Vite, storie e luoghi partigiani nella vita quotidiana.
Introduce: Giorgio Carnevali Coordinatore Anpc
Intervengono: Angelo Rescaglio Presidente Anpc e Franco Verdi Vicepresidente Anpc
“I veri protagonisti furono gli umili: le mamme nel loro silenzioso dolore,i contadini e gli operai nella loro resistenza alle minacce e alle violenze,i preti delle piccole parrocchie di montagna o dei grossi borghi che si misero dalla parte della gente, persone che hanno tessuto la trama eroica di innumerevoli sacrifici nascosti”. (mons. Assi, già vescovo di Cremona)
A più di settant'anni dal 25 aprile la Resistenza è interrogata sulla recezione storica dell'epopea patriottica per le nuove generazioni di italiani che guardano agli eventi dalla foce e non dalla sorgente, come invece accadde ai protagonisti e agli studiosi che ne hanno scritto. Bocca, Fenoglio, Calvino, i “cattolici” Scoppola, Giorgio Vecchio e Guido Formigoni. Lo sforzo è ripercorrere quelle vicende nei quartieri delle città, nelle fabbriche, nelle campagne e nelle parrocchie, e poi nella dura lotta in montagna. È in quest'ottica che le voci dei “minori” cessano di essere tali. Esse si ricompongono nel coro di una resistenza civile che chiede di essere indagata nei suoi soggetti e in quelle modalità che costituirono una quotidianità antifascista talvolta ridotta a “zona grigia”. Sono le donne a iniziare i grandi scioperi della primavera del 1943 nelle fabbriche di Sesto San Giovanni e dell'hinterland milanese. Sono i preti degli oratori che in alcuni casi accompagnano, dopo l'8 settembre, i giovani che vogliono sottrarsi alla milizia nella Repubblica di Salò nelle formazioni in montagna.
L'autore, Giovanni Bianchi, scomparso nel luglio scorso, fu Presidente Nazionale delle ACLI, parlamentare, Presidente del Partito Popolare Italiano, componente del Direttivo Nazionale della Margherita, segretario Provinciale di Milano del Pd, Presidente Nazionale Associazione Partigiani Cristiani.