Walter De Benedetto ha 49 anni e dal 2011 allevia con la cannabis terapeutica i dolori atroci dell'artrite reumatoide, patologia di cui soffre fin dall'adolescenza. Anche se in possesso di ricetta medica, in questi anni Walter non ha ricevuto dal servizio sanitario l'adeguato quantitativo di farmaco. Per far fronte alla cronica carenza di cannabis medica e garantire continuità alla sua cura, ha deciso di coltivare autonomamente la cannabis.
Oggi Walter è rinviato a giudizio con l'accusa coltivazione di stupefacente ai fini di spaccio e il 27 aprile si terrà ad Arezzo l'udienza conclusiva del suo processo.
La storia di Walter è l'esempio di come la legge in Italia costringa i tribunali a processare anche malati che coltivano il proprio farmaco, oltre a consumatori che decidono di non acquistare cannabis al mercato nero. Depenalizzare l'autocoltivazione, in linea con quanto già stabilito dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione nel dicembre 2019, sarebbe un primo passo per liberare le forze dell'ordine e la magistratura da inutili procedimenti.
L'unica occasione concreta in questa legislatura per fare un passo in avanti è che si concluda l'iter di discussione della proposta di legge a prima firma dell'on. Riccardo Magi per decriminalizzare la condotta di coltivazione domestica.
Chiediamo quindi alle associazioni, ai partiti, agli imprenditori, ai malati, ai coltivatori e a tutti i cittadini di essere al fianco di Walter in manifestazione statica fuori dai palazzi di giustizia di tante città durante il corso del suo processo.