Aderiamo (come testata L'Eco del Popolo e come Rete delle Comunità Socialiste del Territorio) all'iniziativa, con l'invito espresso ai nostri iscritti e sostenitori a cogliere lo spirito informatore comune e a partecipare.
Da tempo cerchiamo di fare sinergia (alias: mobilitazione condivisa) con le altre voci politiche. Ma, evidentemente la cosa interessa solo noi ed a pochi altri testimoni di lotta (ma non di governo).
Stupefacente il fatto che, nella prima ricorrenza di un evento, da cui anche i meno perspicaci avrebbero dovuto e potuto dedurre tutto e prendere le necessarie misure, siano solo piccoli (e forse marginali) movimenti ed associazioni. Non i grandi bacini di raccolta; evidentemente, non insensibili sulla lettura della portata del fenomeno pandemico e delle cause concorrenti, ma neghittosi ad una testimonianza trasparente e ad una mobilitazione di massa (come si diceva un tempo).
In altra parte del giornale, scriveremo esplicitamente la nostra molto severa analisi sullo stato dell'arte, di uno scenario, da cui traspare la sensazione di una cloroformizzazione delle consapevolezze e del dovere di manifestazione di una linea che non può essere né compiacente né corriva sul terreno delle responsabilità e del tentativo di camuffarle.
Per non togliere la dovuta centralità al contributo di Francesca Berardi, finiamo qui questa presentazione dell'evento. Si ritengano. i neghittosi e i disertori (alcuni dei quali continuano a cullarsi nel sogno del “nuovo ospedale”) di questa battaglia moralmente prelevati a domicilio.
Da ultimo, facciamo voti che il prossimo flash mob riesca almeno come quello organizzato, nel dicembre 2019, dalle “mamme del nastrino giallo). (e.v.)
Il Coordinamento Lombardo per il Diritto alla Salute lancia la mobilitazione (come ha già fatto il 20 giugno e il 7 novembre - nella foto sotto) per rivendicare il diritto alla salute, un servizio sanitario adeguato alle necessità dei territori e delle persone, la ripubblicizzazione della sanità lombarda e la cancellazione della controriforma Maroni.
Prime adesioni della provincia di Cremona circolo Arci Persichello, Società Operaia Mutuo Soccorso 1908 e Torre di Controllo, associazioni di Torre Picenardi, circolo PRC-SE Rosa Luxemburg di Cremona, circolo Rive Gauche di Casalmaggiore, circolo PRC-SE di Piadena, Comitato il pane e le rose-Cremona cambia musica, Lega di cultura di Piadena.
Per adesioni* e info: francescaberardi68@gmail.com; 3387491876
IL VERO PAZIENTE ZERO È LA SANITÀ LOMBARDA!
Un anno fa si scopriva il primo paziente di Covid-19 e cominciava per l'Italia (90.000 decessi) e in particolare per la Lombardia (30.000 morti) un dramma non ancora concluso.
La pandemia ha mandato in frantumi in poche settimane la cosiddetta “eccellenza” del modello sanitario lombardo. Le controriforme di Formigoni e Maroni, assunte in toto dalle politiche della giunta Fontana, hanno costruito un sistema sanitario basato su una modalità quasi monarchica di gestione delle strutture pubbliche (ATS, ASST), un sistema ospedalocentrico, molto debole nella medicina territoriale, non in grado nemmeno di supportare l'azione dei medici di base di fronte alla pandemia. I tagli alla sanità e l'estesa privatizzazione hanno causato l'esplosione delle liste d'attesa e ridotto l'accesso alle cure delle cronicità portando ad ulteriori decessi. Non si tratta solo quindi di incompetenza e imprevidenza - i vaccini influenzali insufficienti e pagati a caro prezzo, la rinuncia al tracciamento, la vaccinazione anticovid che non decolla - si tratta di una politica totalmente da dismettere, in cui corruzione e conflitto di interessi la fanno da padroni sfruttando il sistema del pagamento a prestazione (si pensi alla clinica S. Rita di Milano, allo scandalo della Maugeri, alla partita di camici ordinate al cognato di Fontana). Il risultato è una vera e propria salute di classe: chi ha reddito può curarsi e chi non ne ha si trascura, vive male e muore prima. Va azzerata la normativa che sorregge questo sistema discriminatorio e inefficace: la legge regionale 23/2015 ora in corso di revisione.
La Sanità lombarda ha fallito. Ha prodotto inchieste giudiziarie, giornalistiche e mobilitazioni popolari tra cui una purtroppo inascoltata raccolta di ben 100.000 firme che chiedeva al Governo con determinazione il Commissariamento della Sanità Lombarda. Non basta un aggiustamento della normativa regionale, né sostituire l'assessore Gallera con Letizia Moratti, famosa “campionessa” della privatizzazione. Bisogna cancellare la riforma perché le modifiche di facciata porteranno solo ulteriori guasti.
Per opporsi in modo efficace a questo modello di sanità è nato in questi mesi il
COORDINAMENTO LOMBARDO PER LA DIFESA DELLA SALUTE
che ci chiama ad una mobilitazione al fine di coniugare obiettivi di carattere generale (cancellazione L.R. 23/2015, opposizione a qualsiasi autonomia differenziata, riorganizzazione della medicina territoriale) con obiettivi più direttamente locali, finalizzati alla costruzione di vertenze territoriali che nascano da una partecipazione dal basso e rispondano ai bisogni primari (carenza dei medici di base, infinite liste di attesa che dirottano i pazienti sulla sanità privata, stato di confusione sulle direttive sui vaccini, blocco e rinvio delle prestazioni no Covid, smantellamento di reparti e servizi).
Tutte le province lombarde hanno risposto all'appello: molte stanno lavorando per la costituzione di Coordinamenti locali per organizzare vertenze sui temi della salute e sabato 20 febbraio saranno in piazza con proprie iniziative coordinate e trasmesse in una diretta facebook.
SABATO 20 FEBBRAIO 2021 dalle ore 10 alle 12,30 davanti all'OSPEDALE
presidio di denuncia con volantinaggio e in connessione ideale e via facebook con le molte mobilitazioni sparse per tutta la Lombardia perché
LA SALUTE NON È UNA MERCE, LA SANITÀ NON È UNA AZIENDA!