on. Martelli, deputato eletto qui, diede vita alla Fondazione Po 2000. La cui feconda produzione, per quanto riferita ad un breve periodo, segnaliamo al dibattito politico ed agli illustri relatori della Conferenza.
Ma il territorio, già consapevole che l'establishment lombardo (ottusamente ed egoisticamente) non è mai stato benevolo nei confronti dell'asta padana e del suo correlato territorio, ha saputo fare di meglio.
Ad esempio, s'è fatto sfilare il controllo (prima nelle mani dei soci bresciani e, poi, definitivamente, in quelle del gruppo Gavio) della Società Autostrade Centro-padane e del tutto marginalizzare nella partnership afferente alla BREBEMI, che, pure, passa sul suo territorio. En passant segnaliamo la singolarità dello sfilatino, premessa dell'ulteriore bocconcino con cui, nel caso venisse mai convenzionata la Cremona/Mantova, il Gruppo Gavio molto attivo nel gioco del risiko confessionale, si papperà anche questo segmento.
D'altro lato, questa holding seconda concessionaria a livello nazionale, partita meno di quarant'anni fa da qualche pennello e da qualche barattolo di vernice da segnaletica ed approdata ad invidiabile rango, non ha mai fatto mistero di essere soprattutto interessata a realizzare nuove lucrose infrastrutture (purché, come dimostrano recenti polemiche, non in conflitto d'interesse, le proprie già in esercizio).
Non parliamo, per carità di patria, dello stato dell'infrastrutturazione su rotaia; settore nel quale Crema, Cremona, Casalmaggiore non hanno che da rimpiangere la progettualità dell'epoca sabauda.
E, se è pur vero che un'infrastrutturazione viaria comunque postulata ed attuata non necessariamente produce sviluppo economico e produttivo, è non di meno vero che, per come è messo, il territorio provinciale (lasciatecelo aggettivare così prima che operino le forbici conseguenti all'area vasta ed omogenea) è privo, come e più dei decenni precedenti, di attraenza.
Partendo da presupposto, critico e sconsolato, la nostra testata, che nel corso dei sui 127 anni è stata paladina di una cultura di sviluppo, non può che esprimere interesse e plauso all'iniziativa del Partito Socialista. Curiosamente un movimento della sinistra riformista, ricco di storia ma piccolo di potere, si fa carico di aprire una riflessione su strategie che dovrebbero essere nell'agenda quotidiana dei cosiddetti partiti di governo.
“L'incontro vuole anzitutto chiarire che lo sviluppo di una comunità passa imprescindibilmente dallo sviluppo di quelle infrastrutture che la possono mettere in rapido rapporto con le realtà di maggior interesse economico e culturale”: così definisce la mission dell'evento, il segretario provinciale e consigliere comunale di Cremona, avv. Paolo Carletti, chiamato ad introdurre l'argomento.
Date le connessioni con prerogative ben più articolate, la Federazione Socialista ha esteso il pannel degli interventi al Sindaco del Capoluogo, Prof. Gianluca Galimberti, ed all'Assessore all'Area Vasta, Andrea Virgilio.
Altrettanto oculata appare la scelta di inserire tra gli interventi predeterminati il contributo di Maurizio Noci, per tanti anni parlamentare della provincia e per un periodo Sindaco di Crema.
A dimostrazione della piena convinzione con cui i socialisti mettono in campo il loro sforzo progettuale, si segnala la significativa circostanze dell'intervento conclusivo del viceministro (e segretario nazionale del PSI) Riccardo Nencini.
Non resta che partecipare ai lavori che si prospettano interessanti.
Ci permettiamo corredare il presente articolo di supporti grafici dedotti dalle annate de L'Eco del Popolo salvate dalle distruzioni e dalla stolta predazione da souvenir.
E.V.
In allegato foto inaugurazione A21 e mappa autostrada Brennero