2 Giugno 1946 una fila lunghissima di donne pronte per il voto. Finalmente per le donne era arrivato il momento di poter votare e di poter essere elette, in Italia. Una conquista. Una grande conquista. Dopo anni vissuti nell'ombra, accanto ai loro uomini durante le due guerre, in silenzio, ma attive, ora finalmente avrebbero potuto esercitare pienamente i loro diritti. In questo modo anche in Italia sarebbe scomparsa, almeno sulla carta, ogni forma di discriminazione. Già il 10 marzo sempre del 1946 le donne, in alcuni comuni italiani, avevano esercitato il diritto di voto durante le amministrative. In Italia questa data è il punto di approdo di un lungo percorso e, rappresenta più che mai un momento chiave del processo di ricostruzione dell'Italia e una svolta radicale nella storia del nostro paese: non fu una concessione, ma una conquista lunga e faticosa, ottenuta anche con la partecipazione di massa delle donne nella lotta di liberazione. Durante il periodo della Resistenza entrano nella storia del nostro paese e diventano soggetto politico. Tanti sono i ruoli che le donne italiane hanno avuto nel percorso per la costruzione della repubblica italiana: protagoniste degli scioperi del 1943, delle lotte partigiane al centro nord, della liberazione di Napoli, donne partigiane, staffette, infiltrate che hanno sacrificato in alcuni casi anche la vita, in nome del valore della libertà, della famiglia, e dell'impegno civile. Il 2 giugno la percentuale delle donne votanti fu uguale a quella maschile e si aggirava attorno all'89% per entrambi. Donne. Madri. Lavoratrice. Ora dopo anni bui si sentivano veramente parte integrante di un mondo che finalmente si era accorto di loro. L'aspirazione alle loro libertà, alle loro autonome ha cambiato veramente la vita di tutti noi. La strada era ancora lunga: infatti fino al 1953 non potevano far parte di una giuria popolare, fino al 1963 non potevano entrare in magistratura, e solo negli anni Settanta sono stati riformati gli articoli del Codice Civile che confliggevano con la parità dei coniugi, sancita dalla Costituzione. Infine le leggi a tutela delle lavoratrici via via negli anni hanno messo un argine alle discriminazioni. La strada maestra è stata avviata, ma molto ancora si deve fare. L'Italia è l'ultimo paese europeo per tasso di occupazione femminile, alcuni settori poi non si sono scrollati di dosso l'atavico senso maschile che li contraddistingue e, inoltre troppe, tante donne vengono ancora uccise o torturate dai loro mariti e compagni. Tanto si è fatto ma tanto ancora si dovrà fare. Le giovani generazioni dovranno percorrere il terreno solcato da chi in secoli e secoli di lotta silenziosa ha saputo cambiare lo status quo del paese. Crediamo nelle giovani ragazze! Sono il nostro futuro, investiamo in loro!
Buon 2 Giugno a tutti!