Risultato clamoroso nelle elezioni comunali di Soncino. Il centrodestra stravince arrivando al 70,6% cosa mai vista da tantissimi anni nemmeno ai tempi egemoni della DC.
Per dare la dimensione del terremoto avvenuto ricordo che nel 2015 il centrodestra vinse arrivando al 50,8% vale a dire con 70 voti di scarto rispetto alla sommatoria delle 3 liste antagoniste.
Ma come ha potuto avvenire questa tempesta perfetta?
Sono varie le cause sia di metodo che di strategia degli addetti ai lavori.
Primo errore è stato il lavorare quasi esclusivamente alla unione delle liste antagoniste al centrodestra. Obbiettivo certamente buono che però è stato raggiunto meno di un mese prima delle elezioni e ormai molto tardi per un campagna elettorale efficace. Inoltre al prezzo di dover candidare una quasi sconosciuta, persona mai sentita e mai vista impegnata né in politica né nel mondo associativo.
Secondo errore è stato il pensare che gli elettori delle liste civiche fossero di “sinistra”e disposti a votare una perfetta sconosciuta. Soncino è sempre stata a maggioranza conservatrice e di centrodestra ed ha affidato l'amministrazione a giunte di centrosinistra solo in alcune rare eccezioni. A mio parere buona parte di elettori delle liste civiche ha evidentemente preferito confermare l'amministrazione uscente piuttosto che affrontare un cambiamento che aveva la parvenza di un salto nel buio.
Terzo errore è stato non aver supportato l'idea dei socialisti di lavorare per attrarre gli scontenti del centrodestra: una buona fetta di leghisti legati all'ex sindaco Pedretti, gli scontenti di FI, l'UDC partito con buona rappresentanza ed in grado di spostare gli equilibri ed infine di agganciare i socialisti confluiti in Forza Italia (il nostro grande obbiettivo!). Tralasciare di cercare di erodere la base elettorale dell'avversario in una situazione di presunta quasi parità è votarsi alla sconfitta.
Quarto errore è stato non aver seguito il suggerimento dei socialisti, quando ancora c'era il tempo e c'era la difficoltà a trovare un adeguato candidato sindaco, di formulare assieme un buon programma e di verificare chi si sentiva di farlo camminare. Avremmo ottenuto un ampio coinvolgimento, magari compreso l'autocandidato Pisati, e avremmo potuto anche procedere ad una consultazione per la scelta del candidato idoneo.
Altra considerazione importante per noi socialisti, in questo panorama disastroso, da rilevare l'ostracismo delle liste civiche verso i partiti tradizionali. In nessun documento è apparso il nome o la sigla di qualche partito nonostante il ruolo rilevante del PD.
Noi socialisti non abbiamo accettato questo atteggiamento e non abbiamo condiviso il fatto che il PD, che è il maggior contributore di voti, lo abbia invece subito.
Ai socialisti non è rimasto a questo punto che annunciare, sempre con un documento pubblico, che ci ritenevano liberi di scegliere le persone da votare.
Pensando a quanto è avvenuto a Soncino e lo sforzo fatto per una lista unica antagonista, mi viene in mente la “gioiosa macchina da guerra” di Achille Occhetto che, come scrisse poi Repubblica a suo tempo, si dimostrò essere una armata Brancaleone.
Anche a Soncino la conferma che l'elettore non si sente più legato a nessuna appartenenza e sceglie in funzione delle persone e della loro credibilità, affidabilità, competenza e esperienza.