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Convegno di rievocazione di Pierre Carniti

SABATO 19 OTTOBRE 2019 ore 9,30 Teatro Giovanni Paolo II - Castelleone– viale Santuario

  17/10/2019 20:31:00

A cura della Redazione

Convegno+di+rievocazione+di+Pierre+Carniti

Per iniziativa di CISL, CISL Asse del Po, Comune di Castelleone

 Convegno di rievocazione di Pierre Carniti

  • ore 10 proiezione del video “Pierre Carniti”

    a seguire:

  • saluti del Segretario generale UST CISL Asse del Po e del Sindaco di Castelleone, Pietro Foroni
  • intervento del professor Aldo Carera, presidente della Fondazione Giulio Pastore, su “Pierre Carniti la fierezza del sindacato”

  • ore 11,30 conclusioni di Anna Furlan, segretario generale della CISL

 

Ci sia consentito, mentre ci riallacciamo all’annuncio dell’importante simposio dato qualche giorno fa dalla testata diocesana di Crema, di sottolineare favorevolmente l’iniziativa;con cui a distanza di un anno dalla scomparsa, viene rievocata una figura centrale nella vita sociale e politico-istituzionale della seconda metà del secolo scorso.

A testimonianza della determinazione di non farla inghiottire nel buco nero dell’oblio si sottolinea l’iniziativa diretta del Comune che gli diede i natali e della confederazione sindacale che, nella circostanza, mette in campo il suo attuale Segretario Generale.

Ripetiamo che si tratta di un’iniziativa edificante destinata a sottolineare a futura memoria una testimonianza civile di grande spessore e, in un presente sempre più marcato dall’inconsistenza della volontà di trarre vantaggio dagli insegnamenti del passato, l’utile messa a fuoco di un contributo che prospetta, a dispetto del tempo trascorso, una profonda attualità.

Soprattutto, indica anche a coloro che non vogliono fare, con la loro cocciutaggine, la fine del paracarro, ma che sono interessati a correlare gli insegnamenti del passato agli scenari correnti, a trarre, con i doverosi approfondimenti, elementi di riflessione e di rimodulazione di convincimenti maturati in altre stagioni.

A cominciare dalla irreversibile archiviazione degli stereotipati “collateralismi”, secondo cui, ad usum delphini, fece comodo catalogare per troppi anni il “libero sindacato” nel collateralismo filo-governativo e filo padronale.

E riservare solo alla parte opposta la prerogativa di rappresentare i “veri” interessi dei lavoratori.

Il discrimine, in realtà, allora come ora andrebbe fissato tra la visione dogmatico-massimalistica e la cultura riformista.

Il che non significa che tutto il sindacato “libero” sia stato esente da rilievi di contiguità a certi inputs politici. Ma appare altrettanto doveroso affermare che molto della storia del sindacato non di sinistra è stato contraddistinta da una forte impronta di innovazione nel sistema delle relazione sindacali con inequivocabili, auspicabili sbocchi riformisti.

La breve stagione “unitaria” degli anni sessanta-settanta in qualche misura assorbì, anche alla luce di una consapevolezza del pericolo di una deriva reazionaria nel sistema politico-istituzionale e nell’impianto sociale, le pregresse asperità; ma non risolse mai compitamente i veri perni delle contraddizioni nella cultura e nella rappresentanza del mondo del lavoro.

La contrapposizione tra le visioni del sindacato antisistemico e quelle del sindacato riformista si sarebbe rimaterializzata nella prima metà degli anni 80 in occasione della opzione su un tema, la politica dei redditi, con cui era alle prese l’intero Occidente europeo.

Per brevità di espressione, faremo riferimento al cosiddetto decreto di San Valentino del 14 febbraio con cui il governo Craxi modificò le pregresse politiche salariali rispetto almeno all’automatismo del recupero inflattivo;nell’intento di correggere profondamente politiche del lavoro fin lì ispirate da troppe “variabili indipendenti”.

Non la faremo troppo lunga; salvo sottolineare che determinante, in quella temperie di forte contrapposizione sociale e politica, fu la testimonianza della saldatura del sindacalismo riformista di CISL e UIL, all’epoca guidate da Carniti e Benvenuto.

Il leader sindacale cislino di origini castelleonesi, ed il capo di fede socialista della UIL coraggiosamente scelsero una collocazione difficile, se si considerano i rapporti di forza, ma strettamente correlata ai veri interessi del mondo del lavoro.

Tale collocazione, per quanto riguarda i successivi percorsi de Carniti, non sarebbe stata estranea alla scelta di militare nel riformismo socialista, italiano ed europeo. Così revocando l’automatismo secondo cui le militanze politiche non potevano prescindere dall’appartenenza ai campi della fede religiosa.

Prima di lui l’avevano fatto il cremonese Guido Miglioli e l’aclista Labor.

La scelta di Pierre Carniti si dimostrava in tal modo feconda dal punto di vista dell’aggancio all’esperienza più avanzata di altri paesi europei.

A cominciare dal PSF dei tempi di Mitterand, la cui segreteria fu densamente popolata da eminenti personaggi di fede cattolica.

Il suo contributo presenta una piena attualità nei contesti correnti. Soprattutto, se si pone mente alla lungimiranza dell’esortazione di riformare le relazioni industriali e la contrattazione in direzione di una tutela normativa e salariale di base. Lasciando spazio alla contrattazione aziendale ed in direzione dell’estensione della rappresentanza sindacale ai lavori non protetti e precari.

Per chi volesse approfondire meglio il suo profilo segnaliamo che Carniti fu autore di vari saggi:

Remare contro corrente; La risacca Il lavoro senza lavoro; Passato prossimo- memorie di un sindacalista d’assalto.

Da ultimo riportiamo qui espressamente l’invito della Comunità Socialista ai propri aderenti ad intervenire al Convegno.

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