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Focus Ucraina/8

"Guerra e pace" - di Mauro Del Bue

  20/03/2022

Di Redazione

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Prosegue (perché purtroppo non ne viene meno il motivo guida) questo focus tematico dedicato alla crisi Ucraina. 

Ci applichiamo non tanto per fare il verso a quanto già sapientemente riportato dalla stampa quotidiana. Ma quasi esclusivamente per fornire, con l'approfondimento e la divulgazione, chiavi di lettura adeguate alla vastità della tragedia in corso e delle più ampie cause concorrenti. 

A tale proposito, riportiamo la lettera appena ricevuta da C.L. da Vicenza. 

Ringrazio L'Eco che offre la possibilità di confrontarmi con illustri giornalisti e direttori di testate importanti. Condivido quanto scritto da Del Bue e Cacopardo a proposito di terrore e di repressione interna alla Russia da parte di Putin. Che fanno ben capire che ci sono molti russi dissidenti, che la paura costringe al silenzio. Auguriamoci che si arrivi alla pace tramite negoziati e non con la resa dell'Ucraina. Il sacrificio ed il coraggio degli ucraini che combattono per difendere la loro libertà e democrazia è da ammirare ed approvare, la carneficina di morti e feriti sul campo la avrà sulla coscienza Putin, criminale di guerra a tutti gli effettivi. Per quanto riguarda le prossime elezioni è vero che ad un popolo affamato non puoi parlare di libertà, prima gli devi dare il pane (parole dello storico Gabriele De Rosa con il quale ho lavorato), oggi gli italiani non hanno bisogno di pane ma ideali da coltivare, la scuola, la famiglia, la politica devono educare e motivare i giovani ad alti valori civici e morali che li rendano consapevoli dei loro diritti e doveri. Giustamente il voto è segno di democrazia e libertà ma è anche un dovere. La popolazione e stanca di politici populisti e destroidi che fanno propaganda e poi non sanno governare, per questo sceglie di non votare. Non mi piacciono gli intellettuali sterili e teorici che fanno bei discorsi teorici, bisogna calarsi nella realtà quotidiana, capire i problemi della gente e con progetti seri di buona amministrazione risolverli. Alcune volte sono presa dallo sconforto perché mi sembra che ci sia tanta superficialità in giro, quasi stupidità, sembra che non si voglia capire l'evidenza di false promesse che alimentano così false speranze che sono sempre dannose.

Di fronte all'endorsement della lettrice non possiamo ovviamente tirarci indietro. E, sicuri di compiacere l'aspettativa di buoni editoriali, postiamo di seguito l'articolo del Direttore di Avantionline, Mauro Del bue. 

Non prima, però, di aver richiamato la locandina dell'evento teatrale proposto dalla Società Filodrammatica Cremonese (foto di copertina - ndr).  

Serata di solidarietà for Ukraine, che ha anche come perno suggestivo il contributo di Nadya Petrenko mezzosoprano di grande livello e formatrice di nuove voci liriche destinata alla ribalta internazionale. Da anni è cittadina cremonese. Apprezzata e benvoluta, come artista ma anche come testimone delle sue inestirpabili radici della patria ucraina. 

La città le stringe con la stima e l'affettuosa solidarietà di sempre. 

A questo dramma umanitario risponde con forte consapevolezza, sicuramente; ma anche mettendo in campo le sinergie di solidarietà e di cultura ed arte. 

 

Guerra e pace

 

Mauro Del Bue del 11 marzo 2022 L'editoriale  

Camillo Prampolini: “La lotta legalitaria ebbe sempre per presupposto l'esistenza della legalità. Dove questa possibilità manchi, le vie della legalità (cioè la sovranità popolare) sono chiuse, le aspirazioni alle quali è negata la libertá di vivere ed espandersi verranno fatalmente a sboccare nelle vie dell'azione rivoltosa”. Filippo Turati: “Quando la patria é oppressa, quando il fiotto invasore minaccia di chiudersi su di essa le ire contro gli uomini e gli eventi che la ridussero a tale sembrano passare in seconda linea, per lasciare lampeggiare nell'anima soltanto… la ferma volontà di combattere, di resistere fino all'estremo”.  Due socialisti rispondono ai problemi di oggi… Sono stati e sono tuttora i miei fari. Mi hanno ispirato non solo idee di rinnovamento laico e mai dogmatico, una concezione della sinistra come luogo di confronto e non di eresie da condannare al rogo. Ma mi hanno sempre colpito per la loro assoluta sensibilità ai temi della patria. Ovvio, perché il socialismo italiano nacque da Risorgimento e non da Marx, che nei primi anni ottanta dell'Ottocento non era ancora stato tradotto in italiano. Prampolini e Turati stettero in minoranza nel Psi dal 1912 alla morte. E Turati in particolare dovette sorbirsi veri e propri processi politici anche per le affermazioni che ho citato, soprattutto al Congresso di Roma del 1918 dove rischiò l'espulsione. I socialisti non sono mai stati pacifisti. Alcuni, come Prampolini, erano non violenti che è cosa diversa. Non scambiamo la non violenza col pacifismo. Gandhi capeggiò rivolte e non fu mai pacifista, ma usò metodi di lotta quali i digiuni e le marce che riteneva ancora più efficaci. Ma quando una nazione era invasa da un'altra i socialisti sono sempre stata col popolo oppresso e mai hanno avuto dubbi o messo sullo stesso piano aggressore e aggredito. Ammettiamo pure che siano vere, e non sono documentate, tutte le accuse che si riservano gli ucraini: su Odessa, sul Donbass, sulla brigata Azor, sul controverso personaggio di Bander, e ancora di più. Mai un socialista ha avuto dubbi che anche un popolo così debba avere il diritto all'indipendenza e alla libertà, visto che almeno non dovrebbero esserci dubbi sul fatto che l'Ucraina sia uno stato democratico, libero e indipendente. Dico solo due ultime cose. La prima. Quelli che vogliono il negoziato e non la resistenza si sono accorti che Putin un vero negoziato non lo ha mai aperto e che il colloquio di Lavrov in Turchia si è concluso con una candida ammissione da parte sua di non avere un mandato oltre che con una singolare presa in giro secondo la quale in Ucraina non ci sarebbe alcuna invasione? La seconda. Lo dico a chi, da destra e da sinistra, chiede la resa in nome della salvaguardia della vita degli ucraini. Gli arrendisti di destra sostengono che l'Ucraina si deve arrendere perché a loro hanno sempre dato un po' fastidio coloro che rischiano la vita per la libertà e non vogliono essere disturbati nella loro tranquilla esistenza. Gli arrendisti di sinistra vogliono la resa perché non sopportano che ci sia qualcuno che combatte per la propria libertà col sostegno degli Usa. Entrambi dovrebbero rispettare le decisioni del governo e del popolo ucraino. E non pretendere di decidere cosa dovrebbero fare. Ma è “pretendere” troppo… 

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