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Dossier sanità /26

La parola ai lettori e ai rappresentanti istituzionali

  26/07/2024

Di Redazione

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ASST Cremona, primo semestre 2024

"Dati di attivà in crescita e 113 operatori sanitari in più"

Numeri alla mano, il direttore generale Belleri ha incontrato gli operatori dell'Asst per un confronto oggettivo sull'andamento dell'attività, gli obiettivi e le criticità da affrontare.

Apprezzato il metodo di lavoro basato sulla condivisone e il coinvolgimento di tutti.

 Asst di Cremona: dal confronto fra il primo semestre 2024 e 2023 emergono alcuni dati che meritano attenzione. Ad esempio, il numero dei dipendenti in servizio è passato da 2.511 unità a 2.624, tradotto significa 113 operatori in più. Di questi 96 stanno lavorando negli ospedali di Cremona e Oglio Po e 17 nei servizi territoriali.

 «Non era scontato – spiega il Direttore Generale Ezio Belleri. La difficoltà di reclutamento del personale sanitario è nota, ma questo risultato dimostra che, quando i professionisti si trovano, li assumiamo. Naturalmente, al numero maggiore dei collaboratori corrisponde un incremento della spesa, in questo caso stiamo parlando di oltre 5 milioni di euro». Non solo. In previsione, nel 2024 il costo del personale con contratti in libera professione sarà di circa 6 milioni di euro contro i 4 milioni e quattrocentomila del 2023. Mentre diminuiranno i costi determinati dai contratti con le cooperative (medici gettonisti) che passano da 1.479.466 euro (2023) a 860.000 euro.

Più 180 ricoveri

Decisamente migliorati anche i dati di attività e i ricavi. Confrontando il primo semestre del 2024 con lo stesso periodo 2023 si nota che le prestazioni ambulatoriali sono passate da 1.393.280 a 1.425.680 (più 32.400) con uno scostamento di circa 470mila euro. I ricoveri sono passati da 10.910 a 11.090 (+180) con uno scostamento di circa 1.600mila euro. In aumento anche gli accessi in pronto soccorso (+1899) e le prestazioni (+40.634) e di conseguenza anche i ricavi.

 Tutti hanno fatto la loro parte

«Questi numeri ci dicono che stiamo andando meglio e dimostrano il lavoro fatto insieme in questi primi mesi di mandato. I risultati si ottengono se tutti fanno la loro parte, e voi l'avete fatta» - ha detto Belleri rivolgendosi ai sanitari e agli amministrativi che hanno partecipato agli incontri delle scorse settimane. Il direttore ha ringraziato tutto il personale dell'Asst e i più stretti collaboratori Gianluca Leggio (Direttore Amministrativo, Francesco Reitano (Direttore Sanitario) e Angelo Garavaglia (Direttore Socio Sanitario).

 Il confronto sui numeri, serve a capire

«Ritengo che la scelta di condividere l'andamento aziendale con i colleghi sia molto importante. I numeri, se letti e utilizzati in modo appropriato, aiutano a capire se gli sforzi che stiamo facendo vanno nella direzione giusta, se la fatica è bene impiegata per raggiungere gli obiettivi e risolvere le criticità – ha continuato Belleri. Altrettanto importante è mettere a disposizione della stampa e dei cittadini i dati di attività che rappresentano l'oggettività dei fatti. Avere una visione d'insieme aiuta a capire che non va sempre tutto male e, soprattutto, che si sta lavorando con attenzione, anche per affrontare e cercare di risolvere i problemi».

Ospedale di Comunità, l'integrazione che funziona

La mappa che descrive la realtà sanitaria e socio sanitaria è complessa, l'ospedale è solo una parte della rete. «Una complessità che passo dopo passo dovrà tradursi in percorsi ordinati e facilmente accessibili – ha precisato Belleri. In tal senso l'esperienza dell'Ospedale di Comunità si sta rivelando molto positiva. Si tratta di una struttura di ricovero breve per pazienti che hanno bisogno di interventi sanitari a bassa intensità clinica dopo la dimissione dall'ospedale e prima di rientrare a casa». È dotato di 20 posti letto e l'assistenza è garantita nelle ventiquattro ore da personale infermieristico che collabora con il medico geriatra. Rappresenta un passaggio importante nel percorso di dimissione protetta per le persone fragili. Attivo dal dicembre 2023, ad oggi ha ospitato circa 150 pazienti per un tempo medio di degenza che va dai 12 ai 18 giorni.

Tempi di attesa, agende dedicate

Il rispetto dei tempi di attesa è un tema centrale. Negli ultimi mesi è stata implementata l'offerta di prestazioni con sedute aggiuntive in alcune specialità quali pneumologia, chirurgia vascolare, ginecologia, otorino, ortopedia, oculistica e radiologia, aumentando l'orario di erogazione dalle 16 alle 20 per alcuni giorni a settimana. In particolare, ha aggiunto Belleri «Stiamo potenziando la gestione completa del percorso di cura (prescrizione, prenotazione, erogazione e follow up). Dopo la visita, lo specialista - oltre a prescrivere le prestazioni di controllo - potrà prenotarle direttamente nella stessa struttura, attraverso agende dedicate. Questa azione nel tempo migliorerà la gestione delle liste di attesa».

Nuovo ospedale: a settembre il progetti di fattibilità tecnico-economica

Dopo i workshop di confronto fra architetti e sanitari realizzati nei mesi scorsi, lo staff di Mario Cucinella sta portando a termine il progetto di fattibilità tecnico economica che – ha spiegato Belleri «presenteremo a settembre creando occasioni di incontro sia all'interno dell'Asst sia in Città».

Qui sotto le fotografie della plenaria tenuta dal Direttore Generale con i giornalisti, con i dipendenti di ASST Cremona, presso l'Ospedale di Cremona e l'Ospedale Oglio Po; e le slide presentate durante l'incontro.

Mettiamo le mani avanti...

...per una questione deontologica e per amor proprio personale.

Da cui non ci esime l'opzione editoriale di pubblicare (manco fossimo in contesti da Minculpop o da Pravda) per intero (!) il testo dell'intervento pronunciato, nel corso della conferenza di stamani, dal Direttore generale della Asst di Cremona. Con cui il responsabile apicale dell'Azienda ha ritenuto (e questo è un segnale di resipiscenza o solo di consapevolezza dei contesti, remoti e correnti) di dar conto del proprio operato riferito al suo primo semestre di entrata a regime dell'incarico (in successione col predecessore, diventato forse inaspettatamente, insalutato ospite).

In altri tempi, quando la Sanità era ancora Kombinat pubblico, gestito territorialmente come USSL (Unità Sociosanitaria Locale) emanazione delle istituzioni territoriali, il consuntivo di attività avveniva non solo secondo altro cerimoniale, ma soprattutto in aderenza ad altre prerogative di evidenza pubblica.

Come diceva la nonna a proposito di latte versato…inutile (fintanto che non si saranno aperti altri scenari di ripristino della politica espressione del sentire popolare diffuso, o almeno di un ceto dirigente minimamente consapevole).

Per cui ci tocca svolgere il nostro compitino (che esclude comunque la postura del cagnolino emebedded) con ciò che passa il convento.

Nell'incipit (che ha fatto il titolo) volevamo semplicemente almeno accennare alla ragione che ci ha fatto propendere a rinunciare ad un trasferimento di 500 kilometri e all'abbandono di un invidiabile microclima (aperte le ante alle 8 con 16° destinati ad un picco di 23) per andare a fare la comparsa in un evento conviviale, comunque apprezzabile nelle sue finalità implicite, anche se tassativamente escludente una prerogativa della libera informazione. Che anche nei piani altissimi delle nomenclature prevede, se non proprio il modulo dialettico (tra chi esterna e chi, dovendo comunicare, apprezzerebbe poter avanzare qualche domandina, se non altro per aiutare la comprensione).

Così non è avvenuto. Ce ne siamo (preventivamente) fatto una ragione. Pubblichiamo per intero quanto dispensato; con l'ovvia precisazione che non ce ne assumiamo nessuna responsabilità.

Il riscontro dialettico potrà avvenire di seconda; se i lettori ci onoreranno di qualche loro riflessione.

Di nostro aggiungiamo che il contenuto della relazione è imperforabile da qualsiasi volonteroso ditino alzato, se non proprio di obiezione, almeno di richiesta di approfondimento.

Indubbiamente “la mano nuova” fa rilevare le evoluzioni in positivo (nel raffronto di un passato da cui non si poteva non migliorare).

Di incontrovertibile resta uno scenario di totale collassamento prestazionale (e non solo) della sanità pubblica.

Qualche settimana fa, accompagnando il percorso virtuoso del Movimento per la Riqualificazione dell'Ospedale, la nostra testata osservava: “Per la ripresa in grande stile di questa cittadinanza attiva sarebbe necessario far planare la testimonianza su un terreno di concretezza. Come abbiamo suggerito qualche settimana fa, quando osservavamo a proposito dello "Sportello sanitario comunale". Come supporto alla popolazione nei frequenti e ormai dilaganti casi di sanità negata, rinviata sine die, disattesa nella sostanza (anche come conseguenza della rinuncia da parte degli users più fragili, meno consapevoli e determinati a pretendere le prestazioni, specie se in contesti di criticità). Imponendo ai gestori il rispetto dei tempi stabiliti e della declaratoria regolamentare. Un tempo (quando ancora gli scenari della somministrazione della cura erano ben lontani dagli attuali standards fallimentari) operava, ma solo come presidio volontario, il Tribunale del Malato. I cui perni, debitamente definiti soprattutto sul piano ordinamentale e tecnico operativo, delineano la fattispecie di un'autority-tutor di tutela dell'utenza e di ripristino delle effettive condizioni di fruizione, attraverso il ricorso all' URP, le direzioni sanitarie e, nel caso estremo di inadempienza al NAS Carabinieri. Certo siamo in presenza di un'intuizione che va sgrossata e potenziata a livello di intelaiatura e cogenza giuridica. Ma appare un'ottima idea. Magari suggerita dalla progettualità occasionata dal laboratorio elettorale.”

Già…la musica è finita… (anche quella della fanfara) …gli amici se ne vanno. Ognuno per il ruolo che la cittadinanza ha determinato. Risuona negli orecchi quel “per Cremona ci sono io”. Che potrebbe applicarsi, a prescindere dalla giurisdizione, alla maggior criticità (il diritto alla salute) affliggente i più fragili, per censo sociale e fascia anagrafica.

Il “capo banda” dimostri (insieme a tutta la nuova Consiliatura) di esserci. Magari rapportandosi alla linea espressa quattro anni fa dal riconosciuto leader dem (allora nelle vesti di parlamentare), oggi al vertice del Consiglio Comunale.

Cremona chiama Italia Intervista a Luciano Pizzetti, 2 maggio 2020

Di Tommaso Anastasio (stralcio tematico)

Se avesse “carta bianca” come interverrebbe sulla sanità nel suo quadro d'insieme? Mi spiego meglio: considera “revisionabile” l'attuale sistema nazionale/regionale all'interno del nostro welfare state secondo il modello cosiddetto “Beveridge”, o pensa a qualcosa di diverso?

Il COVID 19 ha fatto emerge qualità e debolezze del sistema sanitario lombardo. Un sistema molto in verticale e poco in orizzontale. Con elevate qualità ospedaliere e basso reticolo territoriale. Un sistema che cura bene le malattie ma non le pandemie. Così com'è configurato il sistema lombardo non è in grado di dare risposte efficaci in termini di salute pubblica. Occorre perciò non che venga cancellato come sostengono i detrattori ideologici, ma che sia aggiornato per renderlo più efficace e più adatto al bisogno di offrire una migliore assistenza sanitaria a tutta la popolazione. Dunque occorrerà investire una quota parte delle risorse del MES per far sì che, accanto all'eccellenza ospedaliera che ogni anno cura 160 mila persone malate provenienti da fuori regione, si strutturi un altrettanto eccellente sistema sanitario di comunità. Perciò è una boutade illogica la proposta di Forza Italia di costruire un nuovo ospedale da 700 posti a Cremona. Perché insegue lo stesso modus operandi che ha generato le inefficienze riscontrate. Perché è un'operazione costosa che porterà con sé la chiusura degli ospedali di Crema e Oglio Po. Perché non investe sulla territorialità. Serve invece che i direttori generali dei nostri ospedali presentino un progetto di ammodernamento e efficientamento delle tre strutture, con relativi costi. Su questo dovremmo impegnarci tutti, confrontandoci per decidere la scelta più utile e per ricercare insieme i finanziamenti necessari alla realizzazione degli interventi. Non serve una gara a chi la spara più grossa. Ovviamente servirà rivedere il funzionamento e la gestione delle RSA. In tutto il mondo nelle RSA è stata una vera carneficina. Le persone più fragili anziché più protette sono risultate le più esposte. Ponendo anche rilevanti questioni etiche. Affinché non accada davvero mai più occorre capire come ripensarle. A tale scopo una riflessione che porti ad una riorganizzazione, serve molto di più di un'inchiesta penale che individui presunti colpevoli nella fase dell'inconsapevolezza e dell'impreparazione. Fuori dall'emergenza si potrebbe davvero pensare a una commissione d'indagine parlamentare, utile a capire per concorrere a fornire approcci nuovi e più umani. Anche per questo in alcun modo condivido la mozione del PD lombardo volta ad azzerare i vertici della sanità regionale. Per i tempi e per il merito. Indubbiamente occorre rivedere l'assetto istituzionale della Repubblica. Non per ricentralizzare bensì per delineare in modo più netto ed efficace le funzioni e le competenze di Stato e Regioni. Inserendo la clausola di supremazia nazionale in condizioni di emergenza. Se la riforma della Costituzione proposta nel 2016 non fosse stata bocciata, oggi saremmo stati nelle condizioni di gestire meglio e con maggior appropriatezza questa pandemia.

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