eh…continua…in controtendenza con le iniziali aspettative di indotto di immagine e, in corso d'opera, con la presunzione che eventuali, sporadiche critiche sarebbero state marginalizzate nel contesto dell'informazione (cosa regolarmente avvenuta).
Hai ben d'essere una stampa non nemica…ma se il sia pur ristretto bacino critico non chiude il rubinetto, non è che puoi fare come nei sistemi del pensiero unico.
La nostra testata addirittura aveva preceduto, con la ferma riflessione di Clara Rossini.
Oggi il quotidiano (stampato) riporta una breve lettera del consigliere regionale leghista il cui incipit dice tutto: “Troppo facile criticare e chiacchierare”.
A questa (imbarazzante e surreale) difesa d'ufficio (o forse solo tentativo di mitigazione) dell'operato del governatore. A tutta prima risponderemmo che la botta virus è stata grossa e che nessuno nasce imparato. Ma che, se uno nasce come Fontana, non è obbligato ad assumere ruoli impegnativi.
Come Fontana, come l'ex assessore al welfare Gallera, come i vertici dirigenziali e, ahinoi purtroppo, anche come la gran parte della sinistra consiliare!
Aggiungiamo che sicuramente non c'è stata intenzionalità per una prestazione così poco indimenticabile; che ha tratto le premesse da un quarto di secolo devastante. Ma da qui a negare l'evidenza, a tentare addirittura di rovesciare in senso positivo un giudizio che invece dovrebbe essere severo, a negare addirittura nei fatti le prerogative di controllo sull'operato passa una bella differenza.
In Veneto, dove almeno nella prima ondata il governo regionale se l'era cavata non male (fino al punto di fare di questo diffuso giudizio il trampolino di lancio per un travolgente successo elettorale), il Governatore, sulla testa del quale la seconda ondata ha riversato una grandinata, accetta il varo di un'indagine istituzionale sull'operato regionale.
“Una commissione d'inchiesta era il minimo che ci si potesse attendere”: ha commentato, dimostrando realismo ed in qualche misura aderenza ad una corretta visione istituzionale, Zaia (stesso partito di Fontana!).
A quanto risulta, l'opposizione (diciamo, la minoranza) di centro-sinistra non ne ha avanzato richiesta. Anche se, soprattutto in Lombardia ce ne sarebbe fondato motivo.
Faremo in modo di non lasciar cadere questo ineludibile approfondimento, che, in aggiunta ad un dovere di consapevolezza sulle ragioni di conduzioni così poco commendevoli, rientra nelle prerogative di un sistema istituzionale di ispirazione liberaldemocratica.
La parte chiamata in causa dalla lettera del Consigliere Regionale leghista è manifestamente il gruppo che il 30 aprile scorso organizzò il flash mob (silenziato dall'ordine pubblico) di contestazione del Governatore.
Una contestazione che, prendendo spunto dal tocca e fuggi di un contatto con la realtà locale, aveva alle spalle un più ampio aggregato critico.
Abbiamo chiesto a Paola Tacchini, che ne è stata coordinatrice, di fornirci sull'argomento una riflessione.
Fiera di Cremona - venerdì 30 aprile 2021
Al centro Fiera è funzionante l'Hub Vaccinazioni Covid.
Lavora bene, a pieno ritmo. I vaccini arrivano con regolarità, gestiti dall'esercito Italiano.
Il personale sanitario, in turni di servizio o come volontariato sono presenti quasi 24 ore al giorno, idem i volontari della protezione civile e di altre associazioni.
Tanti cittadini ordinatamente in coda, una assistenza premurosa e competente.
E siccome funziona tutto bene, ecco che decide di fare la sua "passerella istituzionale" il presidente della giunta regionale. Lui, quello che dall'inizio pandemia non ne ha azzeccata una...
Ricordo, ad esempio, mascherine ordinate a chi non le produceva, poi arrivate stile pannolino e inadatte.
Ricordo medici di base rimasti senza ausili di protezione durante la prima ondata 2020, qualcuno fino a maggio, e non solo a Cremona, ma anche in altre zone della regione.
Ricordo tamponi da processare solo in laboratori privati indicati dai vertici regionali, a discapito di quelli pubblici e operativi come il nostro di Cremona nello stesso ospedale cittadino.
Ricordo la mancanza delle maschere ossigeno, perché i direttori generali ottengono bonus e premi se a fine anno le scorte in giacenza nei magazzini sono minime.
Ricordo la mancanza dei normali vaccini antinfluenzali, introvabili per tutto l'inverno, poi comprati 6 volte il prezzo normale o tramite un dentista di Bolzano, importati dall'India, contratto cinese e intermediario turco (sembra una barzelletta, ma non lo è).
Ricordo anche i numeri sbagliati, comunicati da regione Lombardia al governo che ci hanno fatto entrare anticipatamente in zona rossa, creando danni all'economia regionale.
Tutte notizie uscite anche nei servizi televisivi: denunce per frode, i camici del cognato regalati si o no, fino ai mega pasticci delle prenotazioni della società, legata alla regione Lombardia, Aria. (Ora per fortuna in mano a Poste italiane)...E ne ho tralasciato altri.
Vengo a sapere dal giornale che viene a fare un tour nella nostra provincia il presidente della nostra regione. Decido di esserci e mi porto un fischietto da arbitro.
Quando il capitano di una squadra gioca male, dagli spalti gli spettatori lo fischiano...
Quando uno gioca scorrettamente e commette falli, l'arbitro fischia... e se persiste viene espulso dal campo.
Ma noi siamo impotenti. I politici ce li dobbiamo tenere.
Non importa se in una città, che a causa dell'inquinamento, ha molti nati pre-termine tolgono l'Unità di Terapia Intensiva Neonatale...
Non importa se prima del Covid potevi fare 40 mammografie al giorno e ora sono solo 15 a settimana.
Non importa se prendono gli infermieri per il territorio togliendoli dall'ospedale cittadino senza sostituirli.
Non importa se uno con un infarto in atto lo portano a Brescia, perché a Cremona hanno dimezzato i posti letto in cardiologia.
Allora siamo andati in Fiera, noi che siamo stanchi di accettare tutto con rassegnazione, ci siamo messi in un angolo a abbiamo esposto una sintesi del nostro malessere. E a chi ha voluto sapere in che veste eravamo lì, abbiamo risposto che per una volta vorremmo essere l'arbitro che giudica, e fischia il rigore.
I falli ci sono stati, tanti.
Confidiamo nell'espulsione!
E a chi oggi scrive che le nostre critiche sono solo chiacchiere, dette per di più da chi in regione Lombardia è stato messo con il voto dei suoi elettori, allora dico solamente che è tutto comprovato e che con il titolo V sono le regioni ad avere la piena autonoma sulla gestione della sanità. Noi non siamo contro tutti, ma contro chi sbaglia e persevera.
Paola Tacchini