Evola e Duchamo contro tutti
Proseguono gli eventi culturali e artistici legati alla mostra al Museo Civico Ala Ponzone, Julius Evola futur-dadaista (1915-1921). Opere da una collezione privata. Sabato 1° giugno alle ore 17.30, presso il Circolo della Filodrammatica Cremonese, si terrà l'incontro Evola e Duchamp contro tutti. Interverranno il curatore della mostra Guido Andrea Pautasso e il filosofo Marco Senaldi che sveleranno al pubblico il mistero di Dada, movimento artistico più irriverente e scandaloso della storia moderna basato su di un atteggiamento metafisico e nichilista per fuggire ai luoghi comuni. Pautasso affronterà la visione evoliana di un Dadaismo aristocratico e caratterizzato da una forte componente magica e esoterica che era assai affine all' interpretazione di Dada offerta da Marcel Duchamp. A prendere le parti dell'artista francese sarà Senaldi che illustrerà le teorie duchampiane mettendo in luce la sua idea di un Dadaismo dal carattere elitistico e che, in quanto Artista (pur non amando essere chiamato artista) si distingueva dall'umanità e dalla massa trascendendo sé stesso con la transustanziazione del proprio corpo in opera d'arte. A legare Evola a Duchamp non fu solo Dada ma la componente esoterica e alchemica che aleggiava in esso e che i due critici studiosi delle avanguardie artistiche del Novecento metteranno in luce in un dialogo serrato dove a trionfare sarà la spirito critico e ribelle dei due artisti, tesi ad identificare come nel processo creativo il cambiamento della materia inerte in opera d'arte avvenga attraverso una speciale trasmutazione (termine non a caso prelevato dal linguaggio iniziatico degli alchimisti) e si avvera grazie alla complicità dello spettatore che svolge il ruolo decisivo di determinare il peso dell'opera sulla bilancia estetica. A coordinare il dibattito sarà il vicepresidente della Filodrammatica Cremonese Alessandro Zontini che guiderà Pautasso e Senaldi in questo viaggio che si svolge non solo nel Dadaismo ma si disvela nella società contemporanea che ha trasformato l'agire artistico in un appiattimento estetico alla cultura conformista e buonista che ammanta la civiltà moderna.
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