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Lettera aperta al presidente del CUS, Franco Lotito

Riceviamo dal dott. Matteo Bettini e molto volentieri pubblichiamo

  09/11/2020

Di Redazione

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Matteo Bettini (nella foto di copertina) è laureato in giurisprudenza (tesi in diritto del lavoro e sindacale), insegnante, consulente aziendale e formatore. Dopo avere letto l'articolo "A Franco Lotito il coordinamento politico del CUS" del 7/11/2020 ci ha chiesto di pubblicare la sua lettera aperta rivolta al neo eletto presidente del Comitato per l'Unità Socialista (CUS) e così abbiamo fatto.

Carissimo Presidente,

pur appezzando l'europeismo convinto e l'antipopulismo più volte sottolineato credo si debba lavorare per tornare ad avere un ruolo centrale all'interno del panorama politico, un ruolo maggiormente identitario e progressista. Ci vuole una nuova politica riformista basata sui valori fondanti della libertà e della giustizia sociale, ma che abbia anche il coraggio di ripartire dai punti programmatici di bisogno e merito che Claudio Martelli introdusse nel lontano 1982 al congresso di Rimini purtroppo caduti nel dimenticatoio.

Credo che vi siano delle priorità da perseguire come l'ascensore sociale, l'interclassismo, la laicità, la questione settentrionale e il welfare.

L'ascensore sociale deve tornare ad essere reale e funzionante attraverso tutte le sue modalità; economia, lavoro e scuola. Gli obiettivi dell'economia devono tornare ad essere la stabilità dei prezzi, la massima  occupazione e la redistribuzione della ricchezza. Quest'ultima perseguita sia attraverso un ricalcolo delle reali capacità contributive sia prevedendo la rivisitazione e l'inserimento di nuove aliquote fiscali per rendere più equo il concetto di progressività. Il lavoro deve tornare ad essere garantito in tutte le sue forme, sia in considerazione dei nuovi mestieri sia delle nuove tipologie contrattuali. Bisogna cominciare seriamente ad occuparsi dei non garantiti e delle tipologie di lavoratori fuori dai diritti come le partite iva, per la maggior parte lavoratori dipendenti mascherati e non liberi professionisti. Allargare anche a loro istituti previdenziali e assistenziali come la malattia, l'assistenza per infortuni sul lavoro e la maternità. Questo anche attraverso un lavoro di concertazione con le rappresentanze sindacali e se necessario una implementazione dello statuto dei lavoratori.  L'ascensore sociale tramite il lavoro si ottiene anche con l'apertura alle professioni e la rivisitazione delle norme che regolano l'accesso agli ordini professionali. La scuola deve tornare ad essere centrale ed impone per questo la costruzione convinta di una riforma che vada a toccare dal mondo del precariato ormai senza diritti all'accesso alle facoltà a numero chiuso, che deve essere libero e meritocratico ancor prima che garantito ai figli di.

L' Interclassismo deve essere una necessità. La presa di coscienza del mutamento del tessuto sociale e della sua struttura deve essere considerata come un dato incontrovertibile da cui partire. Si deve essere in grado di parlare sia alle periferie e alle fasce deboli utilizzando un linguaggio essenziale, diretto, dando loro presenza e soluzioni, che al nuovo ceto medio che non sente più attenzionati i suoi problemi. Una famiglia con due figli che ha investito cento mila euro nella loro istruzione e li vede disoccupati o costretti ad emigrare vive un disagio che merita ascolto e soluzioni.

La laicità deve essere considerata nelle sue due accezioni, sostantivo o aggettivo, non come contrapposizione al cattolicesimo. Essere chiari nel considerare che nel laicismo vi rientrano tutti quei cattolici e le loro associazioni che difendono i valori etico sociali di uno stato pluralista e multiculturale.

La questione del nord va affrontata seriamente. Bisogna avere la consapevolezza che esiste oltre ad una questione meridionale anche una questione settentrionale. Il nord non riesce più ad essere il traino del paese, quindi bisogna cominciare convintamente ad essere interlocutori credibili per artigiani e piccole medie imprese che ormai da trent'anni trovano ascolto solo nella lega.

Il welfare deve essere centrale soprattutto dopo la narrazione di questa pandemia. La Sanità non deve essere più oggetto di tagli indiscriminati, deve essere rafforzata la medicina di base, rimodernati gli ospedali e soprattutto inseriti nuovi medici ed infermieri nel rispetto del malato, della sua dignità e dell'intera comunità.

Matteo Bettini 

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