Questa bacheca dell'Eco porta affisse le locandine di importanti eventi, che caratterizzeranno la vita culturale del nostro territorio in occasione delle celebrazioni per la Giornata della Memoria. Lo segnaliamo ai nostri lettori
Centro di Ricerca "Alfredo Galmozzi"
programma degli eventi per le scuole e per la cittadinanza, che si svolgeranno con diverse modalità, in occasione della Giornata della Memoria.
Il Centro Galmozzi in particolare sarà presente all'evento serale del 6 febbraio in Sala Alessandrini con una propria postazione
27 gennaio: cerimonia commemorativa
Cerimonia commemorativa alla presenza delle Autorità cittadine con la lettura dei nomi delle vittime. Al termine della cerimonia (ore 18.00 circa presso Sala Eventi di Spazio Comune) verrà presentata la pubblicazione sulle Pietre d'Inciampo dal titolo “Le Pietre d'Inciampo e la Memoria”
Conferenza di Giuseppe Azzoni alle terze classi della Media di Levata
Anche in questo 27 gennaio dobbiamo rinsaldare la convinzione che la “giornata della memoria” non può ridursi a formale rito di ricorrenza annuale. Essa è in effetti una preziosa e vitale occasione etica, culturale, umana e politica per dedicarci con l'intelligenza e col sentimento ad una sempre più solida ed approfondita conoscenza, riflessione, divulgazione di ciò a cui la giornata è dedicata. Cioè la storica esperienza di una immane tragedia attuata dal nazismo. Rimestando, per fanatismo ideologico e strumentalismo politico, antichi pregiudizi e novelle supponenze razziali pseudoscientifiche si affermò in Germania il programma politico di Hitler che divenne azione di governo e macabro orrendo progetto “industriale” di sterminio. Progetto che dalla Germania dilagò in Europa trovando collaboratori e complici nell'Italia fascista ed altrove. Ne derivarono persecuzioni, umiliazione, spoliazioni, sofferenze, aberrazioni e la morte per oltre 7 milioni di vittime: uomini, donne, bambini di cui 6 milioni di ebrei.
Dunque è ben necessario che di ciò si mantenga e coltivi memoria e vigile coscienza, non solo perché è nostra storia (storia recente!) ma perché vediamo tornare in diverse forme pericolosi ed intollerabili rigurgiti di questa storia. Dai negazionismi alle giustificazioni fino ad esaltazioni di personaggi e simboli che si rifanno al razzismo, al nazismo, al fascismo. Ce lo ricordano le orribili croci uncinate che circolano ancora liberamente ed ignobilmente in Europa.
Persistenti pregiudizi, ignoranza, falsità vengono divulgati ed amplificati dai nuovi modi di disinformazione creando un ambiente in cui questo verminaio può prosperare. Purtroppo non aiutano certamente le timidezze ed i ritardi (quando non i sabotaggi) ad un rigoroso contrasto, da parte delle istituzioni preposte, a questi fenomeni che feriscono il dettato costituzionale e la democrazia.
Tutto questo peraltro non è cosa astratta e lontana nel tempo e nello spazio, per poco o per molto riguarda ogni realtà, ogni comunità per la sua storia e per il suo presente.
Per la storia cremonese sappiamo bene che il fazioso e filotedesco fascismo farinacciano rivendicò con forza ed insistenza le leggi razziali ed ospitò uno dei peggiori arnesi del razzismo antisemita quale fu Giovanni Preziosi, stampandone e divulgandone le opere.
Lo si fece persino con sfacciata malafede. È ben documentato e risaputo che Farinacci considerava bubbole le teorie “scientifiche” sulla razza, aveva da sempre amici e collaboratori ebrei, usava per propaganda i vecchi discorsi antigiudaici sul “popolo deicida” ma lo scopo era politico: l'alleanza coi nazisti tedeschi, era quindi compiacere Hitler ed il suo Reich.
Gli ebrei cremonesi per nascita o residenza erano numericamente molto pochi: nel 1938 il Comune di Cremona ne censì 21 famiglie, in tutto 60 persone. Anche in tutta la nostra provincia erano pochi e dopo le leggi razziali molti se ne andarono: una fonte ne ha calcolato 48 in tutto nel periodo della guerra! Erano pochissimi ma il baccano e le misure burocratiche antisemite furono enormi (quanto immotivate), Farinacci voleva fare il primo della classe agli occhi dei tedeschi.
Quando la neonata RSI nel novembre 1943 dichiarò gli ebrei come “stranieri di nazionalità nemica” si catturò qualche ebreo e li si rinchiuse, scena penosa, nel canile municipale in quel di Porta Mosa. Ma sotto sotto il ras assicurò anche protezione a qualche ebreo “amico”. Per qualcuno andò bene, non per la sua segretaria Jole Foà, ebrea, che scoperta e segnalata fu lasciata a se stessa e finì ad Auschwitz per morire nel gennaio '45.
I cremonesi, per nascita o per adozione, deportati che morirono nei lager, sommando ebrei ed oppositori politici, furono per i nomi individuati su varie fonti, circa 90. Di essi 12 gli ebrei, pur essendo pochissimi quelli presenti nel nostro territorio. I nomi di circa 20 ebrei che risiedettero a Cremona e che morirono nei campi di sterminio sono ricordati in una ricerca ANPI oggi pubblicata dal Comune con la posa delle pietre d'inciampo.
È dunque importante e meritoria l'azione di tutti i soggetti che si adoperano perché tutto ciò non si perda nella nebbia ma rimanga ben presente.