Anche se il prossimo 26 aprile saranno trascorsi quattro anni dalla scomparsa non imprevedibile ma non meno sconcertante, il senso e i segni della vicenda umana, artistica e civile di Mario Coppetti sono ben lungi dall'attenuarsi nelle consapevolezze e nella memoria di Cremona. Che l'ha apprezzato in vita e che continua ad onorarlo dopo che ci ha lasciato.
Il progetto di approfondirne e divulgarne le tracce prese forma a poche settimane dal trapasso. Con la costituzione di un tavolo voluto dalla figlia dottoressa Silvia e dal genero Bruno, sollecitamente transitato alla costituzione di una Fondazione che ne ha preso il nome.
Tra i risultati tangibili di questa convergenza, cui è approdato l'impegno del Comune di Cremona, della Società Filodrammatica, di tutte le associazioni in cui lo scomparso aveva operato e i più stretti amici accomunati dall'impegno civile ed artistico, emerge concretamente in questi giorni, dopo essere stato procrastinato per effetto della pandemia, il progetto espositivo delle sue maggiori opere.
Di una parte rappresentativa delle sue maggiori opere scultore; perché, va precisato, Mario Coppetti nella sua lunga vita ha trovato il modo di miscelare in un giusto equilibrio l'impiego delle sue energie tra la passione civile ed una ricca produzione artistica.
In cui, senza nulla togliere all'ampia ed articolata visuale tematica, prevalente è sempre stata ed ancora appare l'impronta dell'arte non fine a sé stessa ma veicolo di testimonianza ideale e civile.
“Il Novecento di Mario Coppetti, nell'atelier dello scultore” è il titolo (azzeccato) della mostra che resterà aperta, nella prestigiosa e molto agibile location del Museo del Violino (padiglione Andrea Amati), dal 7 aprile al 29 maggio 2022.
L'inaugurazione avverrà appunto il 7 aprile alle ore 16, con l'intervento del Presidente della Fondazione Mario Coppetti, Silvia Coppetti, del Sindaco Gianluca Galimberti, dell'Assessore alla Cultura Luca Burgazzi, dello storico dell'arte Rodolfo Bona.
Saremmo reticenti se, pur nell'entusiasmo dell'annuncio di questo evento comunitario destinato a catalizzare l'interesse culturale e la testimonianza ideale, ci risparmiassimo una chiosa finale. Vale a dire che l'impronta di Coppetti appartiene indelebilmente alla memoria storica di Cremona e va valorizzata ed attualizzata ai contesti attuali attraverso l'incremento della visibilità del suo lavoro artistico, oltre che la divulgazione del suo idealismo.
Mario Coppetti ha chiuso gli occhi sul calco dell'ovale di Leonida Bissolati, di cui, si può dire, sia stato il cantore attraverso la fisicità delle sue sculture.
Sarebbe coerente e conseguente a tutte queste premesse sulla personalità e alla bella iniziativa della annunciata mostra delle sue opere, l'ostensione del suo ultimo lavoro dedicato al suo massimo riferimento ideale. Di cui la famiglia, generosamente, ha fatto realizzare la fusione in bronzo in due esemplari.
E, dato che ci siamo, ribadiamo l'opportunità di qualificare l'arredo di largo Coppetti all'insegna di un aggancio filologico, che si potrebbe avvalere dell'impiego di alcune sue opere.
Ringraziamo sin d'ora.