Domenica 26 settembre dalle 17 alle 20, al “Barcone di Milano” sull'Alzaia Naviglio Grande all'altezza di via Casale.
Abbiamo ricevuto dall'amico arch. Biscardini, appassionato esperto urbanista sempre attento, per funzione politico-amministrativa e per impegno professionale, a un fecondo equilibrio tra le vocazioni del tessuto urbano e alla valorizzazione ed al ripristino dei presidi cittadini sacrificati dalle “modernizzazioni”
Come abbiamo in un recente trascorso già evidenziato Biscardini si è fatto promotore della costituzione e dell'attivazione dell'Associazione milanese vocato al ripristino dei Navigli.
Inserire questo obiettivo destinato a riattivare in un quadrante nevralgica della metropoli lombarda un asse di simbolico valore storico-monumentale esprime una volontà progettuale rivelatrice di una cultura politica, andata attenuandosi nei recenti decenni.
La lettura che ne diamo è che non si tratterebbe solo della scelta di rendere espliciti i richiami storico-monumentali di Milano. Implicitamente, infatti, la riapertura del Navigli sottolineerebbe non solo simbolicamente (c'è da sperare) l'antica vocazione
Se non altro le più accreditate interpretazioni del toponimo portano a correlare le caratteristiche e le motivazioni della fondazione "in mezzo alla pianura", una pianura eccezionalmente favorita da una rete di fiumi e corsi d'acqua tra cui il maggiore.
Non casualmente i destini della crescita della città di origini celtiche ma anche di adozione romana e a seguire longobarda sono correlati ai corsi d'acqua. Di cui, appunto la realizzazione dei Navigli costituì il nocciolo del progetto di collegare l'epicentro del territorio regionale alle vie d'acqua ed attraverso esse gli altri presidi territoriali.
Nel loro “piccolo” han fatto così quasi tutti i territori del centro-nord Europa, che, influenzati dalla civiltà romana, si sono, nel corso dei secoli, dotati di corsi fluviali, regimati e finalizzati alla trasportistica alternativa ed alla logistica intermodale, rispettosa delle peculiarità ambientali.
Di tale avveduta opportunità si erano fatte paladine le giunte socialiste della seconda decade del ‘900 guidate dal soresinese Caldara; in evidente intesa con il cremonese Attilio Botti.
Tale lungimirante politica resterà bloccata per odioso pregiudizio durante tutto il Ventennio. Al termine del quale, le civiche amministrazioni municipali avrebbero riaperto le speranze con progetti mirati al collegamento su acqua.
Le gesta dell'odioso pregiudizio, arrivato ad avviare, sull'altare della massimazione dello sfruttamento urbanistico, la tombinatura del reticolo di navigli (che per mezzo millennio avevano collegato la capitale lombarda) si sarebbero ripetute più tardi nella parte terminale del 20° secolo attraverso l'asfaltatura (per responsabilità prevalentemente regionale) di qualsiasi programma che avesse come obiettivo il collegamento di Milano al Grande Fiume e al mare.
Ecco perché plaudiamo alla lungimiranza sottesa al progetto del ripristino dei Navigli. Che farebbe di Milano una città più correlata alle sue radici urbanistiche e storiche. E che, osiamo sperarlo, noi padani dell'acqua periferica, riaprirebbe (non solo simbolicamente) la volontà di riaprire un capitolo fondamentale nei destini dell'intera regione.
Tre anni fa venne a Cremona, per interloquire col pari-grado cremonese, il primo cittadino milanese sulle sinergie tra i due territori.
Ne emerse una percepibile volontà, oltre che sulle collaborazioni da “piani alti” della cultura, del sapere e dell'arte, anche uno scorcio sui reciproci vantaggi strategici derivanti dai collegamenti viari (tra cui la navigazione).
Ma si sa, nell'ultimo quarto di secolo, l'eloquio politico è prevalentemente lastricato forse da qualche buona intenzione, ma soprattutto dall'ansia di esserci e di esternare.
Non se n'è fatto più niente. Il mandato amministrativo per Cremona è agli sgoccioli. Quello di Milano, addirittura, è in rinnovo.
La scelta di candidare Goggi è un segnale importante. Per il progetto municipale del capoluogo regionale; ma anche come segnale, che deve essere assolutamente colto, per le aree e le città, almeno culturalmente interessate a non lasciarlo cadere.
Ci rendiamo conto di aver un po' travalicato da quella che avrebbe dovuto essere la presentazione di un evento festoso. Ma l'occasione, nell'augurare pieno successo di accoglienza della proposta conviviale, era troppo invitante per allargare la visuale alla segnalazione della mission della Associazione di Biscardini e di Goggi (al quale auguriamo pieno successo di consensi elettorali) e alla opportunità di allacciare relazioni costanti ed impegnative, dallo sforzo progettuale alla comune testimonianza nei consessi amministrativi.
Cari amici,
ho il piacere di invitarvi alla FESTA DEI NAVIGLI che quest'anno coincide con la candidatura di GIORGIO GOGGI sindaco di Milano, socio fondatore della nostra Associazione che per lunghi anni ha dato un contributo essenziale per la definizione del nostro progetto. A Goggi affideremo la definitiva riapertura dei Navigli a Milano.
Con l'auspicio di incontrarci vi rivolgo un caro saluto.
Roberto Biscardini