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96° anniversario della morte di Ettore Sacchi

Un grande radicale, dimenticato da tutti, anche dalla sua città!

  06/04/2020

Di Redazione

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Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo il ritratto di una personalità illustre come quella di Ettore Sacchi. Un profilo ben delineato dall'esponente Radicale, Sergio Ravelli, al quale ci associamo, sottolineandone la grande sensibilità e la vicinanza ai nascenti movimenti operai e contadini di fine '800 di cui ne prese le difese.

Oggi ricorre il 96° anniversario della morte di Ettore Sacchi. Un personaggio di grande spessore politico ed umano che ha svolto un ruolo molto importante nella società e nelle istituzioni italiane nazionali e locali. Nato a Cremona il 31 maggio 1851, concluse gli studi primari e secondari nella sua città e si laureò in legge a Pavia. A Cremona esercitò la professione di avvocato penalista e si avvicinò alla vita politica frequentando il circolo intitolato a Carlo Cattaneo e collaborando al giornale di ispirazione radicale “Il Torrazzo”, insieme al cugino Leonida Bissolati.

Quando, il 20 settembre 1870, il maggiore cremonese Giacomo Pagliari cadde alla testa delle truppe a Porta Pia, iniziò il cammino dell'Italia nuova e Cremona divenne la capitale politica del Paese, il centro maggiore di tutte le principali esperienze politiche. A Cremona si delinearono i primi movimenti di pensiero e di azione: il movimento radicale, quello socialista e quello repubblicano. In città sono legati da amicizia fraterna il socialista Leonida Bissolati, figlio del direttore della biblioteca governativa; il repubblicano Arcangelo Ghisleri, giornalista e geografo; Filippo Turati, avvocato socialista, figlio del prefetto della città; Ettore Sacchi avvocato radicale e cugino di Leonida. Personaggi di rilievo che influenzarono la vita pubblica nazionale post risorgimentale sino all'avvento del fascismo. Furono uomini di eccezionale integrità politica, francescani per la povertà. La loro amicizia, al di sopra delle idee politiche, durerà tutta la vita.

Cremona, tra la fine dell'800 e l'inizio del '900, si trasformò in capitale dell'agricoltura italiana e città all'avanguardia di un progresso tecnico eccezionale (lo testimonia la costruzione del ponte di ferro sul fiume Po, un capolavoro dell'ingegneria). Ebbe a sindaci e consiglieri comunali gli stessi uomini che legiferarono nella capitale, i pensatori e gli attori che coordinavano il meraviglioso rifiorire della città. In quel periodo una vera ondata di anticlericalismo investì una buona parte della classe dirigente. A Cremona esistono già due logge massoniche, la “Giordano Bruno” e la “Quinto Curzio”. Nel 1877 nascono l'Associazione radicale cremonese e l'Associazione anticlericale cremonese che possono avvalersi del sostegno di ben cinque testate giornalistiche: “Il Torazzo”, “L'Idea radicale”, “Papà Buonsenso”, “Il Popolano Cremonese”, “La Cavallina”.

Abolizione di qualunque privilegio clericale, scuola elementare laica, gratuita e obbligatoria, autonomia con poteri propri ai Comuni e alle Province, libertà di riunione e associazione, imposte eque in rapporto al reddito: con questo programma Sacchi fu eletto nel 1878 consigliere comunale e poi provinciale. Nel 1882 fu eletto alla Camera dei Deputati, nelle file dell'estrema sinistra. E' sua la prima proposta di legge per l'istituzione del Referendum perchè “il referendum ha in se stesso una grande potenza educativa della vita pubblica, perché avvezza i cittadini ad occuparsi delle cose pubbliche”. Indefesso avvocato difensore di agitatori e capi del movimento operaio e contadino, Sacchi, dopo i moti milanesi del maggio 1898, si offrì come difensore legale degli arrestati, i deputati Filippo Turati, Anna Kuliscioff, Andrea Costi, Leonida Bissolati e Carlo Morussi.

Con la morte di Cavallotti, Sacchi assunse progressivamente la figura di leader del partito radicale che si riunì per la prima volta a congresso il 27-30 maggio 1904. Sacchi fu eletto segretario e il congresso proclamò la costituzione ufficiale del Partito Radicale Italiano. L'avanzata dei radicali in Parlamento fu impetuosa al punto che nel 1909 il gruppo radicale poteva contare su 62 parlamentari, diventando una componente decisiva delle maggioranze governative. Sacchi fu per due volte ministro di Grazia e Giustizia (1906 e 1916-1919) e ministro del Lavori Pubblici (1910-1911).

Morì povero il 6 aprile 1924.

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