Egregio Direttore,
ho molto apprezzato l'articolo di ieri ("Il modello (fallimentare) della sanità lombarda") di Tommaso Anastasio sul nostro Sistema Sanitario Nazionale e le sue varie declinazioni regionali.
Purtroppo il problema non è solo di oggi ma, esplodeva almeno dieci anni fa, ai tempi della riforma ospedaliera con aggregazioni e soppressioni di presìdi sanitari fatti sulla base di meri dati statistici e non sulle verifiche puntuali. Ad esempio: l'ospedale di Codogno funzionava bene, meglio di quello di Lodi, ma venne ridimensionato per fare rientrare nei pararametri l'ospedale centrale.
È difficile quantificare i milioni di euro "buttati" nelle varie ristrutturazioni. Ora, come al solito, sull'onda emotiva, si chiede la nazionalizzazione della sanità. Sarebbe un errore, perché ci farebbe tornare indietro di 30 anni.
Fare chiarezza è necessario e doveroso ma, riflettiamo, guardiamoci attorno (anche in Europa) e vediamo di impostare una sanità adatta al nostro territorio.
In particolare facciamo ritornare i medici di base alla loro professione. Oggi sono poco più che distributori di ricette. Diamogli la soddisfazione di farci ancora dire: "dica 33".